martedì 3 novembre 2015

I moduli di stazione (2)

Buona serata ai miei lettori!

Il lavoro sul primo modulo della stazione di Caprazzino procede con soddisfazione. Partiamo dai supporti secondari: come potete vedere dalla figura sottostante, ho aggiunto all'intelaiatura una serie di supporti quasi perpendicolari ai principali. Questi listelli seguono approssimativamente le linee di confine delle zone piane di questo modulo e mi servono per evitare che il ripiano in compensato da 4mm fletta sotto il peso delle locomotive che transiteranno sul plastico.

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In questa foto potete anche osservare che hanno già preso forma i due supporti intermedi della rampa di accesso all'elicoidale che porterà da Caprazzino a Frontino. Uno di essi è al centro dell'immagine, mantenuto in posizione dal un morsetto a ganascia.

La difficoltà nella realizzazione di questi supporti, sta tutta nei tagli ad angolo non retto: il modo più semplice per effettuare un lavoro preciso è usare i listelli principali come guida ed usare una matita per tracciare il profilo del taglio. Dopodiché si taglia ad 1, massimo 2 mm di distanza dal segno con la sega per tagli obliqui e si rifila il tutto con la levigatrice. Ho notato che la guida angolare della mia Proxxon tende a cedere leggermente se la pressione che esercito con il legno contro il disco è troppo elevata; per migliorare il risultato uso la guida come riferimento per posizionare un listello di legno ausiliario che blocco con un morsetto a vite.

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Altro passaggio degno di nota è il bloccaggio dei listelli. In questo caso, il fatto che i tagli siano obliqui facilita il compito. Infatti sono sufficienti due blocchetti di legno tagliati a cuneo per bloccare in posizione il supporto secondario, dato che questi non può ruotare. Se osservate il supporto di sinistra, potete vedere alle estremità due morsetti a vite che bloccano ciascuno un cuneo: in questo caso uso il lato piatto così da porre il morsetto a 90° rispetto al supporto principale. Al centro invece potete vedere un morsetto a ganascia che blocca due cunei: qui invece uso il lato angolato del cuneo per far sì che la pressione venga esercitata contemporaneamente sui due listelli da incollare.

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Ultimo passaggio da effettuare prima di passare all'incollaggio del supporto di base è verificare la pendenza generata dai supporti della rampa. Questo passaggio è necessario proprio perché non sto usando i miei tanto amati pilastrini: un errore potrebbe portare in questo caso ad una pendenza difforme da quanto progettato con antiestetici saliscendi. In questo caso, dove il raggio di curvatura della rampa è molto ampio, niente di meglio di una buona riga da 80cm, meglio se metallica. Qualora come il sottoscritto abbiate a disposizione solo una buona vecchia riga di legno, usatela di taglio: la probabilità che con gli anni si sia imbarcata in questa direzione è decisamente trascurabile.

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Vista l'estensione della superficie di compensato da incollare, e considerato che esso dovrà assumere pendenze diverse, passando con continuità dall'una all'altra, questa volta mi sono concesso un po' di tempo per verificare preventivamente quale disposizione di morsetti e pesi avrebbe garantito la migliore adesione del ripiano ai supporti. Fortunatamente è stato tutto molto semplice, tranne nel punto in primo piano dove una deformazione del compensato ha richiesto una combinazione di morsetti e listelli di legno per distribuire uniformemente la pressione.

L'uso delle bottiglie da 2 litri ha inoltre messo in evidenza la tendenza del legno a flettere leggermente lungo le rampe, così come temevo ed avevo già verificato nei primi tratti della rampa lato stazione nascosta. Per questo ho aggiunto 4 listelli secondari a nervatura dei tratti di rampa più a destra, quelli più lontani dalla radice della stazione per intenderci.

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Ovviamente a questo punto ho dovuto modificare i criteri di bloccaggio del compensato per essere sicuro che il pannello aderisse bene all'intelaiatura. Come potete vedere la disposizione dei morsetti sulla parte anteriore e posteriore è praticamente immutata, mentre ho dovuto aggiungere contrappesi al centro delle rampe per consentire un corretto incollaggio del compensato sulle nervature sottostanti. Anche in questo caso, terminato l'incollaggio, ho verificato che la rampa effettivamente non si deforma anche se caricata con 2 kg al centro della campata.

