martedì 29 marzo 2016

Deviatoi in codice 60 (2)

Buona serata ai miei lettori!

Le vacanze di Pasqua sono state fruttuose quest'anno e non solo sono riuscito a portare a termine il lavoro sul primo deviatoio in codice 60, ma sono anche riuscito a portare a buon punto il lavoro sul secondo deviatoio della coppia che formerà la comunicazione semplice del raccordo Saltarelli e Migiani. Come anticipato, la posa degli attacchi questa volta è avvenuta prima della posa delle rotaie, che sono saldate invece di essere incollate con la ciano-acrilica come del caso del deviatoio con traverse in cap.

20160325_152625

Nella foto qui sopra potete vedere al centro il coppione in corrispondenza del punto di articolazione degli aghi, nella sua prima realizzazione. Per consentire una corretta articolazione degli aghi ho dovuto rimuovere gli attacchi interni e sostituirli con una giunzione da scala N tagliata a metà. Un altro lavoro di taglio e cucito ho dovuto farlo nella zona del cuore.

20160325_152644

Qui infatti ho dovuto lavorare sia sugli attacchi in corrispondenza del cuore, adattando la lunghezza di alcuni attacchi speciali, sia in corrispondenza delle controrotaie, dove ho corretto alcuni attacchi normali rimuovendo l'attacco interno. Infatti la controrotaia di Weinert corrisponde in altezza piuttosto bene ad un codice 75, il cui profilato è alto 1.9mm, mentre risulta troppo alto per il codice 60, alto 1.5mm. Fortunatamente gli attacchi di Weinert, nella parte corrispondente alla piastra, sono spessi 0.4mm, quindi è sufficiente "attaccare" direttamente la controrotaia alla traversa per eliminare la differenza in altezza.

20160325_160643

Terminata la posa degli attacchi, ho iniziato a posare le rotaie, partendo dal cuore. In questi deviatoi il cuore non è un monoblocco in fusione ma è realizzato accostando due rotaie adeguatamente sagomate, pertanto ho voluto ricreare lo stesso effetto lavorando a mano le rotaie del cuore, senza utilizzare le dime realizzate in precedenza. Con un po' di pazienza, e lasciando un minimo di spazio per enfatizzare l'effetto, non è stato difficile ottenere un buon risultato.

20160326_095751

Per quanto riguarda la rotaia dell'ago, questa è divisa in tre parti: a sinistra la zampa di lepre, isolata elettricamente dal resto del deviatoio ma equipotenziale a cuore per una migliore continuità elettrica nella zona nociva; al centro la rotaia che collega la zampa di lepre all'ago; a destra l'ago vero e proprio, già sagomato e separato per realizzare la versione articolata.

20160326_104819

Ho installato gli aghi solo al termine, dopo avere installato tutte le altre rotaie che compongono il deviatoio ed aver effettuato un certo numero di test di circolazione con successo. Solo a questo punto ho iniziato la saldatura definitiva dei contraghi, tenuti in posizione fino ad ora solo con tre saldature, due alle estermità ed una al centro: ho osservato che conviene ritardare quanto più possibile questa oprazione perchè in questo modo risulta più facile apportare evenutali correzioni allo scartamento in caso di problemi di circolazione.

20160326_110034

Per quanto riguarda l'installazione degli aghi, ho replicato il procedimento illustrato sul canale YouTube di Fast Track (link), sfruttando una giunzione per scala N sagomata a necessità. Dopo averla tagliata a metà con un tronchese molto affilato ho ripristinato la forma spingendola a forza lungo la rotaia, fino a portarla in posizione. A questo punto, dopo una passata di flussante l'ho bloccata in posizione sul coppione ed inserito uno alla volta gli aghi per testarne il funzionamento.

