martedì 24 marzo 2015

La struttura modulare (1)

Buona serata ai miei lettori.

In attesa di preparare un resoconto abbastanza dettagliato sulla progettazione e realizzazione dei deviatoi a cui ho già cominciato a lavorare, questa sera vi parlerò come promesso della struttura dei moduli. Due libri che mi sento di consigliare a chi si cimenta per la prima volta nella costruzione del plastico sono:

  • Gernot Balcke, "Strutture per plastici", collana Fermodellismo Pratico, edizioni elledi;
  • Jeff Wilson, "Basic Model Railroad Benchwork", collana Essential Series, Model Railroader.
In particolare, per i non anglofoni, consiglio il primo, traduzione dal tedesco di un originale del 1982. Questo libricino di 140 pagine in piccolo formato è un vero e proprio bignami: avrà anche 30 anni, ma c'è scritto buona parte di tutto ciò che serve per iniziare.

Il primo impianto che mio papà ed io abbiamo costruito -parliamo del 1984- era basato su un tavolato chiuso di circa 2mq. Scelta azzeccata, se penso alla configurazione finale di plastico ribaltabile a parete, ma quanto mai problematica quando si trattò di spostare il tutto dalla taverna alla mansarda. Fummo infatti costretti a tagliare a metà il tavolo -comprensivo di collegamenti elettrici e quant'altro- per farlo passare attraverso porte e scale, per poi ricucirlo una volta raggiunta la destinazione. Considerata questa esperienza, è stata mia ferma intenzione fin dall'inizio di costruire un impianto scomponibile per meglio facilitarne lo spostamento in caso di traslochi.

Per questo tipo di impianti Balcke suggerisce tre diverse tipologie: telaio aperto (link), travi ad L (link) e scatolato di listelli (link). Ci sono però da considerare altri fattori, in particolare leggerezza e robustezza. Dubito che si possa battere la robustezza di una struttura formata da travi ad L, la preferita dagli americani, ma quanto a leggerezza non ci siamo. Quanto al telaio aperto, mi è sempre piaciuto un sacco, ma i miei moduli non sono così estesi da giustificare questa tipologia costruttiva. Di conseguenza ho optato per lo scatolato di listelli.

2013-01-31 23.41.07

Si tratta di fatto di costruire tante scatole, ovviamente di forma diversa se necessario, a partire da una struttura di base semplicissima: una cornice. Unendo le cornici fra loro con opportuni listelli, si ottiene un modulo; non solo: così facendo si è già preparata la base per due livelli. Utilissimo nel caso di un plastico con una stazione nascosta. Per la costruzione mi sono affidato a listelli di abete piallato da 20x20 mm di sezione forniti ad ottimo prezzo da Onlywood (link). Avendo considerato una separazione verticale di 10cm fra un piano e l'altro, una delle prime cose che ho fatto è stato tagliare tanti supporti da 8cm. E' infatti un bene che i listelli orizzontali appoggino sui supporti per scaricare meglio il peso: vi sconsiglio di montarli a sbalzo, rischiereste di veder crollare il piano di sopra qualora qualcosa andasse storto.

2014-12-13 17.48.10

Tutti gli elementi delle cornici sono solo incollati fra loro, usando colla Paxton e morsetti angolari come quelli qui sopra. Poiché le cornici scaricano il peso in verticale, non è necessario usare viti, ma l'incollaggio dei vari pezzi deve essere sempre verificato prima di procedere. Qualora non abbiate i morsetti angolari, anche una coppia di morsetti tradizionali va bene, a patto di usare un cubetto di legno per permettere un incollaggio ortogonale, come potete vedere qui sotto.

2013-02-01 00.10.04

Ciò che invece è assolutamente necessario fissare con viti e colla sono i listelli che uniscono le cornici fra loro. Questi infatti porteranno una parte significativa del peso e sono di fatto posizionati a sbalzo rispetto alle cornici. Non c'è colla che tenga: se il peso è eccessivo, presto o tardi sentirete un bel tonfo. Il legno infatti è un materiale vivo e risente dei cambi di temperatura ed umidità, tirando e gonfiandosi; anche la colla ne risente, seppure in modo inferiore; peso e trazione possono indebolire la colla al punto che questa cederà. E' capitato, fortunatamente senza danni.