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Infine ho rifinito le parti di rampa eccedenti il modulo. Il metodo più pratico e veloce consiste in un righello metallico bloccato con morsetti alla intelaiatura a fare da riferimento per il taglio da effettuarsi con un cutter ben affilato. Il risultato è eccezionalmente preciso e pulito e richiede solo una minima passata di carta vetrata per eliminare le eventuali schegge. Qui sotto potete vedere il risultato finale prima di procedere all'incollaggio dello schema dei binari.

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Nella foto che segue invece potete osservare come si presenta il modulo visto dall'imbocco della rampa ascendente: sulla destra potete vedere le nervature della base della rampa verso Frontino, mentre in primo piano risulta evidente la complessità dei supporti che sostengono le due rampe.

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A presto!

martedì 27 ottobre 2015

I moduli di stazione (1)

Buona serata ai miei lettori!

Che fare mentre il sughero asciuga? Vale la pena iniziare a pensare al resto del piano di stazione di Caprazzino, che occuperà i restanti quattro moduli con telaio scatolare. Ovviamente questo vuol dire nuovamente dedicarsi al taglio ed all'incollaggio dei fogli A4. Vista la noia del procedimento, se avete un amico con un plotter non esitate a contattarlo: vi risparmierete un sacco di tempo e di piccole imprecisioni. In assenza di tale strumento, Templot vi viene incontro permettendovi di squadrare ogni foglio, così che, una volta tagliati, i bordi corrispondano.

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Questo è il risultato per Caprazzino, in sole 68 pagine: in primo piano in basso potete vedere la sagoma già ritagliata della rampa appena ricoperta di sughero. Al centro della foto a destra si può osservare il primo anello della rampa elicoidale in direzione di Frontino, mentre in secondo piano a sinistra il piano binari della stazione di Caprazzino.

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Qui sopra potete vedere il dettaglio della radice destra, con in secondo piano il raccordo industriale. Al centro della foto il doppio scambio inglese e le due comunicazioni semplici su cui inizierò a lavorare non appena terminata la realizzazione dei moduli di base della stazione e la posa del sughero.

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Questo invece è un dettaglio della radice sinistra, con in alto a sinistra la breve asta di manovra che permette la movimentazione dei carri tra i binari 3 e 4, il binario del piano caricatore ed il raccordo industriale. In primo piano potete vedere il binario di sorpasso per la linea principale Fermignano-Ponte Messa che permette di accedere sul lato destro al piccolo deposito ed ai suoi annessi.

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Altrettanto utile è la rappresentazione in scala 1:4 dell'intero plastico. Innanzitutto più maneggevole -6 fogli A4 sono perfetti per contenere tutto l'impianto-, è molto comoda anche per studiare ed appuntare la posizione degli elementi di sostegno che devono essere realizzati per sostenere il piano di stazione, come potete vedere qui sopra. In questo caso, oltre ai binari, ho riportato anche la posizione di tutti gli elementi di sostegno progettati in precedenza.

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Ed eccoli qui, i due sostegni disegnati. Come potete vedere purtroppo sono entrambi sghembi rispetto al resto dell'intelaiatura, ma questo è stato necessario per far si che le due rampe verso la stazione nascosta e verso Frontino vengano sostenute ad 1/3 e 2/3 della loro estensione su questo modulo. Inoltre il sostegno in secondo piano è lievemente ribassato rispetto a quello in primo piano per evitare di dover realizzare uno scasso su un listello da 15x15mm che ne avrebbe indebolito la struttura.

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Una volta terminata la realizzazione dei supporti principali è ora di iniziare la lavorazione del piano di appoggio. Questa volta ho deciso di realizzare il piano non in sezioni ma in un unico pezzo, così da sfruttare l'elasticità del compensato per ottenere una curvatura liscia e progressiva. Quindi è necessario ritagliare dalla riproduzione in scala 1:1 del plastico la porzione relativa alla radice destra.
Nessun deviatoio è direttamente interessato dalla suddivisione dei moduli, quindi sono abbastanza sereno, tranne per il fatto che alcune traversine dovranno essere tagliate con un angolo piuttosto acuto.

