martedì 27 gennaio 2015

Il progetto (2)

Ben ritrovati!
Riprendiamo la descrizione delle linee appenniniche da dove l'avevamo lasciata la scorsa settimana.





La Fano-Fermignano-Urbino [1], in blu nella figura qui sopra, venne aperta in tratte separate, a partire dal 1898 fino al 1916 e chiusa definitivamente all'esercizio nel 1987 e -purtroppo- dismessa nel 2011. Il piano di stazione di Urbino già prevedeva, da progetto [2], il proseguimento della linea fino a Casinina e l'allacciamento alla linea per Santarcangelo.





Il tracciato in giallo segue le vestigia della linea, ben visibili su Google Earth, fino quasi a San Leo (43° 48' 44" N, 12° 34' 00" E), per poi distaccarsi dal possibile tracciato e proseguire verso Caprazzino, Sestino ed infine reimmettersi nel bacino idrografico del Marecchia nei pressi di Badia Tedalda.




La linea in bianco, la Rimini-San Sepolcro, si basa sia sulle vestigia di vari tracciati esistenti o progettati, così come su lunghi tratti di fantasia. Da Rimini fino a Cerasolo, alle porte della Repubblica di San Marino, sfrutta il sedime della ferrovia Rimin-San Marino [3], recentemente tornata alla ribalta [4] per il recupero nel 2012 dell'elettromotrice AB 03. Da qui la linea valica il colle passando sotto l'abitato di Osteria ed innestandosi nei pressi di Corpolo sulla sede della linea dismessa Rimini Centrale-Novafeltria.


Da Novafeltria il tracciato prosegue fino a Ponte Messa lungo il corso del Marecchia fino a Casteldelci per poi entrare in galleria e sbucare nei pressi dell'abitato di Colorio. Da qui una serie di elicoidali aiutano a ridurre la ripida pendenza del versante Toscano dell'Appennino e conducono, dopo aver lambito la cittadina di Pieve Santo Stefano, al lago artificiale di Montedoglio ed alla città di San Sepolcro.


La storia della linea invece è puramente di fantasia. Il primo progetto della linea venne presentato nel 1892 come possibile allacciamento del tracciato alto della ferrovia Rimini-Novafeltria alla FAC [5], Ferrovia Appenino Centrale. Progettata sulla falsariga di altre linee appenniniche, come la Porrettana [6] e la Pontremolese [7], ma sfruttando lo scartamento 950mm, la sede stradale avrebbe dovuto essere predisposta fin dalla nascita per il raddoppio di alcuni tratti della linea. Purtroppo, a causa di ostacoli di natura burocratica, l'approvazione tracciato avvenne soltanto nel 1903 mentre i lavori iniziarono nel 1906. Fu necessario aspettare fino al 23 marzo 1914 per vedere un treno collegare Rimini a San Sepolcro. Pochi mesi più tardi sarebbe scoppiata la Prima Guerra Mondiale.

La seconda guerra mondiale ebbe un impatto devastante sulla linea, che vide una quasi totale distruzione degli impianti di Pieve Santo Stefano e Ponte Messa, nonché la distruzione di molte opere d'arte. Ma il concetto di un valico trasversale tra Tirreno ed Adriatico era stato lanciato: per questo motivo, nel 1948 si decise di ricostruire la linea a scartamento ordinario sfruttando la sufficiente ampiezza della sede stradale già esistente seguendo criteri usati con successo per altre linee appenniniche, 

Si decise inoltre di innestare il tracciato della Urbino-Casinina alla stazione di Ponte Messa, sfruttando la zona relativamente pianeggiante a Sud del paese per ricostruire i nuovi impianti di stazione. Le insistenti richieste dei comuni della Carpegna per un collegamento ferroviario che veicolasse i turisti dello sci durante i mesi invernali diede origine al progetto di una breve, tortuosa, antenna di quasi 28 km con origine nella stazione di Caprazzino.




Il treno riprese a circolare tra Rimini e San Sepolcro nel 1954, ma si dovette attendere fino al 1956 per un collegamento diretto Rimini-Roma via Perugia. La progressione kilometrica delle stazioni e fermate divenne la seguente:


Km
Alt.
Stazione
Collegamenti
0+000
2
Rimini
linee per Bologna, Ravenna, Ancona
11+078
53
Cerasolo-Rovereta

19+424
87
Villa Verucchio

27+856
164
Pietracuta

37+678
258
Novafeltria

48+514
357
Ponte Messa-Pennabilli
linea per Urbino
56+534
568
Casteldelci

63+514
744
culmine linea

63+914
741
Colorio

70+614
589
Mogginano (fermata)

77+314
476
Pieve Santo Stefano

84+914
404
Villalba

92+414
360
Gragnano

98+599
319
San Sepolcro
linee per Arezzo, Perugia

Le stazioni principali sulla linea, oltre alle due stazioni capo tronco di Rimini e San Sepolcro, erano tre: Pietracuta, Ponte Messa e Pieve Santo Stefano. In particolare le ultime due vennero dotate di rimessa locomotive per l'accudienza delle locomotive necessarie per la spinta in coda dei convogli lungo il tratto di valico, dove le pendenze raggiungono i 30mm/m nei tratti più acclivi. Ponte Messa inoltre è stazione di diramazione per la linea per Urbino, fatto che giustifica un certo sviluppo del piano binari. Tutte le altre stazioni della linea, eccetto Mogginano che è considerata fermata, hanno un binario di corsa ed uno di precedenza.

