mercoledì 21 gennaio 2015

Il progetto (1)

Ho ripensato più e più volte a come iniziare a scrivere questo blog sulla costruzione del mio plastico, a dire il vero cominciata 2 anni fa, al mio ritorno in Italia dagli States dopo essermi sposato. Alla fine mi sono deciso di aprire la cartella dei progetti e vedere a che data risalgono le prime bozze: ho fatto un salto nel vedere che il primo tentativo data 22 luglio 2006, ben più di 8 anni fa, come potete vedere qui sotto. Che dire... il mio plastico è nato prima ancora che conoscessi quella che sarebbe diventata mia moglie!



Comunque sia, vicende sentimentali a parte, da allora ad adesso di acqua sotto i ponti ne è passata, così come di versioni del tracciato, nato come un semplice ferro di cavallo fuori da qualsiasi ambientazione, fino ad arrivare alla concezione attuale, basata su un territorio ben preciso. Sì perché nel frattempo ho avuto modo di viaggiare (Svizzera, Germania, Francia, America, etc...) e di portarmi a casa tante ricordi e tanti diversi modi di fare fermodellismo.

Tra le tante storie lette su libri, riviste e siti internet, quella che mi ha più segnato è la storia della ferrovia Subappenina superiore. Queste ferrovia, da cui trae ispirazione il mio plastico, Caprazzino, ha avuto una storia decisamente travagliata [1], tra proposte di tracciati alternativi, modifiche, cancellazioni e realizzazioni parziali. Nonostante tutto, questa ferrovia avrebbe avuto delle ottime potenzialità come parte di un ramo di valico che collegasse Rimini e la riviera romagnola con San Sepolcro e Perugia; da qui la strada per Roma sarebbe potuta passare per Terni ed Orte. Purtroppo questo collegamento non è mai stato realizzato.

Nulla vieta però, per costruire un plastico, di immaginare che questo ed altri collegamenti a ridosso dell'Appennino Umbro-Marchigiano, sede delle nostre vacanze estive, siano stati realizzati e siano tuttora in salute, passati indenni sotto la scure della teoria -ma soprattutto pratica- dei rami secchi, che tante vittime ha mietuto tra le linee secondarie italiane. Linee che in un paese come la Germania, sono spesso mantenute in vita come via di comunicazione alternativa alla rete stradale, oppure come ferrovie museali o turistiche.

Ecco dunque, con un po' di fantasia, come avrebbe potuto presentarsi l'insieme delle ferrovie del Montefeltro. Parte di questi tracciati nasce ricalcando le tracce lasciate dalle precedenti ferrovie costruite e poi smantellate in questa zone: quanto non era già stato progettato l'ho aggiunto cercando di mantenere le pendenze del tracciato ed i raggi di curvatura entro i valori generalmente accettati per la rete nazionale.



Nella figura qui sopra, frutto di svariate ore di pazienza, mal di testa e soddisfazione lavorando con Google Earth, si possono vedere in nero le linee esistenti: l'adriatica e la ravennate che si diramano da Rimini a Nord, la San Sepolcro-Perugia e la Pergola-Fabriano a sud. Quest'ultima, secondo il sito Ferrovie Abbandonate, proseguiva per 42km lungo il tracciato segnato in verde, fino a Fermingano per allacciarsi alla linea per Fano, in blu, e per Urbino, in giallo. La linea, a scartamento ordinario, venne aperta nel 1898 e chiusa nel 1944.

Nei prossimi post vi descriverò alcune di queste linee più in dettaglio.

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