Buona serata ai miei lettori!
Il lavoro sul doppio inglese procede bene, ma sta richiedendo più tempo del previsto. A differenza dei deviatoi semplici ho dovuto intervenire molte volte per sagomare gli attacchi, sia in corrispondenza dei due cuori, sia in corrispondenza degli aghi interni. Come potete vedere dalla foto qui sotto, oltre alla solita zona delle controrotaie del cuore, dove ho dovuto rimuovere la parte interna dell'attacco per fare posto alla controrotaia stessa, ho dovuto intervenire anche sulle tre coppie di attacchi speciali più vicini al cuore. In questa zona infatti gli attacchi così come rimossi dalla piastrina risultano troppo lunghi ed andrebbero a toccarsi, generando un corto circuito.
In totale per per questo doppio inglese ho impiegato 86 attacchi normali e 66 attacchi speciali, circa una volta e mezzo il numero impiegato di un deviatoio semplice. Solo il taglio e la carteggiatura di tutti gli attacchi mi ha richiesto quasi 3 ore: il risultato però mi soddisfa.
Terminata la saldatura degli attacchi mi sono dedicato alla preparazione dei cuori, entrambi rettilinei ed a 12°. Per l'unico inglese di Caprazzino ho deciso di ispirarmi ad un analogo deviatoio -ora rimosso- presente fino a Maggio nella stazione di Cesena. A giudicare dalla fotografia qui sotto, il deviatoio in questione ha un cuore monoblocco, e la distribuzione del metallo tra la punta del cuore e le giunzioni tende a degradare uniformemente piuttosto che a terminare bruscamente. Per rispettare le norme NEM e la lunghezza delle controrotaie di Weinert, che andranno installate ai lati del cuore, ho allungato di una traversa le zampe di lepre.
Ho quindi iniziato la lavorazione del primo set di rotaie ed aghi; ciascun set è costituito da 5 pezzi: una rotaia lunga esterna, rettilinea alle estremità e curva al centro, due brevi rotaie rettilinee che costituiscono il prolungamento delle zampe di lepre, e due coppie di aghi flessibili, uno costituito da due tratti rettilinei, l'altro da un unico tratto curvo. Come potete vedere dalla foto qui sotto, ho come sempre riportato con un pennarello le porzioni di rotaia su cui dovrò intervenire: in particolare questa volta dovrò lavorare su entrambe le facce degli aghi, asportando una sezione lunga 4mm anche dalla parte interna dell'ago, al fine di facilitarne il movimento da parte dei tiranti.
Per realizzare la rotaia più lunga che, come ho detto, è curva solo al centro, ho seguito questa strada: ho prima azzerato la curvatura sul mio surrogato di "track roller", poi ho inserito la rotaia fino a raggiungere l'inizio del tratto curvo. A questo punto ho iniziato pian piano ad incrementare la curvatura, avendo cura di percorrere solo il tratto centrale della rotaia. Dopo qualche passaggio sono riuscito a far corrispondere la curvatura del pezzo con quella del progetto.
Prevedo almeno un altro weekend per terminare il lavoro di sagomatura e posa delle rotaie: queste vacanze di Natale saranno sicuramente di aiuto.
A presto!
martedì 20 dicembre 2016
martedì 6 dicembre 2016
Doppio inglese (3)
Buona serata ai miei lettori!
Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC. Non vedo l'ora di metterla in funzione e mandare in pensione il vecchio ed ingombrante PC. Ci vorrà però un bel po' di lavoro prima di vedere una loco muoversi, ma vi terrò aggiornati!
Il post di questa settimana potrebbe tranquillamente chiamarsi "Traversine 2.0": infatti, dopo molto pen(s)are, sono riuscito a trovare un modo leggermente più veloce, ma decisamente più versatile e meno faticoso per realizzare le traversine. In giro in rete e sui forum si trovano spesso realizzazioni di traverse in PCB lavorate dal pieno con frese a controllo numerico (CNC).
Sebbene mi farebbe molto piacere possederne una -ne ho assemblata una per il mio lavoro in facoltà, ma è un po' fuori budget...- ne sono decisamente sprovvisto e quindi fino ad ora mi sono arrangiato con la carta vetrata. Il sistema ha funzionato decisamente bene ma ha sempre sofferto di un grosso svantaggio: non posso incidere le traverse in diagonale come nella foto qui sopra. Mentre ho potuto osservare che in un deviatoio semplice questa non è tutto sommato una grave perdita, per il deviatoio inglese invece le cose sono decisamente diverse.
Come potete vedere da questa foto scattata al termine del lavoro sulle traverse, le zone da sagomare al centro del deviatoio sono un po' più complesse, complice l'aumento del numero di profilati che compongono questo apparato. La soluzione al mio problema -come talvolta capita- si è presentata da sola quando ho scheggiato una dei dischetti da taglio del Dremel, ottenendo come risultato qualcosa di simile ad un noto marchio di prodotti elettronici.
A parte questo "sbecco" il dischetto è rimasto perfettamente intatto e continua a fare il suo dovere. In più, come era prevedibile, ha acquistato una proprietà decisamente desiderabile: una volta messo in rotazione a 5000 giri/minuto la corona esterna appare semitrasparente, un po' come l'otturatore di una macchina da presa. L'effetto risulta particolarmente pronunciato in presenza di contrasti elevati, per questo nella foto qui sotto si riesce a vedere il riflesso della pinzetta che continua per un paio di millimetri e si sovrappone al dischetto.
Questo effetto è decisamente desiderabile per lavorare le traversine. Infatti lo spessore di rame che riveste le traverse è circa 1/30 di millimetro (34.3µm per gli amici) quindi bisogna essere abbastanza delicati per non incidere troppo a fondo il materiale della traversa. Ora, con la parte semitrasparente, sono riuscito a vedere perfettamente bene il punto esatto in cui il dischetto abrade il rame, così sono riuscito a controllare bene la lavorazione ed asportare circa metà dello spessore del rame, come potete vedere qui sotto.
La foto in realtà riassume tutte le fasi della nuova lavorazione. Come sempre inizio riportando la posizione degli attacchi con un pennarello da lucidi; poi aiutandomi con il righello ho esteso il punto riportato a tutta la larghezza della traversa, così da avere una guida per i tagli. A questo punto ho inciso tutto lo spessore del rame con il Dremel così da avere una zona di guardia per le successive operazioni. Terminata questa fase ho iniziato a rimuovere le parti di rame dal centro della traversa: ho proceduto rimuovendo prima un sottile strato di rame, come potete vedere al centro della foto, poi ho terminando il lavoro con una seconda passata, in modo da mettere a nudo il materiale sottostante. Certo, il lavoro non è così preciso e regolare come quello ottenuto con una macchina a controllo numerico, ma sono ugualmente soddisfatto, anche considerando che non ho mai visto due traverse di legno -come dovranno apparire al termine dei lavori- uguali fra loro. Quindi ben venga qualche lieve imperfezione.
A presto!
Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC. Non vedo l'ora di metterla in funzione e mandare in pensione il vecchio ed ingombrante PC. Ci vorrà però un bel po' di lavoro prima di vedere una loco muoversi, ma vi terrò aggiornati!
Il post di questa settimana potrebbe tranquillamente chiamarsi "Traversine 2.0": infatti, dopo molto pen(s)are, sono riuscito a trovare un modo leggermente più veloce, ma decisamente più versatile e meno faticoso per realizzare le traversine. In giro in rete e sui forum si trovano spesso realizzazioni di traverse in PCB lavorate dal pieno con frese a controllo numerico (CNC).
Immagine tratta dal sito http://vikaschander.com/trackwork/
Sebbene mi farebbe molto piacere possederne una -ne ho assemblata una per il mio lavoro in facoltà, ma è un po' fuori budget...- ne sono decisamente sprovvisto e quindi fino ad ora mi sono arrangiato con la carta vetrata. Il sistema ha funzionato decisamente bene ma ha sempre sofferto di un grosso svantaggio: non posso incidere le traverse in diagonale come nella foto qui sopra. Mentre ho potuto osservare che in un deviatoio semplice questa non è tutto sommato una grave perdita, per il deviatoio inglese invece le cose sono decisamente diverse.
Come potete vedere da questa foto scattata al termine del lavoro sulle traverse, le zone da sagomare al centro del deviatoio sono un po' più complesse, complice l'aumento del numero di profilati che compongono questo apparato. La soluzione al mio problema -come talvolta capita- si è presentata da sola quando ho scheggiato una dei dischetti da taglio del Dremel, ottenendo come risultato qualcosa di simile ad un noto marchio di prodotti elettronici.