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Dopo una certa dose di pazienza, indispensabile per realizzare tagli curvi, lunghi e precisi con il seghetto alternativo, questo è il risultato finale. Un metodo che ha prodotto buoni risultati è stato quello di tagliare lo schema su carta prima di tagliare il compensato. Fissato al compensato con alcuni punti di nastro adesivo lo schema già tagliato, ho proceduto al taglio cercando di accostare quanto più possibile la lama al foglio di carta senza rovinarlo.

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Dopo aver ripassato i tagli con carta vetrata, ho riportato a matita sui supporti i contorni delle rampe, come potete intravvedere qui sopra. A questo punto ho riportato a livello i due estremi del supporto in secondo piano; infatti solo la parte centrale di questo supporto è interessata dalle rampe: a destra nella foto, più vicino al bordo del plastico, verrà realizzato il deposito, mentre a sinistra, più verso il centro, troverà posto il magazzino merci, ed entrambe queste aree sono a livello con piano di stazione.

La prossima volta vi parlerò della realizzazione dei supporti secondari e dell'incollaggio del piano di base.

A presto!

martedì 20 ottobre 2015

Il completamento della rampa

Buona serata ai miei lettori!

Finalmente, dopo l'ennesima pausa dovuta ad una trasferta di lavoro, questo weekend ho potuto riprendere e terminare il lavoro sulla rampa tra la stazione nascosta e Caprazzino.

Il primo passo, dopo una abbondante passata di carta vetrata per spianare le imperfezioni delle giunzioni tra i moduli della rampa, è stato incollare la rappresentazione in scala 1:1 dei binari ottenuta con Templot, la stessa che avevo utilizzato per ritagliare i moduli dal compensato, come potete vedere dalla foto qui sotto.

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Per farlo ho steso un strato di colla vinilica che ho poi provveduto a assottigliare il più possibile con una spatola metallica. Conviene usare veramente poca colla perché, essendo a base acquosa, tende a fare increspare i fogli di carta. Per questo motivo, al termine dell'incollaggio di ogni singola parte provvedo sempre a ripassare il tutto facendo rotolare sopra il baratolo di colla ed esercitando una leggera pressione: solitamente questo è sufficiente a spianare le eventuali grinze.

Trovo molto utile questo passaggio perché mi permette di vedere in opera il binario prima ancora che questo sia posato. Inoltre mi permette di posizionare molto più facilmente lo spessore di sughero da 4mm che serve sia da spessore per simulare il corpo della massicciata, sia per insonorizzazione.

In particolare ho fatto uso, come per il resto del plastico, di un rotolo di sughero, molto economico, alto mezzo metro e spesso 2mm. Per i tratti rettilinei solitamente ritaglio una striscia larga 3cm, pari alla larghezza delle traverse. Per i tratti in curva la procedura è un po' più tediosa, ma assolutamente necessaria.

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Si tratta infatti di ritagliare una serie di striscioline larghe 1cm, che andranno poi affiancate ed alternate per formare il corpo da 3cm. Nel mio caso si è trattato di tagliarne una trentina circa: in questo caso un buon cutter affilato ed una riga metallica possono velocizzare notevolmente il lavoro.

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Il taglio delle strisce di sughero è un buon esercizio di pazienza che può essere fatto anche sul tavolo di casa, magari mentre la mia consorte è intenta a realizzare i suoi lavoro all'uncinetto (link). Se il cutter è ben affilato bastano poche passate per ottenere un risultato preciso e senza strappi anche alle estremità. Un pezzo di cartoncino spesso un paio di millimetri è sufficiente per evitare di rovinare ogni oggetto "non modellistico".

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Una volta preparate tutte le strisce e controllato che l'incollaggio dello schema sul compensato sia già terminato, è giunto il momento di incollare il sughero sul plastico. Per un lavoro più preciso suggerisco di partire dal lato più vicino e progressivamente di allontanarsi. Inoltre risulta molto utile cercare di alternare le strisce come fossero mattoni: in questo modo, eventuali tendenze ad allargarsi alle estremità verranno contenute dagli strati adiacenti.

