martedì 27 settembre 2016

Accessori (1)

Buona serata ai miei lettori!

Quest'ultimo weekend è stato particolare ricco di soddisfazioni, grazie soprattutto agli acquisti fatti a Novegro, dove sono andato sabato con mio padre. Uno degli acquisti è stato un set da sei colori acrilici -più il rispettivo diluente- per l'invecchiamento ad aerografo delle traverse in legno.

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Appena arrivato a casa ho subito controllato con i colori che avevo ricavato dalle foto: oltre al colore UA 714 -Warm Base Color-, perfetto per le traversa in legno, sono stato molto contento nell'osservare che l'UA 713 -Warm Dark Shade- è praticamente identico al quello che utilizzo per l'invecchiamento delle rotaie, mentre l'UA 717 -Cold Base Color- è molto simile come tonalità a quella usata per le traverse in CAP. Sono curioso di vedere che effetto faranno una volta applicati ai binari.

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Sempre dal lato accessori, ho comprato una piccola campionatura di macachi in microfusione per confrontare sul plastico -e con calma- cosa il mercato ha da offrire e capire se sarà necessario o meno procedere all'autocostruzione. La maggiore differenza tra i due è il fatto che quello di sinistra (Struttura Ferroviaria, art.006M) presenta il contrappeso già dipinto, mentre quello di destra (Modelplanet, art.MP109) ha una migliore incisione dei bulloni di fissaggio. E poi, il prezzo: quello di destra cosa decisamente meno di quello di sinistra, quasi il 30% in meno. Per il resto sono assolutamente identici.

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Provati sul plastico, utilizzando un paio di rimasugli di compensato per compensare l'altezza del supporto in sughero, sono stato assai contento nel vedere che combaciano perfettamente sia con la dimensione che con la posizione delle traverse. Inoltre, fortunatamente, sembrano non interferire con i tiranti dei deviatoi, quindi buona la prima!

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Ho anche acquistato qualche campione di cassa di manovra elettrica, Come potete vedere qui sopra, mentre le proporzioni sono simili, ma la resa estetica è decisamente diversa: sebbene quello di sinistra (Struttura Ferroviaria, art.001M) presenti già i bordi colorati di bianco, preferisco senza dubbio quello di destra (Modelplanet, art.MP110), decisamente più raffinato e definito, secondo me. E nuovamente anche il più economico dei due, oltre il 25% in meno.

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Una volta avvicinati al deviatoio mi sono accorto che, sebbene perfettamente compatibili con la spaziatura delle traverse, dovrò lavorare un poco di fresa per ricavare lo spazio necessario per muovere i tiranti degli aghi. In alternativa penso sia possibile autocostruire questo pezzo con poca spesa ed un poco di plasticard, come descritto qui [link].

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Infine questo è lo stato dei lavori: ho completato il lavoro sui deviatoi in codice 60 e li ho messi nella loro posizione definitiva, e resta poco meno di un metro di binario in codice 60. E' stato un lavoro particolarmente lento, ma ormai è fatta!

A presto!

martedì 20 settembre 2016

Elettrificazione e movimentazione (2)

Buona serata ai miei lettori!

Un altro dei lavoretti svolti durante l'estate ha riguardato la motorizzazione dei deviatoi del raccordo industriale. Avevo già deciso di posizionare i due micro servo HK15168 uno sopra ed uno sotto il piano per ragioni di conflitto con la struttura dei moduli ma, complice il lavoro sugli altri deviatoi e sulla posa del binario, avevo soprasseduto sull'installazione.

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Il lavoro sul servo inferiore è stato quello più complicato fra i due, ma il risultato finale mi soddisfa. L'altezza complessiva dell'insieme motore/leva non supera i 2 cm, pienamente compatibile con lo spessore dei listelli che formano la cornice dei telai dei moduli, anche se lievemente superiore a quella delle cornici dei tasselli. Per garantire un corretto allineamento tra motore e deviatoio ho semplicemente praticato un secondo foro, più sottile, a circa un centimetro di distanza dal foro per la movimentazione degli aghi. Ho poi tracciato una riga passante per i due fori ed una perpendicolare per avere un riferimento sull'angolo di montaggio del motore. i diametri dei fori sono rispettivamente 1mm e 2x3mm.

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Come potete vedere nella foto qui sopra, l'asta di comando si innesta su un pezzetto di vetronite posta non al centro del deviatoio ma a lato, in modo da poter essere più facilmente camuffata con la riproduzione modellistica dei macachi che spero di riuscire a procurarmi fra poco a Novegro. Ho realizzato l'asta di comando con uno spezzone di filo in acciaio armonico di diametro 0.8mm: per questo motivo ho dovuto leggermente allargare i fori della leva del servo. Ho scelto di non bloccare l'asta alla leva per rendere più semplici le operazioni di manutenzione: la leva infatti è fissata al motore con una vitina che sarebbe impossibile rimuovere se l'asta fosse bloccata in posizione. Ultima operazione, prima di sistemare il servo in posizione, è stato il taglio a misura dell'asta di controllo e una lieve passata con un dischetto abrasivo per arrotondarne la punta, così che si potesse inserire meglio nella sua sede.