A parte questo "sbecco" il dischetto è rimasto perfettamente intatto e continua a fare il suo dovere. In più, come era prevedibile, ha acquistato una proprietà decisamente desiderabile: una volta messo in rotazione a 5000 giri/minuto la corona esterna appare semitrasparente, un po' come l'otturatore di una macchina da presa. L'effetto risulta particolarmente pronunciato in presenza di contrasti elevati, per questo nella foto qui sotto si riesce a vedere il riflesso della pinzetta che continua per un paio di millimetri e si sovrappone al dischetto.
Questo effetto è decisamente desiderabile per lavorare le traversine. Infatti lo spessore di rame che riveste le traverse è circa 1/30 di millimetro (34.3µm per gli amici) quindi bisogna essere abbastanza delicati per non incidere troppo a fondo il materiale della traversa. Ora, con la parte semitrasparente, sono riuscito a vedere perfettamente bene il punto esatto in cui il dischetto abrade il rame, così sono riuscito a controllare bene la lavorazione ed asportare circa metà dello spessore del rame, come potete vedere qui sotto.
La foto in realtà riassume tutte le fasi della nuova lavorazione. Come sempre inizio riportando la posizione degli attacchi con un pennarello da lucidi; poi aiutandomi con il righello ho esteso il punto riportato a tutta la larghezza della traversa, così da avere una guida per i tagli. A questo punto ho inciso tutto lo spessore del rame con il Dremel così da avere una zona di guardia per le successive operazioni. Terminata questa fase ho iniziato a rimuovere le parti di rame dal centro della traversa: ho proceduto rimuovendo prima un sottile strato di rame, come potete vedere al centro della foto, poi ho terminando il lavoro con una seconda passata, in modo da mettere a nudo il materiale sottostante. Certo, il lavoro non è così preciso e regolare come quello ottenuto con una macchina a controllo numerico, ma sono ugualmente soddisfatto, anche considerando che non ho mai visto due traverse di legno -come dovranno apparire al termine dei lavori- uguali fra loro. Quindi ben venga qualche lieve imperfezione.
A presto!
mercoledì 30 novembre 2016
Doppio inglese (2)
Buona serata ai miei lettori!
Questo weekend ho iniziato a lavorare seriamente sul doppio inglese. I primi passi come sempre sono lenti, ma con un oggetto come questo sotto mano penso proprio sia meglio così. Devo ammettere infatti che mi sento particolarmente timoroso nel realizzare questo dispositivo, avendone ben presente la complessità. Quindi avanzare a marcia a vista mi fa comodo perché mi da il tempo di riflettere su quale sia la strada migliore per ottenere il risultato voluto.
Partiamo dalla traversinatura: come potete vedere nell'immagine qui sopra all'apparenza è più semplice di quella di un deviatoio comune per il fatto che tutte le traverse sono parallele. In realtà, per fare un lavoro accurato, è necessario modellare le differenti spaziature delle traverse, considerando anche lo spazio dove dovranno essere inseriti i tiranti degli aghi. Per questo doppio inglese ho riservato uno spazio di 4.5mm, corrispondente ad una distanza al vero tra gli assi delle traverse di 630mm, più che sufficiente per ospitare fino a 4 tiranti.
Altra considerazione assolutamente indispensabile per un plastico alimentato in digitale come quello di Caprazzino riguarda la polarizzazione dei vari tratti di rotaia che compongono il doppio inglese. La configurazione che ho scelto è una lieve variazione di quella classica consigliata per il DCC (link), con l'unica differenza riscontrabile nella polarizzazione di tutte le controrotaie, dato che verranno realizzati con profilati metallici come ho fatto per tutti gli altri deviatoi. I punti di separazione tra le quattro zone corrisponderanno ai coppioni, seguendo la procedura ormai consolidata che ho adottato per i deviatoi semplici. Allo stesso modo dovrò sagomare con attenzione gli attacchi speciali delle traverse più vicine al cuore, dal momento che devo garantire la separazione elettrica tra le rotaie in rosso e quelle in verde dello schema qui sopra.
Ultima cosa che mi ha dato più di un grattacapo è la realizzazione dei tiranti degli aghi. Volendo evitare di realizzare una traversina mobile, come ho visto fare in altre realizzazioni, perché la ritengo poco modellistica, ho cercato in rete una immagine che illustrasse chiaramente la disposizione al vero di questa parte meccanica. Fortunatamente ho trovato un filmato perfetto (link), uno dei fotogrammi del quale vedete nell'immagine qui sopra. Poiché, nella riproduzione modellistica, i due aghi di sinistra sono connessi alla stessa alimentazione, ma elettricamente isolati da quelli di destra, ho pensato di comportarmi in modo simile a quanto fatto per i deviatoi, realizzando due tiranti paralleli. Con riferimento alle immagini che seguono, il tirante rosso rappresenterà i tiranti degli aghi di sinistra (in arancione nella foto precedente) mentre il tirante verde rappresenterà i tiranti degli aghi di destra (in rosso e blu nella foto precedente).
Le due aree che ho evidenziato in grigio saranno le superfici di saldatura per collegare i tiranti agli aghi. Particolare cura dovrò riservare all'isolamento elettrico delle parti in cui i tiranti si sovrappongono, onde evitare corto circuiti accidentali: dopo tutto i tiranti sono saldati. Sicuramente un velo di cianoacrilica ed una leggera mano di smalto rosso serviranno allo scopo. Non prevedo una particolare difficoltà nel preparare e nel saldare questi elementi: fino ad ora un paio di pinze da modellismo a punta quadrata sono state più che sufficienti a realizzare i gomiti necessari per il controllo degli aghi dei deviatoi semplici. Il risultato finale dovrebbe essere simile a quanto segue.
In conclusione di questo post vorrei rivolgere un ringraziamento speciale ad Enzo Carbone, conosciuto sul forum di TuttoTreno Modellismo (link) che con le immagini del suo doppio inglese è stato una costante fonte di ispirazione.
A presto!
Questo weekend ho iniziato a lavorare seriamente sul doppio inglese. I primi passi come sempre sono lenti, ma con un oggetto come questo sotto mano penso proprio sia meglio così. Devo ammettere infatti che mi sento particolarmente timoroso nel realizzare questo dispositivo, avendone ben presente la complessità. Quindi avanzare a marcia a vista mi fa comodo perché mi da il tempo di riflettere su quale sia la strada migliore per ottenere il risultato voluto.
Partiamo dalla traversinatura: come potete vedere nell'immagine qui sopra all'apparenza è più semplice di quella di un deviatoio comune per il fatto che tutte le traverse sono parallele. In realtà, per fare un lavoro accurato, è necessario modellare le differenti spaziature delle traverse, considerando anche lo spazio dove dovranno essere inseriti i tiranti degli aghi. Per questo doppio inglese ho riservato uno spazio di 4.5mm, corrispondente ad una distanza al vero tra gli assi delle traverse di 630mm, più che sufficiente per ospitare fino a 4 tiranti.
Altra considerazione assolutamente indispensabile per un plastico alimentato in digitale come quello di Caprazzino riguarda la polarizzazione dei vari tratti di rotaia che compongono il doppio inglese. La configurazione che ho scelto è una lieve variazione di quella classica consigliata per il DCC (link), con l'unica differenza riscontrabile nella polarizzazione di tutte le controrotaie, dato che verranno realizzati con profilati metallici come ho fatto per tutti gli altri deviatoi. I punti di separazione tra le quattro zone corrisponderanno ai coppioni, seguendo la procedura ormai consolidata che ho adottato per i deviatoi semplici. Allo stesso modo dovrò sagomare con attenzione gli attacchi speciali delle traverse più vicine al cuore, dal momento che devo garantire la separazione elettrica tra le rotaie in rosso e quelle in verde dello schema qui sopra.