20160326_120015

Gli aghi sono trattenuti in posizione per mezzo di un sottile filo di rame saldato sul lato esterno della rotaia per non alterare il profilo dal lato del bordino. Ho saldato il filo avendo cura di scavalcare la giunzione per consentire una più facile articolazione; il filo inoltre garantisce una buona continuità elettrica. Ovviamente a questo punto ho effettuato altre prove di circolazione, temendo indesiderati inpuntamenti nella zona della articolazione, ma fortunatamente tutto è filato liscio.

20160326_121931

A questo punto, completato il deviatoio, ho preparato i tiranti degli aghi: singoli in questo caso, come ho visto in alcuni casi di deviatoi presenti nei raccordi. Dopo avere prestagnato aghi e tiranti in separata sede, è stato sufficiente una minima pressione con il saldatore per ottenere una buona connessione e chiudere il lavoro anche su questo deviatoio.

20160326_122930

Ovviamente anche qui dovrò poi procedere alla colorazione con aerografo: questa volta però cerdo che accumulerò un certo numero di pezzi per ottimizzare il lavoro.

A presto!

martedì 22 marzo 2016

Deviatoi in codice 60 (1)

Buona serata ai miei lettori!

Dopo aver verificato con soddisfazione la possibilità di autocostruire i deviatoi in codice 75 per i binari principali di Caprazzino, ora tocca ai deviatoi in codice 60 per i binari di scalo ed il raccordo industriale con la Saltarelli e Migiani. Il tutto ovviamente parte dal progetto del deviatoio: in questo caso mi sono basato su un piano di posa di un deviatoio semplice armato con rotaie RA 36 S cortesemente fornitomi da Davide Bombarda e questa foto (link) pubblicata da Stefano Minghetti.

IMG_3157-S36UNI 0-12 destro 1-87 ruotato

Ho dovuto adattare il piano di posa a causa del diverso angolo di deviata, ma fortunatamente mi è venuto in aiuto Templot. Questo che vedete sotto è il piano di posa di uno dei due deviatoi del raccordo industriale. A sinistra ho già iniziato il lavoro di sistemazione delle traverse -le prime 6-, mentre tutte le altre sono ancora nel formato originale: niente traverse doppie e niente spaziatura variabile.

17_spostamento_traverse_01

Il programma permette di cambiare tutti i parametri delle traverse per mezzo di un menù a cui si può accedere da "real > shove timbers..." o premendo i tasti "shift + F10".

17_spostamento_traverse_02

Oltre alla finestra a sinistra, compare per ogni traversa un codice identificativo. Cliccando su di esso la traversa viene evidenziata in rosso, mentre risultano in blu le traverse già modificate. Vengono inoltre popolati i campi della finestra per la modifica del piano di posa.

17_spostamento_traverse_03

Il primo parametro da modificare è il centro (centre), in secondo luogo la larghezza (width). Mentre quest'ultima è un parametro assoluto che può essere impostato differentemente per ogni traversa, il centro è un parametro relativo il cui zero può essere assegnato ad una qualunque delle altre traverse. In particolare, per quanto riguarda la traversa S4, è conveniente impostare lo zero sulla traversa S3: per farlo basta selezionare la S3 e premere il pulsante set zero.

17_spostamento_traverse_05

Selezionando nuovamente S4 il parametro centre riporterà la distanza tra questa traversa ed S3. A questo punto, premendo sul pulsante data... è possibile accedere al menù per la configurazione dei parametri della traversa. Volendo impostare una distanza di 7.7mm dalla precedente traversa e considerando che il valore attuale è 10.88mm è necessario impostare un valore di -3.18mm nella prima riga. Inoltre la traversa risulta troppo larga, 3.45mm contro 3mm: per correggere questo valore è necessario impostare la metà della differenza nell'ultima riga, in quanto Templot aggiunge o sottrae questa quantità ad entrambi i lati della traversa, quindi -0.225.

17_spostamento_traverse_06

Con un po' di pazienza ho sistemato tutte le traverse e corretto per ciascuna anche l'angolo -twist- rispetto all'asse del corretto tracciato: questo infatti deve essere uguale a quello che la traversa forma con l'asse del ramo deviato. Per questo è possibile accedere nuovamente al menù data... oppure è possibile cliccare direttamente sul valore da cambiare -1.92 degrees- ed impostare il nuovo valore, nel caso della traversa T5 si tratta di 3.7 gradi.