In questi casi, una bella vite da legno in ottone brunito da 4cm di lunghezza sistema tutti i problemi. Bisogno giusto avere l'accortezza di fare un foro guida di diametro leggermente inferiore al diametro del corpo della vite per non stressare troppo il listello. Quanto alla lunghezza, il 75% del corpo della vite è più che sufficiente per garantire un ottima tenuta. Da non dimenticare la svasatura per far sì che la testa della vite possa scomparire nel listello di cornice e garantire un perfetto affaccio dei moduli.

2014-12-13 17.42.31

Altra cosa decisamente utile e poco ingombrante sono i rinforzi d'angolo. Io utilizzo del cubetti da 20x20mm: ne potete vedere una serie nella foto qui sotto, che ritrae la struttura del modulo 1 al grezzo, prima della posa del compensato che formerà la base della stazione nascosta.

2013-02-04 23.46.59

Quei blocchetti, opportunamente incollati, aumentano la superficie di incollaggio e riducono il rischio di inopportune torsioni del listello di collegamento. Il quattro buchi che vedete nei listelli in secondo piano sono pensati per immaschiarsi con altrettanti tasselli da legno presenti nel pensile che forma la base del plastico. Altro piccolo ma importante dettaglio: osservando la parte di destra si nota che il listello di collegamento è rientrato di 1cm rispetto alla cornice. Quello spazio infatti sarà utilizzato per innestare a baionetta lo sfondo dietro ciascun modulo senza dover già ora predisporre sostegni appositi e permettendo un più facile trasporto dei moduli.

2013-04-07 18.38.33

Terminata questa fase, ora tocca al piano di fondo. Avendo già chiuso la scatola, è necessario dividere il piano in due parti ed inserirle in sequenza. Ovviamente è possibile lavorare al contrario, ovvero realizzare prima le facce inferiori e superiori del modulo e solo dopo collegarle fra loro con i supporti da 8cm. Se il modulo è perfettamente rettangolare, il tempo necessario è lo stesso. Al contrario, se il modulo non è rettangolare, è più veloce lavorare sulle cornici di estremità, perché nella stragrande maggioranza dei casi queste saranno a sezione ortogonale. Inoltre, in questo modo è possibile controllare fin da subito la planarità delle giunzioni, così da evitare che i moduli non siano ortogonali fra loro.

Una volta incollato il piano ai listelli maggiori, conviene realizzare una struttura di supporto con listelli più sottili, per evitare che il piano si imbarchi sotto il peso delle motrici più pesanti. Una coppia di listelli da 15x15mm a fronte di un piano in compensato da 4mm di spessore con una luce massima di 80cm è sempre stata sufficiente nel mio caso.

A questo punto è il momento di praticare i fori per il collegamento dei moduli fra loro. Un suggerimento per non impazzire in seguito: completate un modulo alla volta, e forate due cornici alla volta. Infatti, se optate per realizzare i fori di collegamento solo dopo aver realizzato tutti i moduli, vi ritroverete con il problema di come fare per allineare con precisione i fori fra loro. Già, perché se avete già incollato il piano di compensato, non avrete spazio a sufficienza per il trapano. Al contrario, lavorando due cornici adiacenti alla volta, il problema non sussiste.

2013-04-07 18.37.57

Per i miei moduli ho optato per praticare fori ogni 40 cm circa, così da garantire una buona rigidità strutturale. Il diametro del foro è leggermente più grande del diametro del bullone, per compensare eventuali deformazioni del listello. Pertanto i bulloni mi servono solo per tenere i moduli uniti fra loro. Per garantire un buon allineamento utilizzo dei tasselli da legno. In questo caso i fori sono leggerissimamente più piccoli del tassello e posti a 5cm dal bullone di collegamento. Con questa configurazione, che potete vedere illustrata qui sopra, non ho ancora avuto alcun problema di allineamento: i moduli sono sempre bene a livello ed in contatto l'uno con l'altro.