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Quanto al deviatoio in superficie, ho scelto una soluzione più flessibile per l'asta di controllo: in questo caso ho usato in filo in acciaio armonico di diametro 0.6mm. La piega a forma di N è quella già vista per i deviatoi della stazione nascosta, mentre differentemente dalla soluzione adottata per quella zona ho scelto di installare due piccole guide in legno al posto del tubo in alluminio perché ritengo che si possano camuffare più facilmente.

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Per realizzarle ho impiegato degli scarti di lavorazione delle traversine in cui ho praticato tre fori da 0.7mm di diametro: due sul lato dal 2mm per i chiodini di fissaggio ed uno sul lato da 3mm per l'asta di controllo. Le guide sono fissate anche con un poco di colla vinilica. Tutto l'insieme dovrà poi essere nascosto dagli edifici della Saltarelli e Migiani.

A presto!

martedì 13 settembre 2016

La posa delle traverse

Buona serata ai miei lettori!

Dopo il lavoro di questa estate, in questi giorni sto finalmente terminando di posare il binario in codice 60. Oltre a preparare un altro centinaio abbondante di traverse per concludere il lavoro, ho dovuto curare con attenzione la posa in curva. Infatti, la parte del raccordo da cui sono partito con la posa era rettilinea, quasi tutto il resto dei tratti di binario secondari sono in lieve curva. Per questo motivo ho sostituito il template che avevo mostrato qui [link] con una più semplice strisciolina di cartoncino con un adeguato numero di tacche, come potete vedere qui sotto.

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Al centro potete vedere che tre spazi sono marcati con un puntino: quando voglio realizzare campate da 12m incollo una traversa per ogni tacca, mentre quando si tratta di realizzare traverse da 9m, quei tre spazi vengono saltati. Le due righe continue alle estremità invece mi servono come riferimento per la mezzeria dei coppioni. In curva, piuttosto che deformare il template, con il rischio di alterare la distanza tra le traverse, accosto di volta in volta il template al supporto del binario, correggendone la posizione, e poi, con pazienza, incollo le traverse al sughero con un poco di vinilica. Per mantenere una posa accurata, correggo la posizione del template ogni 5-6 traverse, e comunque sempre prima che lo spazio tra il supporto ed il sughero superi il millimetro.

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Altro aspetto che ho cercato di curare è il raccordo nella posa delle traverse del binario semplice con quelle del deviatoio. Per fare questo, prima di avere a disposizione i deviatoi che al momento della foto erano ancora in fase di lavorazione, ho stampato dei carta-modelli dei futuri deviatoi in scala 1:1. Ho trovato questo sistema particolarmente comodo anche per verificare se vi sarebbe stato qualche conflitto tra le traverse dei vari deviatoi. Fissate al sughero le sagome con tre puntine ho poi usato la strisciolina di cartoncino per cercare il miglior raccordo da le due sezioni, come potete vedere qui sotto.

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Qualche piccolo compromesso purtroppo è inevitabile, ma penso che anche nella realtà questo sia avvenuto dato che dubito che sia stato sempre possibile posare tratte da esattamente 12m e 9m. Per fissare in maniera più salda le rotaie, ho aggiunto, come sempre, la solita traversina in vetronite al termine della tratta. A questo punto, a seconda della colla utilizzata, ho scelto e posizionato i contrappesi, distribuendo il peso con una tavoletta di legno.

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Una volta trascorso il tempo di asciugatura ho rimosso i contrappesi e verificato il corretto allineamento verticale delle traverse. Raramente ho avuto necessità di carteggiare: quando l'ho fatto, ho utilizzato una carta vetrata a grana molto fine, numero 400. Il risultato finale, dopo aver saldato i profilati codice 60, praticato i fori guida per i chiodini di fissaggio, incollato le rotaie alle traverse, ed aver posizionato il primo dei due deviatoi, lo potete vedere nella foto qui sotto.

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A presto!

martedì 6 settembre 2016

Giunzioni

Buona serata ai miei lettori e ben ritrovati!

L'estate, normalmente periodo di pausa dal modellismo a causa dei vari impegni vacanzieri, quest'anno, grazie al fatto che mia moglie ha finalmente trovato il nuovo lavoro, si è trasformata in un periodo molto proficuo per il lavoro sul plastico. Avere a disposizione quattro settimane per poter lavorare ininterrottamente o quasi al plastico, di questi tempi è merce più unica che rara, quindi ne ho approfittato il più possibile per portare avanti il lavoro.

Nelle prossime settimane vi farò vedere alcuni dei lavoretti svolti durante il periodo estivo. Questa settimana desidero mostrarvi dei alcuni tipi di giunzioni che si trovano sulla parte esposta del plastico di Caprazzino.