Ultima cosa che mi ha dato più di un grattacapo è la realizzazione dei tiranti degli aghi. Volendo evitare di realizzare una traversina mobile, come ho visto fare in altre realizzazioni, perché la ritengo poco modellistica, ho cercato in rete una immagine che illustrasse chiaramente la disposizione al vero di questa parte meccanica. Fortunatamente ho trovato un filmato perfetto (link), uno dei fotogrammi del quale vedete nell'immagine qui sopra. Poiché, nella riproduzione modellistica, i due aghi di sinistra sono connessi alla stessa alimentazione, ma elettricamente isolati da quelli di destra, ho pensato di comportarmi in modo simile a quanto fatto per i deviatoi, realizzando due tiranti paralleli. Con riferimento alle immagini che seguono, il tirante rosso rappresenterà i tiranti degli aghi di sinistra (in arancione nella foto precedente) mentre il tirante verde rappresenterà i tiranti degli aghi di destra (in rosso e blu nella foto precedente).
Le due aree che ho evidenziato in grigio saranno le superfici di saldatura per collegare i tiranti agli aghi. Particolare cura dovrò riservare all'isolamento elettrico delle parti in cui i tiranti si sovrappongono, onde evitare corto circuiti accidentali: dopo tutto i tiranti sono saldati. Sicuramente un velo di cianoacrilica ed una leggera mano di smalto rosso serviranno allo scopo. Non prevedo una particolare difficoltà nel preparare e nel saldare questi elementi: fino ad ora un paio di pinze da modellismo a punta quadrata sono state più che sufficienti a realizzare i gomiti necessari per il controllo degli aghi dei deviatoi semplici. Il risultato finale dovrebbe essere simile a quanto segue.
In conclusione di questo post vorrei rivolgere un ringraziamento speciale ad Enzo Carbone, conosciuto sul forum di TuttoTreno Modellismo (link) che con le immagini del suo doppio inglese è stato una costante fonte di ispirazione.
A presto!
mercoledì 23 novembre 2016
Deviatoio curvo e doppio inglese
Buona serata ai miei lettori!
Questo weekend ho portato a termine il grosso del lavoro sul primo deviatoio curvo della stazione di Caprazzino. Beninteso, il raggio di curvatura del ramo esterno è 4m, quindi sembra quasi perfettamente rettilineo ad uno sguardo superficiale, ma la curvatura c'è e si sente. Rispetto all'ingresso, i ramo corretto si discosta di oltre 5mm su una distanza di circa 25cm. Inoltre si percepisce molto di più nel momento in cui si lavora sugli aghi.
Infatti, mentre l'ago del ramo deviato, quello più in basso nella foto qui sopra, deve essere levigato dal lato della convessità e quindi la lavorazione risulta semplificata, l'ago del remo corretto deve essere lavorato dal lato della concavità. Poiché la levigatrice che uso ha un disco abbastanza ampio, è stato più complesso ottenere una lavorazione uniforme: per ottenere un buon risultato, invece che lavorare sulla parte mediana del disco, ho dovuto lavorare sulla parte esterna. In questo modo sono riuscito a sfruttare quel minimo di convessità che ha compensato la convessità dell'ago. Poiché una immagine vale più di cento parole, qui sotto ho cercato di mostravi cosa voglio dire.
Questo che vedete è uno dei due aghi prima della lavorazione. Come potete osservare la curva ha un raggio ampio ma è percepibile. Se si tratta di lavorare sulla parte esterna della curva, quindi dal lato convesso, si può lavorare con tranquillità sulla parte mediana della levigatrice.
Se al contrario si tratta di lavorare sulla parte interna della curva, quindi dal lato concavo, non è più possibile lavorare nel modo che vedere qui sopra. Conviene invece lavorare sulla parte più esterna. In questo modo la curva non sarà di intralcio e non si rischierà di deformare l'ago.
Archiviato il discorso deviatoi curvi, è ora di passare al mio cruccio più grande: il doppio inglese. Matematicamente parlando la progettazione è semplicissima: stabilito l'interbinario (50mm) e l'angolo di deviata (12°) con le solite formulette trigonometriche ho stabilito la geometria di base, in particolare il raggio di curvatura (637mm), più che sufficiente per non dare problemi alle loco a passo lungo come la Pierina.
Di tutt'altro genere invece è stata la progettazione con Templot. Il doppio inglese infatti è, dal mio punto di vista, l'oggetto più complesso da produrre con questo programma, che è già ostico in partenza. Infatti si compone di ben 8 pezzi, tra grandi e piccoli, come potete vedere dalla foto qui sotto. Oltre ai due pezzi base, che potete vedere con le rotaie in blu, bisogna aggiungere le 4 coppie di aghi ed i due tratti curvi di collegamento, questi ultimi evidenziati in rosso.
Per realizzarlo, prima si realizza un deviatoio semplice, poi lo si trasforma in un mezzo incrocio (half-diamond in inglese) cliccando sul menù template > convert turnout to half-diamond. Poi si modificano le traversione cliccando su real > timbering > half-diamond timbering. Il risultato lo potete vedere qui sotto.
A questo punto bisogna creare l'altra metà dell'incrocio facendo click su tools > make diamond-crossing. Poi è necessario fissare il riferimento al punto di incrocio del tracciato deviato (TCP) o al punto di incrocio del tracciato corretto (MCP) facendo click sul menù geometry > peg positions. Poi si salvano le due metà dell'incrocio facendo click su program > store & background e premendo continue dal menù che appare. Si ottiene questo risultato.
Poiché voglio fare un incrocio inglese doppio, sarà necessario lavorare su tutti e quattro i punti di riferimento, due su ciascuna metà. Partendo dal primo, quello in alto a sinistra, si genera un nuovo template facendo click su template > new template: io solitamente sceglio le opzioni "REA B-6" per la dimensione del deviatoio (turnout size) e "straight" per la curvatura del deviatoio (main road curving). Se il template creato dopo aver premuto il pulsante ok è in una posizione scomoda lo si può spostare premendo il tasto F7 dalla tastiera del pc.
Ora bisogna ritagliare questo nuovo template: prima converto il template in uno compatibile con l'incrocio facendo click su template > switch settings ... e scegliendo l'opzione "BH or FB 1:24 (A) switch for 1:6 slip". Poi taglio la parte oltre il telaio degli aghi facendo click su do > snap to switch heel e la parte prima degli aghi facendo click su do > blank to switch toe. Ora posso allineare il telaio degli aghi all'incrocio selezionando con il tasto sinistro una delle due metà e facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing dal menù che compare. Se si lavora sul ramo deviato Templot si lamenta e chiede conferma: in questo caso basta fare click su yes - continue. Se gli aghi si trovano dalla parte sbagliata basta fare click su template > swap end. Il risultato sarà circa questo.
A questo punto copio il template degli aghi sugli altri tre punti. Per fare questo, prima faccio click su program > store & background, poi sposto il riferimento su un nuovo punto facendo click su geometry > peg positions, infine riposiziono il telaio facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing, come ho fatto poco prima. Dopo aver ripetuto queste operazioni per tutti i punti si ottiene questo risultato.
A questo punto è necessario creare i rami curvi. Prima di tutto faccio click ancora una volta su program > store & background, poi creo un nuovo template di curva facendo click su template > new template: il raggio di curvatura non ha importanza, dal momento che dovrà essere corretto manualmente. Poi rimuovo le traversine facendo click su real > timbering > no timbering, seleziono uno dei telai degli aghi facendo click sulla sua etichetta mentre tengo premuto il tasto shift, infine posiziono il riferimento al termine del telaio degli aghi facendo click su peg/align tools > move peg on background template, and notch under > switch heel. Ora, dopo aver selezionato nuovamente il telaio aghi, faccio click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-facing per allineare la curva appena creata.
A questo punto correggo raggio il raggio di curvatura premendo il tasto F6 ed trascinando con il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non si va a sovrapporre al telaio aghi corrispondente sull'altra metà del deviatoio. Poi correggo la lunghezza della curva premendo il tasto F4 e trascinando il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non termina laddove gli aghi si staccano dalla rotaia. Ripetendo questa procedure per l'altra coppia di aghi il risultato che si ottiene è quello desiderato. Ora è possibile sistemare la posizione e la lunghezza delle traverse selezionando una delle due metà dell'incrocio e facendo click su real > shove timbers ...: ora il lavoro è finalmente concluso.
Templot non è certamente il programma più semplice da utilizzare per progettare tracciati. Anzi, a detta dello stesso autore non nasce per progettare tracciati, ma per progettare binari, ovvero per tutti coloro che vogliono cimentarsi nell'autocostruzione dei propri deviatoi. Certo bisogna ammettere che non ha rivali quanto a flessibilità e precisione...
A presto!