Quanto alla lunghezza della traversa, il modo più semplice che ho trovato è quello di abilitare la visualizzazione dei bordi della massicciata ed impostare la larghezza di quest'ultima alla larghezza della prima traversa a sinistra, nel mio caso 30mm. Per fare questo è necessario spuntare le prime due voci del menù geometry > trackbed edges (add trackbed edge TS e add trackbed edge TS) e poi cliccare sulla terza voce dello stesso menù (trackbed width...).

20160320_151721

Il risultato finale lo potete vedere qui sopra: ho già tagliato tutte le traverse e sistemate in posizione sul nastro biadesivo. A questo punto ho iniziato a segnare su ciascuna traversa la posizione dell'attacco: anche questa volta mi sono servito di materiale Weinert, ma dovendo lavorare con le rotaie codice 55 di Peco ho scelto il codice 74012, una lastrina fotoincisa che riporta solo le caviglie di fissaggio delle piastra e non quella dell'attacco indiretto onde evitare di ridurre troppo l'altezza utile per il bordino. Potete vederle a destra in questa foto, in cui è possibile apprezzare anche la differenza tra i tre profili di rotaie usate nel mio plastico: cod.100, cod.75 e cod.55.

20160320_153847

Per essere il più possibile preciso ho posizionato ciascun attacco sulla traversa servendomi di una pinzetta ed aiutandomi con i forellini predisposti per i chiodi. Un comune pennarello indelebile da lucidi è più che sufficiente per segnare la posizione sul rame.

20160320_155753

A questo punto ho preso in mano i mio fedele utensile abradi-traverse e con una buona dose di pazienza ho limato ciascuna traversa. Grazie a mio padre sono riuscito a trovare la giusta carta abrasiva: WPE 421 al Carborundum o carburo di silicio, normalmente utilizzata per le levigatrici a nastro. Questa carta ha un verso, che è bene rispettare quando si lavora un materiale come l'FR4, ma mi ha permesso di realizzare tutte le traverse con un solo cursore.

20160320_180451

A questo punto ho iniziato a stendere un velo sottilissimo di stagno su ciascuna piazzola e sulla parte inferiore di ciascun attacco. Scaldando la piazzola, le due parti stagnate aderiscono rapidamente e senza problemi, formando una unione solida e senza parti sporgenti che possano ostacolare la circolazione dei mezzi.

20160320_201729

A presto!

martedì 15 marzo 2016

L'invecchiamento delle rotaie

Buona serata ai miei lettori!

Questa settimana è stata proficua: complice uno sprazzo di sole, sono riuscito a fare alcune fotografie in stazione a Casalecchio per verificare e perfezionare ulteriormente i colori per la stazione di Caprazzino. Non ero infatti del tutto soddisfatto del colore scelto per le traversine, dato che non avevo potuto fare il confronto con un pezzo reale come nel caso della rotaia. Sa da il caso però che qualcuno abbia pensato di usare delle traverse in CAP per delimitare l'area di parcheggio dopo il riassetto del piano binari.

20160312_115023

Ovviamente non potevo lasciarmi sfuggire questa ghiotta occasione, quindi mi sono aggirato con fare sospetto tra le auto in sosta con cellulare alla mano e la mia barretta di vetronite di test per fare un confronto. Come immaginavo, il colore che avevo trovato non si avvicina troppo al colore della traversa nel parcheggio, risultando troppo chiaro, ma la forma è abbastanza simile alla traversa dei flessibili PECO.

20160312_115037

Già che c'ero ho fatto qualche foto anche al binario di corsa, ora desolatamente isolato nel piazzale vuoto: la forma della traversa è più simile a quella del deviatoio ed il colore appare solo vagamente più chiaro.