Per concludere, ecco una foto del primo servo-relè montato: purtroppo non ancora avuto tempo di programmarlo, ma ci penserò nei prossimi giorni. Non si presenta benissimo, lo so, ma se tutto va bene farò anche la versione a montaggio superficiale.

2015-03-24 22.19.33

La prossima volta parliamo della progettazione e realizzazione degli scambi.

A presto!

martedì 17 marzo 2015

La stazione nascosta

Buona serata ai miei lettori.

Questa sera vi parlerò della stazione nascosta, da cui ho iniziato il lavoro di costruzione del plastico. Come ben sapete la stazione tema centrale del plastico è una stazione di diramazione, quindi per simulare a dovere il traffico che la popola è necessario che alle sue estremità vi siano adeguati serbatoi che, come delle quinte, siano in grado di fare entrare ed uscire di scena gli attori principali della rappresentazione della giornata ferroviaria: i treni.

Purtroppo, come avrete notato dai post precedenti, sono dovuto scendere a compromessi con lo spazio a mia disposizione: lo spazio sul lato destro dell'impianto è molto ridotto per via di una porta finestra. Non volendo occupare otticamente il vano della porta con ponti mobili per fare accettare più facilmente la presenza del plastico nello studio da parte della mia dolce metà, ho dovuto rinunciare a realizzare la stazione nascosta lato Ponte Messa. Poco male a dire il vero, in quanto da quel lato è previsto il collegamento con la parte di plastico che realizzerà mio padre e che rappresenterà appunto quella stazione.

Dal lato opposto si trova la diramazione per Carpegna e la linea per Fermignano; verso Carpegna la linea salirà di livello tramite un elicoidale -che avete visto accennato nel post di due settimane fa- fino a raggiungere i 60cm di altezza rispetto al piano principale del plastico dove su una mensola poco profonda verrà rappresentata la stazione di Frontino; in direzione di Fermignano invece la linea scende con una rampa continua fino a quota -10cm dove si trova la stazione nascosta.


Nella figura qui sopra potete vedere uno schema di come è stata realizzata. Partendo da destra verso sinistra potete vedere la rampa di discesa -la curva più esterna- e, concentrica ad essa la racchetta di ritorno necessaria per l'inversione dei convogli non reversibili. Subito alla loro sinistra una serie di scambi semplici immette nei 7 binari che formano la stazione nascosta. Ho realizzato personalmente gli scambi, progettandoli affinché l'interbinario sia 50mm, sfruttando un angolo di deviata di 15° ed un raggio di deviata di 625mm.

2013-09-20 06.57.48

Nell'immagine qui sopra vedete la prima coppia destro-sinistro in fase di lavorazione, con le rotaie appena appoggiate alle traversine. Ho progettato gli scambi con Templot, personalizzando la spaziatura e la dimensione delle traversine per meglio adeguarmi agli standard italiani. Per tutta la stazione nascosta ho scelto di usare un flessibile GT con rotaie Codice 100 per tutelarmi quanto più possibile contro deragliamenti imprevisti.

Dei sette binari che formano la stazione nascosta, i primi 6 partendo dall'alto sono riservati allo stazionamento dei treni, mentre il 7 serve sia per lo stazionamento ma soprattutto per l'inversione di marcia. La lunghezza utile del binario 1 è di 240cm, il 2 ed il 3 sono da 220cm, si scende a 200cm per i restanti 4. Per confronto, i binari di stazione di Caprazzino, hanno un modulo massimo di 150cm: questo mi permetterà di ricoverare più di un convoglio per binario, in particolare sui primi 3. Al momento non ho deciso di sfruttare questa possibilità, per non complicare ulteriormente il cablaggio elettrico -soprattutto quello dei sensori-, ma è una possibilità che ho ben presente qualora mi accorga in futuro che 6 convogli non sono sufficienti a soddisfare le mie necessità.

A proposito di sensori! Per garantire un funzionamento completamente automatico della stazione nascosta, ho dovuto provvedere a sensorizzare opportunamente tutti i binari. La scelta è caduta su due diversi tipi di sensori di occupazione di tratta, rispettivamente basati su assorbimento di corrente e riflessione infrarossa (IR).