Questo weekend ho portato a termine il grosso del lavoro sul primo deviatoio curvo della stazione di Caprazzino. Beninteso, il raggio di curvatura del ramo esterno è 4m, quindi sembra quasi perfettamente rettilineo ad uno sguardo superficiale, ma la curvatura c'è e si sente. Rispetto all'ingresso, i ramo corretto si discosta di oltre 5mm su una distanza di circa 25cm. Inoltre si percepisce molto di più nel momento in cui si lavora sugli aghi.
Infatti, mentre l'ago del ramo deviato, quello più in basso nella foto qui sopra, deve essere levigato dal lato della convessità e quindi la lavorazione risulta semplificata, l'ago del remo corretto deve essere lavorato dal lato della concavità. Poiché la levigatrice che uso ha un disco abbastanza ampio, è stato più complesso ottenere una lavorazione uniforme: per ottenere un buon risultato, invece che lavorare sulla parte mediana del disco, ho dovuto lavorare sulla parte esterna. In questo modo sono riuscito a sfruttare quel minimo di convessità che ha compensato la convessità dell'ago. Poiché una immagine vale più di cento parole, qui sotto ho cercato di mostravi cosa voglio dire.
Questo che vedete è uno dei due aghi prima della lavorazione. Come potete osservare la curva ha un raggio ampio ma è percepibile. Se si tratta di lavorare sulla parte esterna della curva, quindi dal lato convesso, si può lavorare con tranquillità sulla parte mediana della levigatrice.
Se al contrario si tratta di lavorare sulla parte interna della curva, quindi dal lato concavo, non è più possibile lavorare nel modo che vedere qui sopra. Conviene invece lavorare sulla parte più esterna. In questo modo la curva non sarà di intralcio e non si rischierà di deformare l'ago.
Archiviato il discorso deviatoi curvi, è ora di passare al mio cruccio più grande: il doppio inglese. Matematicamente parlando la progettazione è semplicissima: stabilito l'interbinario (50mm) e l'angolo di deviata (12°) con le solite formulette trigonometriche ho stabilito la geometria di base, in particolare il raggio di curvatura (637mm), più che sufficiente per non dare problemi alle loco a passo lungo come la Pierina.
Di tutt'altro genere invece è stata la progettazione con Templot. Il doppio inglese infatti è, dal mio punto di vista, l'oggetto più complesso da produrre con questo programma, che è già ostico in partenza. Infatti si compone di ben 8 pezzi, tra grandi e piccoli, come potete vedere dalla foto qui sotto. Oltre ai due pezzi base, che potete vedere con le rotaie in blu, bisogna aggiungere le 4 coppie di aghi ed i due tratti curvi di collegamento, questi ultimi evidenziati in rosso.
Per realizzarlo, prima si realizza un deviatoio semplice, poi lo si trasforma in un mezzo incrocio (half-diamond in inglese) cliccando sul menù template > convert turnout to half-diamond. Poi si modificano le traversione cliccando su real > timbering > half-diamond timbering. Il risultato lo potete vedere qui sotto.
A questo punto bisogna creare l'altra metà dell'incrocio facendo click su tools > make diamond-crossing. Poi è necessario fissare il riferimento al punto di incrocio del tracciato deviato (TCP) o al punto di incrocio del tracciato corretto (MCP) facendo click sul menù geometry > peg positions. Poi si salvano le due metà dell'incrocio facendo click su program > store & background e premendo continue dal menù che appare. Si ottiene questo risultato.
Poiché voglio fare un incrocio inglese doppio, sarà necessario lavorare su tutti e quattro i punti di riferimento, due su ciascuna metà. Partendo dal primo, quello in alto a sinistra, si genera un nuovo template facendo click su template > new template: io solitamente sceglio le opzioni "REA B-6" per la dimensione del deviatoio (turnout size) e "straight" per la curvatura del deviatoio (main road curving). Se il template creato dopo aver premuto il pulsante ok è in una posizione scomoda lo si può spostare premendo il tasto F7 dalla tastiera del pc.
Ora bisogna ritagliare questo nuovo template: prima converto il template in uno compatibile con l'incrocio facendo click su template > switch settings ... e scegliendo l'opzione "BH or FB 1:24 (A) switch for 1:6 slip". Poi taglio la parte oltre il telaio degli aghi facendo click su do > snap to switch heel e la parte prima degli aghi facendo click su do > blank to switch toe. Ora posso allineare il telaio degli aghi all'incrocio selezionando con il tasto sinistro una delle due metà e facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing dal menù che compare. Se si lavora sul ramo deviato Templot si lamenta e chiede conferma: in questo caso basta fare click su yes - continue. Se gli aghi si trovano dalla parte sbagliata basta fare click su template > swap end. Il risultato sarà circa questo.
A questo punto copio il template degli aghi sugli altri tre punti. Per fare questo, prima faccio click su program > store & background, poi sposto il riferimento su un nuovo punto facendo click su geometry > peg positions, infine riposiziono il telaio facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing, come ho fatto poco prima. Dopo aver ripetuto queste operazioni per tutti i punti si ottiene questo risultato.
A questo punto è necessario creare i rami curvi. Prima di tutto faccio click ancora una volta su program > store & background, poi creo un nuovo template di curva facendo click su template > new template: il raggio di curvatura non ha importanza, dal momento che dovrà essere corretto manualmente. Poi rimuovo le traversine facendo click su real > timbering > no timbering, seleziono uno dei telai degli aghi facendo click sulla sua etichetta mentre tengo premuto il tasto shift, infine posiziono il riferimento al termine del telaio degli aghi facendo click su peg/align tools > move peg on background template, and notch under > switch heel. Ora, dopo aver selezionato nuovamente il telaio aghi, faccio click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-facing per allineare la curva appena creata.
A questo punto correggo raggio il raggio di curvatura premendo il tasto F6 ed trascinando con il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non si va a sovrapporre al telaio aghi corrispondente sull'altra metà del deviatoio. Poi correggo la lunghezza della curva premendo il tasto F4 e trascinando il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non termina laddove gli aghi si staccano dalla rotaia. Ripetendo questa procedure per l'altra coppia di aghi il risultato che si ottiene è quello desiderato. Ora è possibile sistemare la posizione e la lunghezza delle traverse selezionando una delle due metà dell'incrocio e facendo click su real > shove timbers ...: ora il lavoro è finalmente concluso.
Templot non è certamente il programma più semplice da utilizzare per progettare tracciati. Anzi, a detta dello stesso autore non nasce per progettare tracciati, ma per progettare binari, ovvero per tutti coloro che vogliono cimentarsi nell'autocostruzione dei propri deviatoi. Certo bisogna ammettere che non ha rivali quanto a flessibilità e precisione...
A presto!
martedì 15 novembre 2016
Lavori collaterali (2)
Buona serata ai miei lettori!
Mentre continua il -noioso ma necessario- lavoro sui deviatoi, colgo l'occasione per mostrarvi qualche altra immagine del progetto della parte di plastico di mio padre. Tanto per fare il punto geografico della situazione, nell'immagine sottostante potete vedere Caprazzino al centro. La cittadina di Ponte Messa è un poco più spostata verso Ovest, ma fa parte di un'altra valle, quella del Marecchia.
Poiché il soggetto principale, la stazione di Ponte Messa, si trova sulla linea immaginaria ma verosimile che collega Rimini a San Sepolcro, ed è un impianto di media importanza come vi ho descritto nel post precedente è stato necessario progettare anche una adeguata stazione ombra. Ovviamente non sto parlando di una direttrice principale, quindi non mi aspetto un orario particolarmente fitto, quindi sicuramente qualche IC, l'occasionale Frecciabianca, una buona dose di regionali per i pendolari ma un discreto traffico merci, soprattutto negli orari notturni.
Per questo motivo non ho scelto di realizzare una stazione nascosta così grande: come potete vedere dallo schema qui sopra -realizzato con SCARM- si tratta in pratica di una stazione passante da 6 binari, il più corto dei quali è lungo 4m. Pertanto, ciascuno di essi sarà in grado di ospitare due convogli brevi oppure un convoglio lungo. Caratterizzata da un piano del ferro posto a quota -20cm rispetto alla stazione principale, la stazione ombra, che rappresenta nella finzione modellistica le stazioni all'estremità della linea, sarà collegata alla parte in vista da due elicoidali a doppio binario.