20160312_115628

Ho quindi preparato una nuova miscela: grigio chiaro FNM (245), marrone giallo (101) e nero (110) in proporzione 7:7:1 che, insieme con mio padre abbiamo deciso di provare su uno spezzone di traversine di un vecchio binario Lima prima di applicare ad aerografo al mio deviatoio.

20160313_161657

Essendo il mio primo lavoro ad aerografo non sono ancora pratico dello strumento, quindi ho deciso di fare una ulteriore prova di come la vernice avrebbe aderito a particolari metallici. In questo caso ha fatto da cavia uno spezzone di vecchio binario Rivarossi.

20160313_162344

L'applicazione del colore è avvenuta su tutto il complesso rotaie/traversine dopodiché, a vernice ancora non del tutto asciutta, ho rimosso lo strato che colorava il fungo facendo pressione con uno stuzzicadenti. Non sono stato del tutto soddisfatto del risultato a causa di alcuni "trucioli" di vernice che si sono accumulati qua e là durante l'operazione di pulizia: se ne intravedono alcuni a destra nella foto, sopra le ultime due attacchi: per questo motivo sul deviatoio opterò per una passata con la carta abrasiva più fine che ho a disposizione.

20160313_164609

Quanto al colore complessivo, il risultato non mi dispiace affatto: mi pare abbastanza convincente. Anche osservando da vicino, i dettagli degli attacchi mi paiono ben conservati, sia nella zona del cuore che nella zona degli aghi, e la naturale rugosità della vetronite pare simulare abbastanza bene la tessitura della traversa in CAP, come potete vedere qui sotto.

20160313_164631

20160313_164647

Fin qui tutto bene, ma ora arriva il difficile: colorare la rotaia. Ho letto che molti hanno scelto di colorare la rotaia con un pennello sottile, ma avendo un aerografo sotto mano ho deciso di provare questa tecnica, anche per imparare qualcosa di nuovo. Ovviamente prima ho fatto qualche prova su una paio di cavie, onde evitare di rovinare il lavoro fatto sul deviatoio: prima di tutto ho applicato una mano di miscela 1:1 di marrone giallo (101) e arancio ossido (030) ad uno spezzone di un vecchio binario Rivarossi.

20160313_171204

Soddisfatto del risultato, ho applicato la stessa miscela allo spezzone di binario Rivarossi che avevo precedentemente colorato in color cemento. In questo caso ho trattato diversamente le due rotaie, come potete vedere dalla foto qui sotto.

20160313_172401

Per la rotaia inferiore ho deciso di applicare una mascheratura sulla traversina con del nastro carta appena appoggiato prima di stendere il colore: il risultato è uno stacco netto tra il color cemento ed il color ruggine della rotaia e degli attacchi, come si può intuire sul lato interno. Ritenendo lo stacco troppo netto, per la rotaia superiore invece ho volutamente evitato la mascheratura ed ho cercato, per quanto la mia ignoranza dell'uso dello strumento mi abbia consentito, di sfumare il colore dalla rotaia alla traversa.

Mi pare che quest'ultima soluzione sia più fedele alla realtà di un binario in uso, come si può vedere nella foto qui sotto che ritrae in alto i binari di corsa lato Porretta (il 2 ed il 3) della stazione di Casalecchio Garibaldi ed in basso il binario di sorpasso e di raccordo alla rimessa ex FCV (bin. 1). Nei primi lo stacco di colore tra gli attacchi e la traversa è decisamente meno netto di quanto non accada nel binario in primo piano, decisamente meno in uso...

20160312_121237

Qui sotto potete vedere il risultato finale di tre ore di lavoro, prove comprese ovviamente; non è perfetto, ne sono consapevole: in particolare ci sono due-tre sbavature che mi hanno fatto proprio arrabbiare, che dovrò cerare di mascherare in vario modo; inoltre devo ancora rimuovere la parte di vernice che ricopre il fungo della rotaia, dare una bella passata di polvere di grafite agli attacchi speciali e dipingere di rosso i tiranti. Ma devo ammettere che non sono del tutto scontento della mia prima esperienza di invecchiamento o meglio di coloritura delle rotaie.