2014-11-29 13.01.54

Come potete vedere da questa foto, che inquadra l'estremo sinistro della stazione nascosta, ogni binario ha il proprio sensore IR -in corrispondenza delle lucette verdi- che indica il punto di fermata ed una alimentazione separata per entrambe le rotaie, utile per verificare se il binario è occupato da materiale motore, carrozze con illuminazione interna, etc...

Non avendo trovato nulla che facesse al caso mio, ho deciso di autocostruire i sensori IR. Non mi piaceva infatti la classica soluzione della barriera, perché non può essere montata sottoplancia e rende complicata la realizzazione di sensori in batteria come quelli della foto. Il sensore che ho realizzato invece è abbastanza piccolo -14x18mm per 3mm di spessore- per poter essere completamente annegato nel sughero o montato "a pettine" tra un binario e l'altro senza intralciare la circolazione. Per ora sono piuttosto soddisfatto del loro funzionamento: tempo fa ho fatto un test di durata per controllare la presenza di derive termiche ed altri problemi simili e non ho riscontrato nulla di anomalo anche dopo 150 ore di funzionamento continuativo.

Tutti i sensori della stazione nascosta sono cablati sfruttando il sistema LocoNet, ed in particolare i moduli di retroazione di Hans De Loof (link) che ho trovato semplici e veloci da costruire seppure non eccessivamente economici, in particolare per quanto riguarda il circuito stampato.

2014-10-25 16.04.54

Infine, per quanto riguarda la movimentazione degli aghi dei deviatoi, mi sono affidato a servo motori per aeromodellismo. Ho trovato particolarmente efficaci gli HobbyKing 15148 (link) che, con una coppia di 2.3kg e dimensioni di 28x30x13mm, sono perfetti per un uso sul plastico. Tra l'altro costano anche decisamente poco! Per ora mi sono affidato ad un micro switch cannibalizzato da un vecchio mouse rotto per la polarizzazione del cuore, ma presto ho in programma di sostituire questa soluzione piuttosto artigianale con un ben più affidabile "servo-relè" su cui sto lavorando. Ve ne parlerò sicuramente in futuro, non appena i primi prototipi avranno superato gli stress-test.

Per concludere, ecco una panoramica della metà destra della stazione nascosta, con il cappio di ritorno già completato ma -purtroppo- non ancora funzionante.

2015-03-03 20.18.56

La prossima settimana vi parlerò della struttura modulare dell'impianto.

A presto!

martedì 10 marzo 2015

Le manovre (1)

Buona serata ai miei lettori.

Questa volta parliamo di manovre. Per fare questo, trovo che Xtrackcad sia stato per me uno strumento indispensabile di verifica e simulazione. Infatti, una volta creato il piano binari è molto facile con questo programma vedere in azione il proprio plastico. Vediamo come.




In alto al centro, vicino al tronchino che servirà per il carico/scarico dell' Hbbillns, c'è una icona a forma di loco a vapore. Se ci si clicca sopra...


... compaiono varie cose. Prima di tutto, la finestrella a sinistra, chiamata Train Control, premette di controllare il movimento delle loco. La barra verticale serve per impostare la velocità, il pulsante Forward, che se cliccato riporta la dicitura Reverse, indica in che direzione si muoverà la loco selezionata (in questo caso la #29). Quest'ultima informazione è anche riportata da un pallino giallo sulla loco. Se guardate la #63, vedrete che il pallino e rivolto a destra.

Altra cosa che compare sono, appunto, locomotive e treni che avevo precedentemente posizionato e nascosto. Questi possono essere aggiunti tramite il menù 'Manage->Car Inventory', raggiunbile tramite anche la scorciatoia Ctrl+Alt+V.




Da questo menù possiamo, premendo il tasto 'Add' aggiungere quante loco, carri e carrozze vogliamo. Io ho già provveduto a popolare la mia lista: gli indici da 0 a 999 sono riservati a loco e carrozze, mentre quelli dal 1000 in su ai vari carri merce. In particolare, le prime due cifre indicano sempre la tipologia di carro, ad esempio:


10xx Eanos

20xx Gbhs
21xx Gbs

... e così via. Per ciascuna tipologia di carro è necessario specificare 3 parametri: lunghezza fuori tutto, larghezza e interperno o passo. Grazie a questi tre valori il software è in grado di simulare, con un certo grado di approssimazione, il movimento del carro sul tracciato e l'area occupata. Strumento utilissimo, tra le altre cose, per controllare se due tratti in curva sono troppo ravvicinati.