Lo schema della stazione, che vedere sintetizzato qui sopra, è concepito per permettere ingressi ed uscite simultanee sia da A che da B. In pratica, i treni in uscita dalla stazione nascosta sia verso A che verso B, non incrociano mai le linee in ingresso: infatti tutti i treni provenienti da A e diretti alla stazione nascosta fanno il loro ingresso sul binario rosso superiore, dove sostano fino alla liberazione di un itinerario di ingresso in stazione. A questo punto impegnano la racchetta di destra ed entrano in stazione pronti per riemergere dallo stesso lato da cui sono usciti. Un percorso analogo fanno i treni in ingresso da B. I treni reversibili hanno due opzioni: possono entrare direttamente in stazione se l'itinerario di ingresso è libero, oppure completare il percorso esterno e mettersi in attesa.
In questo schema infatti (sicuramente già pensato da un modellista tedesco trenta e passa anni fa...) le due racchette di ritorno possono essere utilizzate sia per l'inversione dei convogli, sia per realizzare una circolazione esterna continua, ottima per far sgranchire i motori delle loco.
Come potete vedere dallo schema qui sopra, il doppio binario che collega la stazione ombra a Ponte Messa, in realtà, è un falso doppio binario, nel senso che, se si trattasse di una alimentazione analogica, entrami i binari sarebbero alimentati con la stessa polarità. Ho fatto questa scelta perché mi piacerebbe poter rappresentare senza problemi anche la marcia parallela, come mi è capitato di vedere in stazione a Cesena alle 14:20 dell'11 maggio di quest'anno.
Tornando allo schema del plastico, potete vedere che tra la stazione di Ponte Messa e Caprazzino ho inserito un'altra piccola stazione ombra. Ho fatto questa scelta perché nella "realtà" tra queste due stazioni ci sono un bel po' di chilometri: di conseguenza mi pareva brutto che un treno uscito da Ponte Messa, arrivasse subito a Caprazzino senza avere la possibilità di fare almeno un incrocio con un treno discendente. A dire il vero però ho fatto qualcosa di più, visto che lo spazio non manca.
Invece che limitarmi ad un raddoppio, ho scelto di fare tre binari: in questo modo è possibile simulare un orario abbastanza veritiero tra le due stazioni a vista. Infatti, tra Caprazzino e Ponte Messa possono circolare contemporaneamente fino a 4 treni, due ascendenti e due discendenti, dando all'osservatore la sensazione che il percorso che separa le due stazioni sia molto maggiore che nella realtà. Inoltre questa stazione, in assenza del modulo che ospita la stazione di Caprazzino, può tornare utile per simulare il traffico da e verso questa località.
Un escamotage simile l'ho adottato per la mia parte di plastico tra le stazioni di Caprazzino e Frontino. Poiché i chilometri che le separano sono decisamente di meno, in questo caso ho scelto di installare un solo binario di sorpasso per permettere l'incrocio tra il treno ascendente e quello discendente. Col tempo spero di riuscire ad arrivare a realizzare anche la stazione di Carpegna, termine dell'antenna non-elettrificata: già ora il progetto è abbastanza impegnativo, quindi non voglio mettere troppa carne sul fuoco. Intanto il progetto c'è, poi si vedrà.
A presto!
Mentre continua il -noioso ma necessario- lavoro sui deviatoi, colgo l'occasione per mostrarvi qualche altra immagine del progetto della parte di plastico di mio padre. Tanto per fare il punto geografico della situazione, nell'immagine sottostante potete vedere Caprazzino al centro. La cittadina di Ponte Messa è un poco più spostata verso Ovest, ma fa parte di un'altra valle, quella del Marecchia.
Poiché il soggetto principale, la stazione di Ponte Messa, si trova sulla linea immaginaria ma verosimile che collega Rimini a San Sepolcro, ed è un impianto di media importanza come vi ho descritto nel post precedente è stato necessario progettare anche una adeguata stazione ombra. Ovviamente non sto parlando di una direttrice principale, quindi non mi aspetto un orario particolarmente fitto, quindi sicuramente qualche IC, l'occasionale Frecciabianca, una buona dose di regionali per i pendolari ma un discreto traffico merci, soprattutto negli orari notturni.
Per questo motivo non ho scelto di realizzare una stazione nascosta così grande: come potete vedere dallo schema qui sopra -realizzato con SCARM- si tratta in pratica di una stazione passante da 6 binari, il più corto dei quali è lungo 4m. Pertanto, ciascuno di essi sarà in grado di ospitare due convogli brevi oppure un convoglio lungo. Caratterizzata da un piano del ferro posto a quota -20cm rispetto alla stazione principale, la stazione ombra, che rappresenta nella finzione modellistica le stazioni all'estremità della linea, sarà collegata alla parte in vista da due elicoidali a doppio binario.
Lo schema della stazione, che vedere sintetizzato qui sopra, è concepito per permettere ingressi ed uscite simultanee sia da A che da B. In pratica, i treni in uscita dalla stazione nascosta sia verso A che verso B, non incrociano mai le linee in ingresso: infatti tutti i treni provenienti da A e diretti alla stazione nascosta fanno il loro ingresso sul binario rosso superiore, dove sostano fino alla liberazione di un itinerario di ingresso in stazione. A questo punto impegnano la racchetta di destra ed entrano in stazione pronti per riemergere dallo stesso lato da cui sono usciti. Un percorso analogo fanno i treni in ingresso da B. I treni reversibili hanno due opzioni: possono entrare direttamente in stazione se l'itinerario di ingresso è libero, oppure completare il percorso esterno e mettersi in attesa.
In questo schema infatti (sicuramente già pensato da un modellista tedesco trenta e passa anni fa...) le due racchette di ritorno possono essere utilizzate sia per l'inversione dei convogli, sia per realizzare una circolazione esterna continua, ottima per far sgranchire i motori delle loco.
Come potete vedere dallo schema qui sopra, il doppio binario che collega la stazione ombra a Ponte Messa, in realtà, è un falso doppio binario, nel senso che, se si trattasse di una alimentazione analogica, entrami i binari sarebbero alimentati con la stessa polarità. Ho fatto questa scelta perché mi piacerebbe poter rappresentare senza problemi anche la marcia parallela, come mi è capitato di vedere in stazione a Cesena alle 14:20 dell'11 maggio di quest'anno.
Tornando allo schema del plastico, potete vedere che tra la stazione di Ponte Messa e Caprazzino ho inserito un'altra piccola stazione ombra. Ho fatto questa scelta perché nella "realtà" tra queste due stazioni ci sono un bel po' di chilometri: di conseguenza mi pareva brutto che un treno uscito da Ponte Messa, arrivasse subito a Caprazzino senza avere la possibilità di fare almeno un incrocio con un treno discendente. A dire il vero però ho fatto qualcosa di più, visto che lo spazio non manca.
Invece che limitarmi ad un raddoppio, ho scelto di fare tre binari: in questo modo è possibile simulare un orario abbastanza veritiero tra le due stazioni a vista. Infatti, tra Caprazzino e Ponte Messa possono circolare contemporaneamente fino a 4 treni, due ascendenti e due discendenti, dando all'osservatore la sensazione che il percorso che separa le due stazioni sia molto maggiore che nella realtà. Inoltre questa stazione, in assenza del modulo che ospita la stazione di Caprazzino, può tornare utile per simulare il traffico da e verso questa località.
Un escamotage simile l'ho adottato per la mia parte di plastico tra le stazioni di Caprazzino e Frontino. Poiché i chilometri che le separano sono decisamente di meno, in questo caso ho scelto di installare un solo binario di sorpasso per permettere l'incrocio tra il treno ascendente e quello discendente. Col tempo spero di riuscire ad arrivare a realizzare anche la stazione di Carpegna, termine dell'antenna non-elettrificata: già ora il progetto è abbastanza impegnativo, quindi non voglio mettere troppa carne sul fuoco. Intanto il progetto c'è, poi si vedrà.
A presto!
mercoledì 9 novembre 2016
Lavori collaterali (1)
Buona serata ai miei lettori!
Per non stare a tediarvi con il solito aggiornamento sull'andamento dei lavori sui deviatoi, questa settimana vorrei mostrarvi gli ultimi progressi riguardanti il progetto del plastico di mio padre, ovvero quello della stazione di Ponte Messa. Come avevo descritto nel primo post di questo blog (link), questa stazione si trova alla base della rampa che porta alla galleria di valico ed è inoltre il punto di origine della linea che attraverso Caprazzino raggiunge Urbino. Il nome completo della stazione è Ponte Messa-Pennabilli e si trova alla progressiva chilometrica 48+514.