20160313_181436

Poiché questa foto vira abbastanza decisamente al blu, ve ne allego un'altra vista più di lato in cui il colore è un poco più realistico: l'effetto complessivo mi pare abbastanza valido.

20160313_181420

A presto!

martedì 8 marzo 2016

La creazione dei colori

Buona serata ai miei lettori!

Questo weekend ho cominciato ad esplorare un territorio per me piuttosto nuovo, ma di cui ormai non posso fare a meno di considerare, ovvero l'invecchiamento delle rotaie. Purtroppo, da bravo ingegnere, non ho mai avuto una grande predisposizione per i colori, quindi per replicare il colore delle rotaie e delle traversine dei miei deviatoi ho dovuto appoggiarmi a foto e campioni dal vero. Ma iniziamo dalla materia prima: i colori.

20160306_120315

Dopo essermi un poco documentato leggendo vari forum, ho optato per i Puravest. Ho letto recensioni contrastanti, ma in media ho trovato una maggioranza di pareri positivi. Inoltre, a detta del produttore sono "studiati appositamente per il fermodellismo, aderiscono ottimamente su materie plastiche e metalli, compreso ottone", materiale quest'ultimo di cui sono fatti i particolari diWeinert. Nella foto qui sopra potete vedere la "tavolozza" che ho usato per cercare di ricreare il colore delle traverse in cap.

20160306_115449

Per coerenza ho utilizzato come base una stecca di FR4, residuo della basetta da cui sono state tagliate le traverse, ovviamente privata del rame. La maggior parte della traversa, infatti, è stata ripulita dal rame e non vorrei che questo facesse virare significativamente il colore. Dopodiché ho utilizzato degli stecchini (stuzzicadenti) per prelevare da ciascuna boccetta una goccia di colore e preparare un certo numero di sfumature al fine di ricreare il colore della traversa. Come riferimento ho usato la foto qui sotto, che ritrae il deviatoio posto alla radice est del binario 8 di Bologna C.le.

20160120_090533

Poiché il mio fornitore di fiducia non era fornito di grigio pietra, ho provato 8 diverse sfumature di colore sulla base di altri 4 colori puri: grigio cenere FS (192), grigio chiaro FNM (245), marrone giallo (101) e nero (110). A ciascuna combinazione ho assegnato un numero romano -più semplice da tracciare sul poco spazio a disposizione. Ecco una tabella con le combinazioni, seguita dalla foto del risultato ad asciugatura completata.

Codice Colori Proporzione
I) 192,245 1:1
II) 192,245 1:2
III) 192,245 1:3
IV) 192,245 1:5
V) 245 puro
VI) 101,245 1:1
VII) 110,245 1:4
VIII) 192,245 1:10

20160306_142049

Considerando la traversina in corrispondenza della punta degli aghi, il colore più simile è il V, seguito dal numero III, mentre considerando le due adiacenti, il colore più simile è il numero II, seguito dal numero V, quindi quasi sicuramente opterò per il numero V. Certo c'è da considerare che le condizioni di illuminazione sono piuttosto differenti, quindi sarà bene aspettare un'altra giornata di sole per valutare nuovamente il colore.

Circa il colore della rotaia, la procedura è stata la stessa. Ma dopo essermi cavato gli occhi davanti al monitor per più di un'ora senza cavare un ragno da un buco, ho deciso di tirare fuori dalla naftalina il mio fido fermaporte...