Infine, ultima cosa che compare sono delle barrette rosse sui deviatoi. Se ci si clicca sopra tenendo premuto Shift, la barretta cambia posizione ed il treno percorrerà un diverso ramo del deviatoio. Questo vale sia per gli scambi semplici che quelli doppi, ed anche per gli scambi inglesi.


Sicuramente manca la possibilità di collegare segnali, fare automazione e tante altre caratteristiche, ma vi garantisco che quelle inserite sono più che sufficienti per controllare che tutto funzioni  a dovere. Ah, dimenticavo! I treni si possono muovere sia tramite la finestra Train Control, sia con il mouse.


Facciamo un esempio. 




1. Il treno che vedete affrontare la curva in ingresso è formato da un Kgps, un Hbbillns e 6 Tdns al traino di una E626. Viene ricevuto in corretto tracciato sul binario 2, mentre sul tronchino da lato del magazzino merci sosta un automotore da manovra, ad esempio un D214.



2. A questo punto viene staccata la E626 che si porta in coda al treno.




3. Tramite una manovra di regresso la E626 sposta la colonna di carri dal 2° al 4° binario, fino ad impegnare il tronchino G, così da liberare il corretto tracciato di entrambe le linee per gli arrivi e le partenze dei convogli passeggeri.





4. A questo punto la loco elettrica lascia Kgps ed Hbbillns sul tronchino, poi porta i Tdns fino alla punta del deviatoio alla radice destra del binario 4, infine si stacca definitivamente dalla colonna e va ad occupare il tronchino elettrificato a lato del deposito locomotive. 



5. Terminata questa manovra, la D214 aggancia brevemente la colonna di Tdns e li sposta così da liberare il deviatoio alla radice sinistra del binario 4; poi aggira la colonna e si aggancia all'Hbbillns.




6. A questo punto impegna il raccordo Saltarelli e Migiani e deposita l'Hbbillns sul tronchino A sfruttando come asta il tronchino B.



7. Staccatasi dall'Hbbillns la D214 torna fino al tronchino G e si aggancia ai Tdns sul binario 4 separandoli in due tronconi da tre carri.



8. Sfruttando lo spazio libero sul tronchino G, la 214 manovra i suoi carri vuoti e li deposita sul tronchino C in attesa di caricarli.



9. Di nuovo si stacca dai carri e va a mettersi in testa ai restanti tre sul binario 4.



10. Una volta agganciati li sposta sul tronchino B così che possano essere caricati dal personale della ditta raccordata.



11. Staccatasi anche da questi va ad agganciare il Kgps che per ora ha pazientato sul G e lo porta sul D, a lato del piano caricatore.




12. Infine si stacca anche da questo carro e va a disporsi sull'F, terminando la manovra, in attesa di scambiare di posto i carri sui tronchini B e C.

Visto così sembra tutto facile, ma in realtà al primo giro non ero riuscito a manovrare tutti i carri: mi restava sempre tra i piedi il Kgps o l'Hbbillns. Fortunatamente per risolvere il problema è bastato semplicemente cambiare l'ordine con cui arrivano i carri in stazione.

Simulare questa manovra è stato utile anche per un altro motivo: in uno dei piani di stazione precedenti precedenti il binario 4 non era elettrificato. Non sarebbe dunque stato possibile effettuare la manovra con la E626 e sarebbe stato necessario affidarsi alla D214. Nulla di impossibile, ma la massa aderente della prima è decisamente superiore a quella della seconda e la rampa di ingresso lato Fermignano avrebbe impegnato il povero automotore al limite della prestazione -in scala ovviamente- soprattutto con i carri a pieno carico.

Torneremo sull'argomento delle manovre più avanti. La prossima settimana vi parlerò della stazione nascosta poi finalmente si inizierà a costruire qualcosa di solido!