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Per i tratti più ostici, soprattutto dove le strisce sono corte può fare comodo servirsi di una spizza di legno trattenuta da due puntine da ingegnere. Altro consiglio: se pensate di utilizzare anche voi sughero in rotoli, abbiate cura di incollarlo in modo tale che le eventuali lievi curvature siano rivolte verso l'alto: in questo modo sarete sicuri che, anche qualora la colla non abbia raggiunto ogni punto, il sughero assumerà sempre un profilo piatto. Terminato il primo strato si può procedere subito ad incollare il secondo, avendo sempre cura di alternare le strisce.

In corrispondenza dei punti di giunzione tra i moduli si possono adottare due strategie. La prima, che vedete illustrata nelle due precedenti fotografie, prevede di tagliare preventivamente il sughero prima di incollarlo e di controllare che la colla non penetri tra un modulo e l'altro utilizzando un foglio di carta plastificato. In alternativa, il secondo metodo prevede di tagliare il sughero solo in un secondo momento, ad incollaggio completamente avvenuto. Non ho notato grosse differenze tra i due sistemi, tranne per il fatto che il secondo è leggermente più veloce.

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Terminata la posa delle strisce, una buona dose delle solite bottiglie da due litri permette di ottenere un incollaggio uniforme e preciso.

A presto!

martedì 6 ottobre 2015

Il progetto dell'elicoidale (2)

Buona serata ai miei lettori!

La costruzione della rampa ascendente procede bene: durante lo scorso weekend sono riuscito a terminare il posizionamento dei pilastrini a sostegno e la preparazione di tutti i moduli restanti, compreso il longherone di irrigidimento. Al momento di scattare le foto che seguono l'incollaggio dei moduli non era ancora stato completato, ma in questi ultimi giorni ho provveduto anche a quello, aiutandomi con dei morsetti oltre che con le solite bottiglie da 2 litri che si intravvedono in basso a sinistra.

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Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto del risultato: la pendenza è costante e regolare, e non ho riscontrato alcun problema con la circolazione dei rotabili sul cappio di ritorno.

A questo punto è necessario occuparsi con cura della progettazione della struttura di sostegno della spirale che occuperà la parte centrale dei moduli d'angolo. In giro su internet si trovano un sacco di proposte, tra cui credo la più popolare siano le barre filettate; potete trovare un ottimo esempio sul sito di Train Passion (link), ma sicuramente uno degli esempi più complessi è quello del plastico del Gruppo Tirreno (link).



Con questo sistema si parte da un listello di base su cui vengono innestate e bloccate con dadi e rondelle due barre filettate. Utilizzando due barre filettate come supporto vengono fissate delle barrette, in questo caso di rame, che fungono da supporto per i ripiani dell'elicoidale. Questa soluzione ha un indubbio vantaggio, ovvero quello di permettere una regolazione molto fine dell'altezza tra i vari livelli.

D'altro canto, la quantità di bulloni necessari è solitamente piuttosto alta, così come il numero di giri necessari per posizionare i bulloni dei primi livelli. Ma soprattutto, è un metodo costruttivo poco adatto a variazioni del raggio dell'elicoidale: infatti la barra filettata deve correre per tutta l'altezza dell'elicoidale. Nel mio caso questo renderebbe molto difficile in certi punti coniugare il raddoppio e l'allargamento perché in alcuni punti le barre andrebbero ad invadere la sagoma libera.

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Infatti, come potete vedere dall'immagine qui sopra, non si deve soltanto tenere conto della differenza in altezza tra i piani dell'elicoidale, ma anche dell'allargamento interno (rosso) ed esterno (verde) della sagoma limite, dovuti rispettivamente allo spanciamento ed allo sbandieramento dei rotabili che affrontano la curva. Come fare dunque? Una soluzione alternativa la potete trovare sul blog di Tim Warris (link) e, come potete vedere, somiglia molto da vicino alla soluzione dei pilastrini.