Uno dei primi schemi che ho sviluppato è raffigurato qui sopra: oltre la radice sinistra la linea a doppio binario (A) giunge fino a Rimini, mentre dalla radice destra si dipartono la linea a doppio binario (B) verso il valico appenninico e San Sepolcro, e la linea a singolo binario (C) in direzione di Caprazzino. Partendo dal fabbricato viaggiatori (FV), i binari hanno la seguente funzione:
il binario 1 è utilizzato dai convogli provenienti da C che si attestano a Ponte Messa;
il binario 2 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale e come binario di precedenza per i treni da A a B;
il binario 3 è di corretto tracciato per i treni da A a B;
il binario 4 è di corretto tracciato per i treni da B ad A;
il binario 5 è utilizzato come binario di precedenza per i treni da B ad A;
i binari dal 6 all'8 sono riservati al traffico merci.
A corredo del fascio principale si trova una rimessa a due stalli per il ricovero del materiale per la linea di Caprazzino ed alcuni binari dedicati al magazzino merci. La configurazione a losanga di questi ultimi ricalca quella della stazione di Cattolica (link), che mi ha colpito particolarmente per la sua semplicità ed efficacia. Il fabbricato viaggiatori si trova dalla parte opposta all'osservatore che guarda il plastico dal centro della stanza.
Qui sopra potete vedere lo schema del tracciato realizzato con il mio fedele XtrkCad. Il plastico avrà circa la forma di una C, le cui estremità saranno occupate dalle racchette di ritorno. In particolare, sul lato destro è prevista la connessione con il plastico di Caprazzino, opportunamente servito da una linea a binario singolo con raddoppio nascosto. Sempre sul lato destro, anche questa volta nascosta alla vista, trova spazio anche l'asta di manovra del fascio merci: in questo modo vi sarà spazio a sufficienza per manovrare i convogli.
Sebbene fossi abbastanza soddisfatto di questa soluzione, è stato necessario ricostruire integralmente il piano binari: infatti, di recente, io e mio padre abbiamo rimosso dal vecchio plastico due segnali a portale de "Il Treno", ormai fuori catalogo ma ancora perfettamente funzionanti. La modifica si è resa necessaria per vari motivi: innanzitutto nello schema originale non vi erano situazioni che permettessero l'installazione di questi segnali, dal momento che i binari del fascio merci non sono pensati per essere di transito sia per la loro lunghezza che per i collegamenti alle linee; inoltre l'interbinario di questi segnali (57mm) non è compatibile con quello di progetto del plastico (50mm).
Poiché mi dispiaceva non utilizzare questi due portali, mi sono messo d'impegno ed ho ridisegnato il piano binari di Ponte Messa. La prima versione che ho abbozzato è la seguente.
Come potete vedere ho completamente ribaltato la situazione: ho fatto questa scelta considerando il fatto che i treni per Caprazzino saranno tipicamente a composizione più ridotta dei merci che transitano per Ponte Messa. Pertanto, portando più verso l'interno i binari della secondaria e verso l'esterno quelli del fascio merci ho guadagnato spazio a sufficienza per ospitare convogli da 2.7m a 3.0m contro gli 1.2m della versione precedente. Inoltre ho adottato un altro artificio, nascondendo in galleria le comunicazioni semplici più esterne (1 a sinistra e 2 a destra): in questo modo ho recuperato un altro mezzo metro, così da mantenere il modulo del binario 1 superiore a 1.5m.
Partendo dal fabbricato viaggiatori (FV), i binari hanno la seguente funzione:
il binario 1 è utilizzato dai convogli provenienti da C che si attestano a Ponte Messa;
il binario 2 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale
il binario 3 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale e come binario di precedenza per i treni da B ad A;
il binario 4 è di corretto tracciato per i treni da B ad A;
il binario 5 è di corretto tracciato per i treni da A a B;
il binario 6 è utilizzato come binario di precedenza per i treni da A ad B;
i binari dal 7 al 9 sono riservati al transito e stazionamento dei treni merci.
Qui sotto potete vedere il nuovo tracciato. In questa configurazione ho inoltre potuto allungare di parecchio l'asta di manovra per il fascio merci, coerentemente con l'aumento del modulo dei binari dedicati a questa tipologia di traffico.
Ho anche realizzata una bozza del tracciato con SCARM, ma sono solo all'inizio. Vi mostro un paio di immagini per curiosità.
A presto!
Per non stare a tediarvi con il solito aggiornamento sull'andamento dei lavori sui deviatoi, questa settimana vorrei mostrarvi gli ultimi progressi riguardanti il progetto del plastico di mio padre, ovvero quello della stazione di Ponte Messa. Come avevo descritto nel primo post di questo blog (link), questa stazione si trova alla base della rampa che porta alla galleria di valico ed è inoltre il punto di origine della linea che attraverso Caprazzino raggiunge Urbino. Il nome completo della stazione è Ponte Messa-Pennabilli e si trova alla progressiva chilometrica 48+514.
Uno dei primi schemi che ho sviluppato è raffigurato qui sopra: oltre la radice sinistra la linea a doppio binario (A) giunge fino a Rimini, mentre dalla radice destra si dipartono la linea a doppio binario (B) verso il valico appenninico e San Sepolcro, e la linea a singolo binario (C) in direzione di Caprazzino. Partendo dal fabbricato viaggiatori (FV), i binari hanno la seguente funzione:
il binario 1 è utilizzato dai convogli provenienti da C che si attestano a Ponte Messa;
il binario 2 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale e come binario di precedenza per i treni da A a B;
il binario 3 è di corretto tracciato per i treni da A a B;
il binario 4 è di corretto tracciato per i treni da B ad A;
il binario 5 è utilizzato come binario di precedenza per i treni da B ad A;
i binari dal 6 all'8 sono riservati al traffico merci.
A corredo del fascio principale si trova una rimessa a due stalli per il ricovero del materiale per la linea di Caprazzino ed alcuni binari dedicati al magazzino merci. La configurazione a losanga di questi ultimi ricalca quella della stazione di Cattolica (link), che mi ha colpito particolarmente per la sua semplicità ed efficacia. Il fabbricato viaggiatori si trova dalla parte opposta all'osservatore che guarda il plastico dal centro della stanza.
Qui sopra potete vedere lo schema del tracciato realizzato con il mio fedele XtrkCad. Il plastico avrà circa la forma di una C, le cui estremità saranno occupate dalle racchette di ritorno. In particolare, sul lato destro è prevista la connessione con il plastico di Caprazzino, opportunamente servito da una linea a binario singolo con raddoppio nascosto. Sempre sul lato destro, anche questa volta nascosta alla vista, trova spazio anche l'asta di manovra del fascio merci: in questo modo vi sarà spazio a sufficienza per manovrare i convogli.
Sebbene fossi abbastanza soddisfatto di questa soluzione, è stato necessario ricostruire integralmente il piano binari: infatti, di recente, io e mio padre abbiamo rimosso dal vecchio plastico due segnali a portale de "Il Treno", ormai fuori catalogo ma ancora perfettamente funzionanti. La modifica si è resa necessaria per vari motivi: innanzitutto nello schema originale non vi erano situazioni che permettessero l'installazione di questi segnali, dal momento che i binari del fascio merci non sono pensati per essere di transito sia per la loro lunghezza che per i collegamenti alle linee; inoltre l'interbinario di questi segnali (57mm) non è compatibile con quello di progetto del plastico (50mm).
Poiché mi dispiaceva non utilizzare questi due portali, mi sono messo d'impegno ed ho ridisegnato il piano binari di Ponte Messa. La prima versione che ho abbozzato è la seguente.
Come potete vedere ho completamente ribaltato la situazione: ho fatto questa scelta considerando il fatto che i treni per Caprazzino saranno tipicamente a composizione più ridotta dei merci che transitano per Ponte Messa. Pertanto, portando più verso l'interno i binari della secondaria e verso l'esterno quelli del fascio merci ho guadagnato spazio a sufficienza per ospitare convogli da 2.7m a 3.0m contro gli 1.2m della versione precedente. Inoltre ho adottato un altro artificio, nascondendo in galleria le comunicazioni semplici più esterne (1 a sinistra e 2 a destra): in questo modo ho recuperato un altro mezzo metro, così da mantenere il modulo del binario 1 superiore a 1.5m.