A presto!

martedì 3 marzo 2015

Il traffico (3)

Buona serata ai miei lettori!


Come promesso questa sera mettiamo giù qualche numero. Premetto che la cosa mi ha dato non pochi grattacapi, perché non lavorando in una azienda/industria bensì all'università ho fatto molta fatica a quantificare il numero di carri necessari per movimentare la merce prodotta e le materie prime necessarie da ciascuna delle aziende che ho citato nei post precedenti.

Ma visto che mia moglie dice che sono un ingegnere fino al midollo -e probabilmente ha ragione- mi sono inventato un metodo che mi pare funzioni bene. Premetto che sono considerazioni del tutto personali e sono sicuro che lì fuori c'è sicuramente qualcuno in grado di fare stime più precise di quelle che sto per fare. Ma non temete, non c'è nulla di complicato.

Chi di voi ha avuto occasione di sfogliare il numero 377 de "i Treni", avrà sicuramente apprezzato l'articolo di Fabrizio Sozzi sul centro logistico di Piadena. Nell'articolo si cita che la Trasporti Pesanti di Tullio Storti & C. Srl ha iniziato a lavorare a Casalmaggiore per un importante cliente, trasportando lamiere in rotoli. Basta cercare con Google Maps (link) per scoprire chi sia il fantomatico cliente mai citato direttamente nell'articolo: Marcegaglia spa.


Facendo qualche altra ricerca in rete sul sito della succitata multinazionale (link) si viene a scoprire che il totale degli impianti produttivi ha una superficie pari a 6 milioni di metri quadri e produce ogni anno 5 milioni di tonnellate di prodotti: cifre veramente notevoli!

Tornando all'articolo e proseguendo nella lettura, si scopre che il solo sito di Casalmaggiore richiede un totale di 15 treni da 18 carri ciascuno: oltre 14000 carri all'anno. I carri sono degli Shimmns: i documenti di Trenitalia ci dicono che questi carri hanno una portata media di 53,5t. Questo vuol dire che, ammettendo che Marcegaglia a Casalmaggiore trasporti tutte le materie prime su ferro, ogni anno quello stabilimento movimenta poco più di 750.000t di materiale in ingresso. L'articolo però non fornisce dati circa il materiale in uscita.

Cercando in rete (link) si trovano i dati ufficiali della casa madre, che parlano di uno stabilimento da capace di produrre 700.000t annue. Se diamo per buona la stima delle materie in ingresso questo vuol dire una resa di produzione compresa tra il 90% ed il 95%. Alta, ma tutto sommato accettabile. Riportando il dato su scala globale, possiamo assumere che l'insieme degli stabilimenti produttivi richieda poco più di 5,36 milioni di tonnellate di materie prime. Se tutto venisse trasportato su ferro con gli stessi carri già citati, questo vorrebbe dire un carro in ingresso all'anno ogni 60m2 ed uno in uscita ogni 64m2


Vediamo se questa stima è abbastanza generale: verifichiamola con una azienda di tipo completamente diverso. La LAR di Casalecchio di Reno si occupava di import/export di oggetti da regalo dalla Cina. Prima del fallimento, quando tutto funzionava a dovere, ricevevano ogni anno poco meno di 150 container, normalmente 40ft high cube (link). Se consideriamo carri Sggnss e parità di volume, questo vuol dire circa 100 carri all'anno. Misurando lo stabilimento con Google Maps (link), -cliccate con il tasto destro, apparirà il menù della figura qui sopra- otteniamo una superficie di 202x29 = 5858m2, che divisa per 60m2 dà 98 carri all'anno. Questa io la chiamo fortuna, più che una buona stima, ma a caval donato...

Quindi via al calcolo del traffico generato dalle mie aziende! Nella tabella qui sotto, per rendere i numeri un po' più maneggevoli ho calcolato il traffico totale settimanale. I "mezzi carri" si intendono movimentati una volta ogni due settimane.