20160306_164532

Come potete vedere, il numero di sfumature provato in questo caso è nettamente superiore: sono arrivato fino alla lettera S. Questa volta come base per il ho usato uno spezzone di rotaia cod.100; in assenza del colore ruggine rotaie (cod.102) mi sono basato su tre colori puri: marrone giallo (101), testa di moro (108) e arancio ossido (030). Purtroppo la rotaia è una bella gatta da pelare perché, come potete vedere dalla foto qui sopra, la tessitura è non omogenea ed a posizione diversa corrisponde colore diverso. Eccovi la lista delle sfumature tentate:

CodiceColoriProporzione
A108puro
B108,1011:2
C108,0301:5
D108,0301:10
E108,101,0301:1:5
F108,101,0301:1:6
G108,101,0301:1:7
H108,101,0301:2:8
I108,0301:2
J108,101,0301:1:2
K108,0302:1
L108,0301:1
M108,0302:3
N108,0303:2
O108,0304:3
P108,0303:4
Q108,0304:5
R108,0301:3
S108,0301:4

Considerando il colore del fungo, la sfumatura più simile è la O seguita dalla A; quanto al piede, la più simile è la N, seguita dalla L; infine per per il corpo, la Q e la M. Eccetto la A, sono tutte proprozioni che in media non si discostano eccessivamente da un rapporto 1:1 tra i colori Testa di Moro e Arancio Ossido, quindi credo che opterò per questa miscela, e concluderò con una velatura in Testa di Moro puro per quanto riguarda il fungo.

In conclusione, una breve nota. Per stabilire quale colore sia più simile mi sono affidato al mio occhio, pur sapendo che ognuno di noi ha una percezione del colore leggermente differente. Ho chiesto anche l'aiuto di mia moglie, decisamente più avvezza di me a giudicare i colori: fortunatamente le nostre scelte non si sono discostate molto e corrispondono abbastanza bene con quanto ho potuto misurare sulle foto che ho pubblicato in questo post. Terrò però in considerazione ogni altro parere che vogliate fornirmi.

A presto!



martedì 1 marzo 2016

Deviatoi (8)

Buona serata ai miei lettori!

Prosegue indefesso il lavoro sul deviatoio di prova: primo compito per il weekend è stato fissare le rotaie agli attacchi prima di rimuovere il deviatoio dallo schema su carta. Purtroppo, a differenza dei precedenti deviatoi, non mi è stato possibile fissare le rotaie tramite saldatura a causa della difficoltà di rimuovere l'ossido dalle caviglie: le dimensioni, di gran lunga inferiori al millimetro non hanno aiutato.

Per questo ho deciso di utilizzare una colla ciano-acrilica dosandola con la punta di uno stuzzicadenti. Da un errore -una macro-goccia è caduta direttamente sulle rotaie mentre cercavo di dosare la micro-goccia per fissare un attacco- ho imparato che in un caso come questo è bene far cadere una goccia su un foglio di carta plastificata e poi da lì prendere la minima quantità di colla necessaria per incollare l'attacco. Prima che la colla faccia presa ho rimosso la colla in eccesso con l'altra estremità dello stuzzicadenti. Una volta terminato il lavoro ed atteso il tempo necessario per l'asciugatura, ho delicatamente separato il deviatoio dallo schema costruttivo, come potete vedere qui sotto.

20160228_140322

Altro compito da svolgere prima della verniciatura è la saldatura dei cavallotti per la continuità elettrica e la polarizzazione delle rotaie della zona cuore. Questo passaggio non è stato necessario per i deviatoi della stazione nascosta perché il rame delle traversine a cui sono state direttamente saldate le rotaie garantiva un ottima conduzione elettrica. In questo caso invece non posso fare affidamento sul contatto tra rotaia ed attacco quindi sono dovuto ricorrere a piccoli spezzoni di filo di rame, mascherati al meglio delle mie capacità. Il più facile è quello che collega il cuore alle zampe di lepre, visibile nell'immagine che segue.

20160228_141121

Il profilo ad E è molto semplice da realizzare con una pinzetta e consente di realizzare il contatto in una sola passata. Sono partito saldando la parte subito sotto il cuore per poi terminare con le zampe di lepre, cercando di spingere il più delicatamente possibile il tutto nello spazio tra la rotaia la traversina. Qui sotto potete vedere il risultato.