In questo caso l'autore ha usato dei blocchetti di legno di ugual altezza interposti tra un piano e l'altro: in questo modo è possibile spezzare la colonna per meglio adattarla ai cambi di raggio. Io conto di fare una cosa simile.

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Qui sopra potete vedere uno schizzo di due dei moduli che formeranno la spirale. Sono abbastanza stilizzati ma rappresentano un settore da 45° del mio elicoidale. La prima soluzione, a sinistra, si basa su due moduli da 22.5° assolutamente identici. Sul lato esterno si troveranno una coppia di listelli di legno a sezione quadrata con lato 10mm, separati fra loro da una luce di 19cm, mentre sul lato interno si trova una coppia di listelli sagomati da 20mm, separati tra loro da una luce di 13cm. Dalle prove che ho fatto con le bottiglie, 20cm è il limite massimo per contenere entro i 4mm l'inflessione del compensato da 4mm se caricato con 2 litri di acqua.

Una soluzione alternativa è quella illustrata a sinistra, basata su un unico modulo da 45°, sul cui lato esterno si trova ancora una volta una coppia di listelli quadrati da 10mm di lato. Sul lato interno invece, al posto dei listelli da 20mm si trova un unico listello a forma di L che occupa tutta la lunghezza del modulo. La forma ad L è particolarmente utile per evitare inflessioni anche con luci così ampie e strutta il fatto che sulla parte interna alta c'è un sacco di spazio a disposizione.

Se dal punto di vista della quantità di compensato utilizzato è preferibile la prima soluzione -tra l'altro si hanno anche meno scarti- dal punto di vista della resistenza alla flessione è sicuramente meglio la seconda soluzione. Valuterò in fase di costruzione quale delle due soluzioni sarà la migliore.

A presto!

martedì 29 settembre 2015

Pendenze e sezioni

Buona serata ai miei lettori!

Continua il lavoro sulla rampa ascendente verso la stazione di Caprazzino. A differenza del precedente modulo, il tratto di rampa che ho recentemente iniziato a costruire non è sempre perpendicolare ai supporti principali. Ciò si deduce chiaramente dall'ultima foto dello scorso post: i tagli che separano un tratto di rampa dall'altro sono quasi sempre sghembi. Questo comporta che, volendo essere precisi nel mantenere la pendenza costante, è necessario modificare l'altezza dei pilastrini rispetto a quanto calcolato in corrispondenza della mezzeria.

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Come potete vedere, la differenza di altezza tra gli elementi di ciascuna coppia di pilastrini è spesso trascurabile, dell'ordine di qualche decimo di millimetro. In alcuni casi però la differenza supera il millimetro e sarebbe un errore non considerare fatto. La formula per calcolare la differenza in altezza è abbastanza semplice, nulla che un buon foglio di calcolo non possa tabulare:

dH = D * tan(a) * p / sqrt(1+p^2)

dove 'D' è la distanza tra il centro del supporto e la mezzeria della rampa, 'a' è l'angolo di taglio rispetto alla perpendicolare, 'p' è la pendenza della rampa e dH è l'incremento in altezza. Come ho detto, spesso dH è inferiore al millimetro: questo accade quando l'angolo di taglio è prossimo a 0, ovvero il taglio è perpendicolare alla pendenza. In tutti gli altri casi, è necessario controllare al calibro il pezzo tagliato.

Ma già il fatto di partire con un taglio preciso aiuta a non sprecare legno: ottenere un buon risultato con una sega con guida è piuttosto semplice, basta un righello ed un blocchetto di legno per ottenere un buon riferimento, come potete vedere qui sotto.

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Il primo morsetto a destra blocca il righello, il secondo morsetto blocca il legno, la cui estremità di battuta lato taglio è stata passata alla levigatrice. Ricordate di misurare sempre lo spessore di taglio della lama, onde evitare brutte sorprese, ad esempio pezzi più corti del dovuto una volta misurati al calibro.

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Preparati i pilastrini, è ora il momento di sistemare i moduli della rampa. Prima di tutto, dopo avere levigato le giunzioni, vale sempre la pena fare un controllo e segnare due-tre tacche con la matita che torneranno utili in seguito per ricostruire l'allineamento fra i pezzi in opera.