EanosGbhsGbsHbbillnsKgpsKsRgmmsRgsSggnssTaemsTdnsTotale per Azienda
Saltarelli e Migiani211316
Green Power31711
Modula156
PVS55
S&P Costruzioni86418
Montefeltro Marmi0,50,51
Simoncini Gomme22
Due Emme0,51,52
Sisti Venenzio0,50,5247
Carpegna prosciutti22123
Morinat112
Aziende agricole32813
Imprese Edili107522
Totale per Tipologia2013,537415118,521421128
Dove
Raccordo15
MM9
PC32
Transito72

Dunque, a conti fatti la stazione di Caprazzino si troverà a gestire un traffico merci da un centinaio di carri la settimana: robetta in confronto a Piadena (link), dove un solo cliente ne movimenta più del doppio; tutto sommato dovrebbe essere fattibile. Altra informazione interessante: un quarto di tutti i carri movimentati fa riferimento al piano caricatore, mentre meno di un decimo sono di pertinenza del magazzino merci.

Questo vuol dire che il piano caricatore (PC) stesso dovrà essere abbastanza lungo per accogliere più carri alla volta: se consideriamo ad esempio 4 carri da 15m l'uno arriviamo a 60m ovvero 690mm in scala H0. Al contrario, il magazzino merci (MM) può servire anche un solo carro alla volta: ne basta dunque uno a due stalli come questo (link) per coprire il fabbisogno di Caprazzino.

Quanto al raccordo con la Saltarelli e Migiani, qui le cose vanno un po' diversamente. Kgps a parte, che è già sistemato una volta decise le misure del PC, bisogna trovare lo spazio per caricare e scaricare gli Hbbillns senza intralciare le manovre delle tramogge: a questo scopo un tronchino da 20cm di spazio utile sarà più che sufficiente. Ora tocca alle tramogge: se consideriamo due invii settimanali -lunedì e giovedì, ad esempio- , uno da 6 ed uno da 7 tramogge, possiamo usare queste composizioni:

Hbbillns + 7 Tdns
Hbbillns + 6 Tdns + Kgps.

In pratica due convogli da carri 8 per poco meno di 110 cm ciascuno: non tanto diverse dalla tirate da 10 carri che la E626 di TFT fa per trasportare i prefabbricati di Baraclit (link) (vedi anche "i Treni" n. 374). Supponendo di suddividere le tramogge di ciascun convoglio in due gruppi da 3-4 carri, serviranno altri due tronchini, uno da 40cm per il caricamento (3 Tdns) ed uno da 50cm per lo stazionamento (4 Tdns). Così facendo non si occupano i binari di Caprazino se non con il Kgps una volta alla settimana.

Aggiungendo qualche altra considerazione -legata alle manovre- di cui vi parlerò più avanti, il piano binari di Caprazzino appare così.



I binari da 1 a 4 servono per arrivi e partenze e saranno elettrificati; i binari da A, B e C sono quelli appena descritti del raccordo Saltarelli e Migiani -rispettivamente 20cm, 40cm e 50cm- e i restanti da D a J. Ho tradotto questo schema in Xtrackcad, ed il risultato è questo:


Nella stanza che ho a disposizione -il mio studio- c'è una porta finestra a sinistra, la porta di ingresso è in basso a destra, mentre in basso a sinistra c'è la mia scrivania. Il rettangolo grigio è un termo-arredo a tutta altezza. Larghezza utile 410cm, profondità massima 140cm. Quanto alla forma strana dei muri, beh... oltre a vari grattacapi, ha dato anche qualche spunto su come proseguire i lavori: ne riparleremo.

Ecco anche un paio di immagini 3D fatte con SCARM: perdonatemi, ma purtroppo ho iniziato a lavorare con questo programma solo da qualche giorno, quindi la mia libreria di oggetti non è particolarmente ricca. Nel weekend ho giusto avuto il tempo di scrivere un programma per generare automaticamente le forme degli scambi secondo le geometrie che avevo già progettato in Xtrackcad così da non dover rifare tutto da capo di nuovo.



Spero di aggiungere altri dettagli a breve, almeno le staccionate e la catenaria. Infine, non curatevi dello sfondo: mi serve per chiudere l'elicoidale, ma non ho certo intenzione di lasciarlo così lineare, tutt'altro.

A presto!