20160228_141737

Altro punto di contatto da curare è il collegamento tra aghi e controaghi: in questo caso è sufficiente un cavallotto a forma di C. Avendo la possibilità, il sistema per rendere veramente invisibile questo collegamento è quello di far passare i fili verticalmente sotto il piano del plastico. Poiché però questa è solo una prova, ho voluto sperimentare un'altra tecnica: sfruttando il diametro abbastanza ridotto del filo di rame (0.5mm), assolutamente compatibile in altezza con l'attacco di Weinert, ho pensato di posizionare il cavallotto in corrispondenza dell'ultimo attacco semplice prima della zona degli aghi.

20160228_142404

Dopo aver segnato la traversa con un pennarello, ho sagomato, tagliato a misura e saldato i due cavallotti alle rotaie. Dosando con pazienza il calore del saldatore, penso di essere riuscito nel mio intento: mi riservo di verificare la resa al termine della fase di verniciatura.

20160228_143412

Ultimo passaggio per completare il deviatoio è stata la realizzazione delle barre per la movimentazione degli aghi. Alla fine, riguardando le foto fatte la settimana scorsa, ho giudicato troppo grosso il diametro del filo di ferro: anche togliendo la smaltatura esterna difficilmente sono riuscito a scendere sotto gli 0.65mm e la barra continuava a rimanere troppo appariscente. Considerando però che nella realtà le barre per ogni ago sono 2 e non una, e che dal lato della cassa di azionamento le barre diventano 4, ho pensato di sostituire il filo di ferro con una coppia di fili di rame nichelati da 0.5mm di diametro.

20160228_150644

Ho sagomato i fili come vedete nella foto qui sopra. La parte piegata verso l'alto verrà saldata alla rotaia, mentre lo spazio tra una barra e l'altra della coppia servirà per mantenere un adeguato isolamento elettrico. Ho iniziato saldando la barra della rotaia più vicina alla cassa di manovra ad un residuo di traversina su cui ho delimitato con il dremel due piazzole. Successivamente ho misurato con il calibro la distanza tra i funghi degli aghi e riportato con un pennerallo la misura su una basetta ramata dello stesso spessore della traversa: entrambi questi pezzi sono mantenuti in posizione con pezzetti di biadesivo per fotografie.

20160228_151155

Dopo avere misurato la corretta lunghezza della barra per l'ago più lontano dalla cassa ho piegato e sagomato i terminali da saldare, schiacciandoli con la parte più vicina al fulcro della mia pinza per aumentare la superficie di contatto. Prima di procedere alla saldatura ho realizzato una piccola deformazione per permettere alla barra più interna di scavalcare, senza toccarla, la saldatura preesistente, come potete vedere qui sotto. Oltre alla precisione della misura, si è trattato di fare qualche prova prima di ottenere la forma desiderata.

20160228_153025

Dopodiché, ho capovolto il deviatoio per depositare due gocce di stagno in corrispondenza dei punti di saldatura delle barre agli aghi. Quindi ho rimesso il deviatoio in posizione normale ed ho saltato le barre agli aghi aiutandomi con uno spessore di sezione 1.1x1.1mm inserito tra ago e controago, realizzato con due sottili strisce di cartoncino sovrapposte.

20160228_161257

L'aumento di quasi del 20% della sezione totale della barra, unito alla flessibilità dei profilati codice 75 ed alla lunghezza e flessibilità delle barre permette un funzionamento affidabile -pare- e molto morbido. La possibilità di accedere con una certa facilità al punto di saldatura mi permetterà di rendere più semplice la manutenzione di questi deviatoi rispetto a quelli della stazione nascosta, tanto che sto quasi pensando di adottare un sistema simile anche per altri deviatoi nascosti.

20160228_161305

Infine il risultato estetico pare abbastanza soddisfacente: certo, l'attacco della barra avviene da sotto l'ago e non sul fianco come nei deviatoi veri, ma penso che nel caso di un plastico operativo sia necessario salvaguardare innanzitutto la circolabilità dei rotabili a l'affidabilità del funzionamento.

A questo punto non resta che dipingere il tutto ad aerografo per vedere l'effetto che fa.

A presto!