Partendo dal fabbricato viaggiatori (FV), i binari hanno la seguente funzione:
il binario 1 è utilizzato dai convogli provenienti da C che si attestano a Ponte Messa;
il binario 2 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale
il binario 3 è utilizzato dai convogli in transito tra C e la linea principale e come binario di precedenza per i treni da B ad A;
il binario 4 è di corretto tracciato per i treni da B ad A;
il binario 5 è di corretto tracciato per i treni da A a B;
il binario 6 è utilizzato come binario di precedenza per i treni da A ad B;
i binari dal 7 al 9 sono riservati al transito e stazionamento dei treni merci.
Qui sotto potete vedere il nuovo tracciato. In questa configurazione ho inoltre potuto allungare di parecchio l'asta di manovra per il fascio merci, coerentemente con l'aumento del modulo dei binari dedicati a questa tipologia di traffico.
Ho anche realizzata una bozza del tracciato con SCARM, ma sono solo all'inizio. Vi mostro un paio di immagini per curiosità.
A presto!
martedì 25 ottobre 2016
L'ultimo nato
Buona serata ai miei lettori!
Questo weekend non è stato particolarmente produttivo, complice un fastidioso raffreddore che mi sono beccato in settimana e che ancora non mi lascia in pace. Sono comunque riuscito a terminare il lavoro sul deviatoio medio da 12° di cui vi ho mostrato le dime per il cuore la settimana scorsa.
Questo deviatoio sarà alla radice dell'asta di manovra per la movimentazione dei carri tra i binari di scalo ed il raccordo industriale. Ho scelto come armo il codice 75 perché il binario su cui questo deviatoio insiste vuole rappresentare un FS 46 con traverse in legno ed attacchi indiretti come ho già discusso qui (link). Per la disposizione delle traverse, mi sono ispirato al deviatoio inghiaiato con pietrisco chiaro al centro di questa foto (Milano Smistamento).
Mi ha colpito perché rispetto ad altri deviatoi ha un solo coppione, posizionato proprio subito prima del cuore. Questa disposizione è molto conveniente per mascherare la separazione tra le rotaie che formano gli aghi e quelle che formano le zampe di lepre, e nel contempo fissare saldamente l'estremità delle rotaie.
La foto più ravvicinata forse può aiutare meglio a capire la strategia che ho adottato: dal momento che incido sul rame ciascuna delle basi degli attacchi, tratto diversamente la base della traversa più vicina al cuore rispetto a quella opposta. Mentre la prima ha una superficie continua, la seconda è divisa in due da un piccolo tratto senza rame largo circa 0.5mm. Inoltre, solo in corrispondenza delle basi, ho lievemente svasato lo spigolo superiore della traversa: in questo modo sono riuscito a ricavare un'altra separazione da 0.5mm che evita il rischio di creare corti in fase di saldatura.
Altra zona che ho curato con una certa attenzione -ci sarà un intenso traffico su questo deviatoio e voglio evitare ogni inconveniente- è la punta degli aghi. Come potete vedere qui sotto, oltre alla solita rastrematura in cui elimino tutta la parte esterna del piede esterno per lo spazio di 5 traverse, e parte del fungo -sia interno che esterno- per lo spazio di 2.5 traverse, questa volta ho allungato la rastermatura della parte interna del fungo ed aggiunto anche un piccolo arrotondamento della punta dell'ago. Un lieve arrotondamento è presente anche sulla punta del cuore.
Le prove del deviatoio hanno dato tutte esito positivo, quindi si continua.
A presto!
Questo weekend non è stato particolarmente produttivo, complice un fastidioso raffreddore che mi sono beccato in settimana e che ancora non mi lascia in pace. Sono comunque riuscito a terminare il lavoro sul deviatoio medio da 12° di cui vi ho mostrato le dime per il cuore la settimana scorsa.
Questo deviatoio sarà alla radice dell'asta di manovra per la movimentazione dei carri tra i binari di scalo ed il raccordo industriale. Ho scelto come armo il codice 75 perché il binario su cui questo deviatoio insiste vuole rappresentare un FS 46 con traverse in legno ed attacchi indiretti come ho già discusso qui (link). Per la disposizione delle traverse, mi sono ispirato al deviatoio inghiaiato con pietrisco chiaro al centro di questa foto (Milano Smistamento).
Mi ha colpito perché rispetto ad altri deviatoi ha un solo coppione, posizionato proprio subito prima del cuore. Questa disposizione è molto conveniente per mascherare la separazione tra le rotaie che formano gli aghi e quelle che formano le zampe di lepre, e nel contempo fissare saldamente l'estremità delle rotaie.
La foto più ravvicinata forse può aiutare meglio a capire la strategia che ho adottato: dal momento che incido sul rame ciascuna delle basi degli attacchi, tratto diversamente la base della traversa più vicina al cuore rispetto a quella opposta. Mentre la prima ha una superficie continua, la seconda è divisa in due da un piccolo tratto senza rame largo circa 0.5mm. Inoltre, solo in corrispondenza delle basi, ho lievemente svasato lo spigolo superiore della traversa: in questo modo sono riuscito a ricavare un'altra separazione da 0.5mm che evita il rischio di creare corti in fase di saldatura.
Altra zona che ho curato con una certa attenzione -ci sarà un intenso traffico su questo deviatoio e voglio evitare ogni inconveniente- è la punta degli aghi. Come potete vedere qui sotto, oltre alla solita rastrematura in cui elimino tutta la parte esterna del piede esterno per lo spazio di 5 traverse, e parte del fungo -sia interno che esterno- per lo spazio di 2.5 traverse, questa volta ho allungato la rastermatura della parte interna del fungo ed aggiunto anche un piccolo arrotondamento della punta dell'ago. Un lieve arrotondamento è presente anche sulla punta del cuore.
Le prove del deviatoio hanno dato tutte esito positivo, quindi si continua.
A presto!
martedì 18 ottobre 2016
Nuove dime per i cuori
Buona serata ai miei lettori!
Questo weekend, durante la lavorazione del nuovo deviatoio medio, ho avuto la necessità di realizzare il terzo set di dime per i cuori. Le prime che avevo fatto erano per deviatoi corti da 15°, con cuore curvo ed angolo al cuore di 14°, di conseguenza ciascuna aveva un angolo di 7°. Il secondo set, da 6°, mi è servito per i deviatoi medi tipo R.A. 36, con cuore curvo ed angolo al cuore di 12° e mi tornerà utile anche per i doppio inglese. Quest'ultimo set, da 5°, mi è necessario per realizzare deviatoi da 12° con cuore curvo ed angolo al cuore di 10°.
Realizzare tre dime con uno scarto di un grado potrebbe sembrare un eccesso di zelo, ma non è così. Chi di voi ama la trigonometria può facilmente calcolare di quanto i scostano le rotaie dopo 5cm dal punto di intersezione matematico: 12.47mm a 14°, 10.63mm a 12° e 8.82mm a 10°. Questo vuol dire che se avessi usato sempre le dime da 6° avrei variato lo scartamento di circa ±1.8mm, oltre il 10% dello scartamento (16.5mm), con conseguente deragliamento dei convogli.
Avevo già mostrato il progetto delle dime qualche tempo fa (link) ma non ho mai avuto la pazienza di scattare qualche foto del processo costruttivo, per cui vedo di colmare questa lacuna.
Tutto parte dalla misura precisa dell'angolo al cuore con un goniometro a testa tonda da 180°. Potrei evitare questa misura dal momento che ho progettato il deviatoio con Templot, ma una verifica sperimentale non fa mai male. E' importante che la misura venga presa al cuore e non all'uscita del deviatoio: a colmare l'eventuale angolo residuo penserà la curvatura della rotaia o l'elasticità del profilato.
A questo punto riporto la metà dell'angolo appena misurato su un blocchetto di legno: normalmente uso dei quadrotti in abete piallato da 2x2cm di sezione, residuo di altre lavorazioni. E' importante, ma non fondamentale, che i due pezzetti di legno abbiano la stessa altezza: uno scarto di mezzo millimetro si può facilmente riportare a livello con una passata di carta vetrata o di levigatrice.