Altra cosa indispensabile, soprattutto se le rampe sono concentriche, è levigare anche il taglio interno. Mentre l'operazione sul lato esterno è veramente semplice, quella sul lato interno mi ha dato più grattacapi. Fortunatamente il raggio di curvatura interno era sufficientemente largo da poter usare ancora una volta la levigatrice, però in una configurazione leggermente diversa dal solito.

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Normalmente cerco sempre di evitare di andare a battuta con il rivestimento del corpo macchina. In questo caso invece mi risulta comodo proprio per fare perno e asportare poco alla volta l'eccedenza sul lato interno. Purtroppo è molto facile commettere qualche imprecisione ed il risultato spesso non sarà liscio perché si lavorano in pratica pochi millimetri alla volta.

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Anche in questo caso però non c'è di che preoccuparsi. E' sufficiente infatti una passata di carta vetrata appoggiata, ancora meglio se incollata, ad un pezzetto di legno di sufficiente larghezza -potete vedere quello che ho usato  io al centro della prima foto- per asportare le imperfezioni più evidenti ed ottenere un risultato soddisfacente senza troppo penare.

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Una volta terminato il lavoro su tutti i moduli, ho come sempre controllato che tutto fosse in ordine posando ciascun pezzo temporaneamente sui rispettivi pilastrini. Appena possibile toccherà ai rinforzi, ma intanto mi gusto il risultato di un altro tratto di rampa in opera.

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A presto!

martedì 22 settembre 2015

Si sale!

Buona serata ai miei lettori!

Come potete bene immaginare il lavoro di questa settimana è stato tutto rivolto alla costruzione della rampa elicoidale tra la stazione nascosta e Caprazzino. E credo proprio che per le prossime settimane questo continuerà ad essere il tema principale dei lavori, visto che è di fatto il banco di prova dell'elicoidale principale.

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Il tratto in questione è evidenziato in rosso nell'immagine qui sopra: come potete vedere la parte allo scoperto si trova tutta su un modulo, mentre la restante parte, in galleria, è suddivisa su altri tre moduli. La rampa gira all'esterno del cappio di ritorno e viene scavalcata due volte dall'elicoidale che sale verso Frontino.

Il progetto della curva, soprattutto delle sue elevazioni è nato ed è stato sviluppato in XtrcakCAD (link), per poi essere esportato in Templot (link) per perfezionarne e smussarne l'andamento. Il risultato, comprensivo di tutto il piano binari di Caprazzino è un documento di 68 pagine, tutte da rifilare a mano, che rappresenta il tracciato in scala 1:1.

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Qui sopra potete vedere la parte relativa alla parte allo scoperto della rampa ed alcune adiacenze. Dopo avere rifilato a mano i fogli prodotti da Templot, li ho pazientemente accostati ed uniti con pezzetti di scotch, prestando particolare attenzione a che il nastro adesivo venisse posizionato sul lato posteriore del foglio in corrispondenza dei tratti di binario. Questo mi  risulta comodo per la seconda fase, ovvero il riporto delle sagome di libero passaggio.

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Infatti, una particolarità che ancora manca a Templot è il calcolo automatico dell'allargamento della sagoma limite: purtroppo questa è una cosa da fare a mano, specie se si vogliono dormire sonni tranquilli, senza doversi preoccupare che i rotabili cozzino contro i altri ostacoli. Per fare questo, oltre ad un poco di trigonometria necessaria per calcolare spanciamento e sbandieramento in funzione del raggio di curvatura, è sufficiente estendere l'asse di una traversina su tre, riportare i valori ed unire i punti.

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Terminata questa fase è giunto il momento di riportare i profili dei sostegni del telaio del plastico ed i punti di separazione tra i segmenti che costituiranno la rampa. Per mia scelta ogni tratto di rampa si interrompe sulla mezzeria del supporto, sia esso da 20 o da 15mm; nel mio caso la rampa è stata suddivisa in 10 parti, che sono state ritagliate dallo schema e numerate per non confonderle in seguito.

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Questi segmenti, che come potete vedere sono piuttosto irregolari nelle loro forme, sono abbastanza piccoli da permettermi sia di considerare trascurabile lo sghembo tra la testa e la coda di ogni elemento, sia di ridurre al minimo lo scarto nella lavorazione del compensato, come potete vedere qui sotto.