La linea venne ricostruita inizialmente al binario singolo, ma immediatamente divenne chiara la necessità di raddoppiare il tratto di valico tra Ponte Messa e Pieve Santo Stefano. Una seconda canna, parallela alla prima venne scavata tra il 1960 ed il 1966, mentre si deve attendere il 1981 per l'approvazione di un progetto per l'ammodernamento ed il raddoppio dell'intera linea. Il 13 maggio 2012 viene inaugurato l'ultimo tratto della rinnovata Rimini-San Sepolcro.

Nelle prossime settimane vi parlerò più in dettaglio della linea Ponte Messa-Fermignano, dell'antenna per Carpegna e di come ho costruito il traffico merci sulla linea.

mercoledì 21 gennaio 2015

Il progetto (1)

Ho ripensato più e più volte a come iniziare a scrivere questo blog sulla costruzione del mio plastico, a dire il vero cominciata 2 anni fa, al mio ritorno in Italia dagli States dopo essermi sposato. Alla fine mi sono deciso di aprire la cartella dei progetti e vedere a che data risalgono le prime bozze: ho fatto un salto nel vedere che il primo tentativo data 22 luglio 2006, ben più di 8 anni fa, come potete vedere qui sotto. Che dire... il mio plastico è nato prima ancora che conoscessi quella che sarebbe diventata mia moglie!



Comunque sia, vicende sentimentali a parte, da allora ad adesso di acqua sotto i ponti ne è passata, così come di versioni del tracciato, nato come un semplice ferro di cavallo fuori da qualsiasi ambientazione, fino ad arrivare alla concezione attuale, basata su un territorio ben preciso. Sì perché nel frattempo ho avuto modo di viaggiare (Svizzera, Germania, Francia, America, etc...) e di portarmi a casa tante ricordi e tanti diversi modi di fare fermodellismo.

Tra le tante storie lette su libri, riviste e siti internet, quella che mi ha più segnato è la storia della ferrovia Subappenina superiore. Queste ferrovia, da cui trae ispirazione il mio plastico, Caprazzino, ha avuto una storia decisamente travagliata [1], tra proposte di tracciati alternativi, modifiche, cancellazioni e realizzazioni parziali. Nonostante tutto, questa ferrovia avrebbe avuto delle ottime potenzialità come parte di un ramo di valico che collegasse Rimini e la riviera romagnola con San Sepolcro e Perugia; da qui la strada per Roma sarebbe potuta passare per Terni ed Orte. Purtroppo questo collegamento non è mai stato realizzato.

Nulla vieta però, per costruire un plastico, di immaginare che questo ed altri collegamenti a ridosso dell'Appennino Umbro-Marchigiano, sede delle nostre vacanze estive, siano stati realizzati e siano tuttora in salute, passati indenni sotto la scure della teoria -ma soprattutto pratica- dei rami secchi, che tante vittime ha mietuto tra le linee secondarie italiane. Linee che in un paese come la Germania, sono spesso mantenute in vita come via di comunicazione alternativa alla rete stradale, oppure come ferrovie museali o turistiche.

Ecco dunque, con un po' di fantasia, come avrebbe potuto presentarsi l'insieme delle ferrovie del Montefeltro. Parte di questi tracciati nasce ricalcando le tracce lasciate dalle precedenti ferrovie costruite e poi smantellate in questa zone: quanto non era già stato progettato l'ho aggiunto cercando di mantenere le pendenze del tracciato ed i raggi di curvatura entro i valori generalmente accettati per la rete nazionale.



Nella figura qui sopra, frutto di svariate ore di pazienza, mal di testa e soddisfazione lavorando con Google Earth, si possono vedere in nero le linee esistenti: l'adriatica e la ravennate che si diramano da Rimini a Nord, la San Sepolcro-Perugia e la Pergola-Fabriano a sud. Quest'ultima, secondo il sito Ferrovie Abbandonate, proseguiva per 42km lungo il tracciato segnato in verde, fino a Fermingano per allacciarsi alla linea per Fano, in blu, e per Urbino, in giallo. La linea, a scartamento ordinario, venne aperta nel 1898 e chiusa nel 1944.

Nei prossimi post vi descriverò alcune di queste linee più in dettaglio.