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Qui sopra potete vedere le quattro traversine che realizzano la giunzione tra due tratti di flessibile con traverse in CAP. Come per i deviatoi, la realizzazione di queste traverse parte dalle solite stecche di vetronite da circa 3mm di larghezza, che poi riduco a 2.75mm con il fido Dremel corredato dalla "alzatina" che ho già mostrato qui [link]. Dopodiché sono passato alla fase di carteggiatura per rimuovere il rame da tutte le parti non necessarie, infine una leggera passa di flussante e di stagno per fissare gli attacchi che serviranno a bloccare le rotaie. Nella foto qui sopra gli attacchi sono ancora in posizione provvisoria, dal momento che non sono ancora perfettamente allineati.

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Questo è il risultato dopo la posa dei flessibili: sicuramente ho abbondato un po' troppo con lo stagno su uno degli attacchi, percui dovrò fare qualche piccola correzione, ma già ora la circolabilità dei rotabili è più che soddisfacente. Per quanto il colore della traversa sia già "abbastanza" simile a quello della traversa in CAP, una bella passata di aerografo prima della posa del pietrisco è quanto mai necessaria per uniformare il colore di tutte le traverse.

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Altro luogo dove ho trovato molto utile l'uso delle traverse in vetronite è in corrispondenza dei punti di giunzione tra i diversi moduli. La possibilità di saldare la rotaia in questi punti consente di regolare con precisione la posizione delle rotaie anche una volta posate le traversine ed evitare fastidiosi scalini che possono causare deragliamenti. In questo ed altri casi simili ho ritenuto opportuno tagliare la rotaia seguendo il profilo del modulo, piuttosto che ortogonalmente alla rotaia: in questo modo i tasselli che compongono la parte superiore del plastico si possono inserire più facilmente. Per un taglio pulito ho usato una sega sottile e molto flessibile [link] comprata in fiera a Bologna: è una via di mezzo tra un traforo ed una sega tradizionale e per tagliare la vetronite funziona molto bene.

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Con un poco di pazienza ho ottenuto il risultato che potete vedere qui sopra. Non si tratta della stessa giunzione, ma questa, che si trova in bella vista alla radice destra della stazione di Caprazzino, mi soddisfa particolarmente perché il punto di congiunzione tra i diversi profilati è ben celato. Una colorazione opaca ad aerografo ed il debito invecchiamento dopo la posa del pietrisco faranno il resto per mascherare questo punto.

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Infine l'ultimo tipo di giunzione è quello tra profilati di diverso codice: potete vederne un esempio tra un codice 100 GT ed un codice 75 PECO nell'angolo in basso a sinistra della foto qui sopra. So bene che si possono trovare in commercio scarpette realizzate appositamente, ma è veramente facile realizzarle in casa, soprattutto per punti nascosti del tracciato come quello raffigurato.

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Per realizzarle ho iniziato saldando alcuni spessori in rame ricavati dai testimoni degli attacchi acquistati in Germania: ciascuno spessore mi serve per colmare la differenza in altezza tra i due diversi profili. Nel mio caso ho impiegato due spessori da 0.3mm per ciascun profilato. E' stato necessario carteggiare sia la superficie del piede della rotaia, sia il rame per ottenere una buona adesione; un velo di flussante inoltre ha aiutato a ridurre ed uniformare lo spessore dello stagno.

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Verificata la corrispondenza in altezza dei due profilati, sono passato a modificare le scarpette. Partendo da scarpette tradizionali, ho dapprima eliminato le svasature alle due imboccature poi, con il dremel ed un dischetto da taglio sottile, ho praticato un'incisione sulle giunzioni per separare le due metà delle linguette superiori, così da poter lavorare solo su una parte senza alterare l'altra parte.

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Infine, con paio di pinzette ho adattato le giunzioni al profilo codice 75, avendo cura di allineare la faccia interna dei funghi delle rotaie, onde evitare saltellamenti indesiderati. Ho poi saldato il tutto, come potete vedere qui sopra, per garantire una buona continuità elettrica ed evitare lo scorrimento. La saldatura dal lato del codice 100 l'ho effettuata durante l'incollaggio, quando ancora mi era possibile sfruttare un po' di gioco sulla posizione delle traverse. Infine, per garantire l'assenza di cuspidi, ho provveduto ad incollare sotto la giunzione una traversa in vetronite, così da poter bloccare in posizione le due rotaie.

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Qui sopra potete vedere lo stato attuale dei lavori sulla rampa elicoidale che porta dalla stazione nascosta alla radice della stazione di Caprazzino. Una semplice prova di scorrevolezza con una centoporte a carrelli di recente fattura ed una MDVE di fattura decisamente precedente ha dato i risultati che speravo: la carrozza riesce a percorrere per gravità tutta la rampa senza fermarsi né saltellare.

A presto!