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In questo caso, dei 10 pezzi ottenuti, tre hanno trovato posto su un resto di lavorazione, mentre i restanti 7 si sono suddivisi lo spazio su una tavola nuova. Ho preferito non incollare ancora i fogli alla carta; lo farò solo in seguito, dopo aver posizionato i pezzi in modo definitivo: non si sa mai che debba rifare qualche pezzo. Altra cosa da controllare prima del taglio è se la tavola scelta sia imbarcata o no, e se sì in quale direzione. La mia purtroppo era imbarcata nel senso della lunghezza: per questo ho disposto le sagome perpendicolarmente alla piega, così da ridurre l'effetto complessivo.

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Dopo aver riportato le sagome sul compensato con una matita a scatto a punta fine, sono sceso in cantina ed ho messo mano al seghetto alternativo, un po' troppo rumoroso per essere usato in appartamento. Al termine ho controllato che il risultato al grezzo mi soddisfacesse: la foto non pare male. Il prossimo passo sarà una bella passata alla levigatrice a disco e la costruzione degli innumerevoli pilastrini e delle travi di supporto.

Ci vediamo sabato a Novegro! Se ci siete battete un colpo.

A presto!

mercoledì 16 settembre 2015

Ritorno dalle vacanze

Buona serata ai miei lettori e ben ritrovati!

Dopo la pausa estiva, il ritorno al lavoro sul plastico è stato molto soft. Questo weekend, infatti, tra una sagra ed un matrimonio, il tempo è stato veramente poco. Comunque sia, dopo tutto il tempo speso al computer per la progettazione della rampa elicoidale tra le stazioni di Caprazzino e Frontino -dovrete pazientare ancora un poco per la seconda parte- non vedevo l'ora di rimettere mano ai lavori di carpenteria. Per questo, dopo avere ordinato le rotaie per il piano di stazione, ho cominciato a lavorare sulla rampa elicoidale che collega la stazione nascosta a Caprazzino.

Vediamo di contestualizzare un poco. Ricordate il cappio di ritorno?

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In alto a sinistra, vicino al muro, c'è un deviatoio destro. Il ramo deviato immette nel cappio di ritorno, mentre il ramo corretto porta al tratto di collegamento di cui mi occuperò oggi.

Per contenere la pendenza del tracciato entro il limite del 3%, la rampa inizia prima del deviatoio, per essere precisi proprio nel punto di giunzione dei moduli. Non solo, subito dopo il deviatoio, il ramo deviato ridiscende verso il piano della stazione nascosta. La base della rampa è dunque in parte in pendenza semplice ed in pendenza e contro pendenza. Per questo motivo, negli scorsi mesi, ho dovuto prima di tutto affrontare il problema di raccordare nel modo più dolce possibile il piano della stazione nascosta con la rampa in salita.

Il lavoro è cominciato incollando una copia del piano binari sul compensato e posizionando due spessori costruiti impilando uno sull'altro delle striscioline di cartone spesse 0.6mm, ottenute dalle confezioni di cereali di cui è ghiotta mia moglie. E' importante che il cartoncino sia compatto, in questo modo anche se sottoposto a pressione non si assottiglierà con il tempo.

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Controllati gli spessori sul ramo deviato, ho ripetuto lo stesso procedimento con il ramo corretto. Nel frattempo ho anche iniziato a preparare i pezzi di compensato da 4mm che costituiranno la base della rampa dopo il deviatoio: in questo caso i supporti in cartoncino sono stati costruiti tenendo conto dello spessore del legno. Al confine del modulo, per avere un supporto più stabile, ho utilizzato 3 pezzetti di compensato sagomati a misura; alternativamente avrei potuto usare uno dei listelli da 14mm dopo una passata alla levigatrice per asportare qualche millimetro in eccesso.