Dopo aver tagliato una striscia di cartoncino da 0.5mm di spessore, circa 1x10 cm, la incollo con colla cianoacrilica universale (21) al blocchetto di legno, avendo cura di rimuovere eventuali eccessi di colla dal lato della rotaia (in basso nella foto qui sopra). Non sono particolarmente preoccupato dalla tenuta della colla: ci penseranno le viti ad assicurare la struttura di fissaggio al legno.
Riporto ora sul legno il profilo del piede della rotaia e traccio una seconda linea. Addosso poi a questa linea un'altra strisciolina di cartoncino da 3mm di larghezza. Le dimensioni di quest'ultimo pezzetto di cartoncino non sono fondamentali: dopo l'incollaggio capovolgo la dima, appoggiandola ad un blocchetto di ferro e rimuovo gli eccessi utilizzando un bisturi affilato per evitare sbavature. Potete vedere il risultato di questa operazione nella foto qui sopra.
Ora tocca all'operazione più delicata, da cui dipende gran parte della precisione della dima: dopo aver ritagliato una strisciolina di vetronite ramata di dimensioni opportune, posiziono uno spezzone di rotaia nella gola tra i due pezzi di cartoncino. Poi accosto la vetronite al corpo della rotaia avendo cura che il profilato sia sempre perpendicolare al legno. Infine la blocco tutti in posizione con un morsetto e pratico i primi due fori per le viti di fissaggio: uno in corrispondenza della punta del cuore, ed una verso l'uscita del deviatoio. Poi invito le viti a fondo, rimuovo il morsetto e pratico altri due fori per altrettante viti: una all'estremo sinistro ed una in posizione mediana.
In maniera analoga lavoro sul secondo pezzetto di vetronite, che farà da contro telaio per bloccare in posizione il binario. Questa volta, al posto di viti, utilizzo chiodini ottonati per modellismo navale; i fori ovviamente sono decisamente più piccoli, ma lo è anche lo sforzo che questa parte deve sostenere: la maggior parte viene assorbito dalle quattro viti principali.
Realizzata anche la seconda dima, passo alla levigatura dei pezzi: è necessario infatti rimuovere l'eccesso di vetronite o legno così che le superfici laterali siano perfettamente verticali. E' fondamentale controllare sempre che l'angolo delle due dime non sia cambiato durante questa lavorazione, altrimenti è necessario effettuare qualche piccola correzione per riportare l'angolo entro tolleranze accettabili. Infine affianco le due metà e controllo simmetria, allineamento e planarità.
Se tutto è a segno, prima di usare le dime per realizzare le due metà del cuore, mantenendo le dime allineate e bloccate con morsetti a vite, incido 2-3 tacche sul rame, facendo in modo che il tratto coinvolga entrambe le metà. Queste tacche serviranno per allineare correttamente le due metà al termine della levigatura degli aghi, come potete vedere qui sopra. A questo punto, dopo una bella passata di flussante liquido, inizio la saldatura dei cuori riempiendo lo spazio tra essi con lo stagno per simulare un cuore monoblocco.
Questo è il risultato finale, dopo aver rimosso il pezzo dalla dima: quello di sopra è un cuore da 12° mentre quello di sotto è da 10°: la differenza è visibile.
A presto!
Questo weekend, durante la lavorazione del nuovo deviatoio medio, ho avuto la necessità di realizzare il terzo set di dime per i cuori. Le prime che avevo fatto erano per deviatoi corti da 15°, con cuore curvo ed angolo al cuore di 14°, di conseguenza ciascuna aveva un angolo di 7°. Il secondo set, da 6°, mi è servito per i deviatoi medi tipo R.A. 36, con cuore curvo ed angolo al cuore di 12° e mi tornerà utile anche per i doppio inglese. Quest'ultimo set, da 5°, mi è necessario per realizzare deviatoi da 12° con cuore curvo ed angolo al cuore di 10°.
Realizzare tre dime con uno scarto di un grado potrebbe sembrare un eccesso di zelo, ma non è così. Chi di voi ama la trigonometria può facilmente calcolare di quanto i scostano le rotaie dopo 5cm dal punto di intersezione matematico: 12.47mm a 14°, 10.63mm a 12° e 8.82mm a 10°. Questo vuol dire che se avessi usato sempre le dime da 6° avrei variato lo scartamento di circa ±1.8mm, oltre il 10% dello scartamento (16.5mm), con conseguente deragliamento dei convogli.
Avevo già mostrato il progetto delle dime qualche tempo fa (link) ma non ho mai avuto la pazienza di scattare qualche foto del processo costruttivo, per cui vedo di colmare questa lacuna.
Tutto parte dalla misura precisa dell'angolo al cuore con un goniometro a testa tonda da 180°. Potrei evitare questa misura dal momento che ho progettato il deviatoio con Templot, ma una verifica sperimentale non fa mai male. E' importante che la misura venga presa al cuore e non all'uscita del deviatoio: a colmare l'eventuale angolo residuo penserà la curvatura della rotaia o l'elasticità del profilato.
A questo punto riporto la metà dell'angolo appena misurato su un blocchetto di legno: normalmente uso dei quadrotti in abete piallato da 2x2cm di sezione, residuo di altre lavorazioni. E' importante, ma non fondamentale, che i due pezzetti di legno abbiano la stessa altezza: uno scarto di mezzo millimetro si può facilmente riportare a livello con una passata di carta vetrata o di levigatrice.
Dopo aver tagliato una striscia di cartoncino da 0.5mm di spessore, circa 1x10 cm, la incollo con colla cianoacrilica universale (21) al blocchetto di legno, avendo cura di rimuovere eventuali eccessi di colla dal lato della rotaia (in basso nella foto qui sopra). Non sono particolarmente preoccupato dalla tenuta della colla: ci penseranno le viti ad assicurare la struttura di fissaggio al legno.
Riporto ora sul legno il profilo del piede della rotaia e traccio una seconda linea. Addosso poi a questa linea un'altra strisciolina di cartoncino da 3mm di larghezza. Le dimensioni di quest'ultimo pezzetto di cartoncino non sono fondamentali: dopo l'incollaggio capovolgo la dima, appoggiandola ad un blocchetto di ferro e rimuovo gli eccessi utilizzando un bisturi affilato per evitare sbavature. Potete vedere il risultato di questa operazione nella foto qui sopra.
Ora tocca all'operazione più delicata, da cui dipende gran parte della precisione della dima: dopo aver ritagliato una strisciolina di vetronite ramata di dimensioni opportune, posiziono uno spezzone di rotaia nella gola tra i due pezzi di cartoncino. Poi accosto la vetronite al corpo della rotaia avendo cura che il profilato sia sempre perpendicolare al legno. Infine la blocco tutti in posizione con un morsetto e pratico i primi due fori per le viti di fissaggio: uno in corrispondenza della punta del cuore, ed una verso l'uscita del deviatoio. Poi invito le viti a fondo, rimuovo il morsetto e pratico altri due fori per altrettante viti: una all'estremo sinistro ed una in posizione mediana.
In maniera analoga lavoro sul secondo pezzetto di vetronite, che farà da contro telaio per bloccare in posizione il binario. Questa volta, al posto di viti, utilizzo chiodini ottonati per modellismo navale; i fori ovviamente sono decisamente più piccoli, ma lo è anche lo sforzo che questa parte deve sostenere: la maggior parte viene assorbito dalle quattro viti principali.
Realizzata anche la seconda dima, passo alla levigatura dei pezzi: è necessario infatti rimuovere l'eccesso di vetronite o legno così che le superfici laterali siano perfettamente verticali. E' fondamentale controllare sempre che l'angolo delle due dime non sia cambiato durante questa lavorazione, altrimenti è necessario effettuare qualche piccola correzione per riportare l'angolo entro tolleranze accettabili. Infine affianco le due metà e controllo simmetria, allineamento e planarità.
Se tutto è a segno, prima di usare le dime per realizzare le due metà del cuore, mantenendo le dime allineate e bloccate con morsetti a vite, incido 2-3 tacche sul rame, facendo in modo che il tratto coinvolga entrambe le metà. Queste tacche serviranno per allineare correttamente le due metà al termine della levigatura degli aghi, come potete vedere qui sopra. A questo punto, dopo una bella passata di flussante liquido, inizio la saldatura dei cuori riempiendo lo spazio tra essi con lo stagno per simulare un cuore monoblocco.
Questo è il risultato finale, dopo aver rimosso il pezzo dalla dima: quello di sopra è un cuore da 12° mentre quello di sotto è da 10°: la differenza è visibile.
A presto!
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