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A sinistra potete invece vedere la soluzione adottata per il supporto del deviatoio. Ho scelto un cartoncino da 0.5mm così da poter avere un maggior controllo sulla pendenza. La lunghezza di ciascuna striscia è stata calcolata in modo da creare un profilo liscio. Per chi sia interessato al metodo, ho utilizzato una curva cubica del tipo h = a + b.x + c.x^2 + d.x^3, così da poter impostare per ciascun estremo altezza e pendenza: un foglio di calcolo come Excel aiuta molto in questo caso.

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Il risultato è questo: dal basso verso l'alto, ciascuna delle 12 strisce è progressivamente più lunga della precedente. Non ho trovato necessario smussare il piano risultante perché l'applicazione dei 4mm di sughero per l'insonorizzazione è più che sufficiente per attenuare i gradini.

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Sistemata la base della rampa, ho collocato sul posto i pezzetti di compensato da 4mm e smussato le inevitabili imperfezioni nel raccordo tra la parte in legno e quella in cartoncino. Dopodiché ho completato il resto della rampa discendente con adeguati spessori ed aggiunto il sughero.

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La lente della macchina fotografica è un giudice impietoso. Guardando questa foto infatti mi sono accorto che l'attacco della rampa discendente non era come volevo: il cambio di pendenza sul ramo deviato infatti risulta troppo brusco. Per questo motivo ho fatto una piccola correzione utilizzando 3 fogli di cartoncino bianco da 200gr/m2 di spessore.

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Soddisfatto del risultato finale e dopo un sufficiente numero di giri di prova senza problemi, sono potuto passare in questi giorni al resto della rampa in salita. Separato il modulo d'angolo dal plastico per poter lavorare meglio ho tagliato a misura i segmenti di rampa.

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Per ridurre al minimo gli sfridi ho scelto di dividere la rampa di questo modulo in quattro parti, ciascuna corrispondente ai rinforzi diagonali. Al contrario del modulo precedente, dove ho usato degli strati sovrapposti di cartoncino, in questo caso, vista l'altezza dei supporto ho scelto di utilizzare dei listelli di legno, a mo' di pilastrini, che potete vedere qui sotto. Come sempre ho controllato con il calibro a nonio che l'altezza fosse conforme a quanto progettato al computer.

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Una volta incollati i supporti, ho controllato che i quattro pezzi della rampa si accostassero bene gli uni agli altri e che non impedissero il transito sull'anello di ritorno. A questo scopo ho utilizzato la carrozza più lunga che percorrerà il plastico, la semipilota MDVE: infatti, tanto più lungo è il rotabile, tanto maggiore sarà lo sbandieramento -aumento della sagoma di libero passaggio sul lato esterno della curva- e lo spanciamento -aumento della sagoma di libero passaggio sul lato interno della curva. Ma come potete vedere qui sotto, a quanto pare non vi sono problemi di sorta.

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Ultima prova da fare prima di incollare i tratti di rampa è quella alla flessione. Non voglio infatti che il peso di un rotabile in transito deformi troppo il piano della rampa, con il rischio di causare un deragliamento. Un buon modo per controllare questo comportamento è caricare la rampa con un peso decisamente superiore a quello dei rotabili: io ho scelto una bottiglia d'acqua da 2 litri appoggiata sul fianco.

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Come potete vedere, la rampa flette eccome, abbassandosi di un paio di millimetri al centro della campata. Fortunatamente avevo previsto questo fatto ed avevo già pronta una soluzione. Ho sagomato a misura quattro listelli quadrati da 14mm di lato e li ho incollati al centro come rinforzo.

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La struttura così ottenuta è più leggera di un piano di compensato da 10mm di spessore ma tende a flettere decisamente meno poiché al centro lo spessore raggiunge i 18mm di altezza. Come potete vedere qui sotto, la prova bottiglia è superata a pieni voti.

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Il vantaggio di usare i pilastrini in questo caso è evidente: ho potuto aggiungere i listelli di rinforzo lungo tutta la superficie inferiore della rampa senza dovermi preoccupare dei eventuali sagomature. Sebbene in presenza di carichi più elevati e rampe più larghe sia utile che anche la nervatura poggi sul supporto, nel caso di una rampa come questa si può lasciare che sia il compensato a trasferire il carico ai pilastrini: la deformazione laterale è del tutto trascurabile.

A presto!