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martedì 7 marzo 2017

Deviatoi in CAP 2.0 (3)

Buona serata ai miei lettori!
La famosa influenza che un mese fa mi aveva dato una mano a portare avanti i lavori sul plastico mi ha perseguitato fino a fine mese, ripresentandosi puntualmente ogni weekend, con grande "gioia" del sottoscritto. Questa volta però invece che aiutare ha messo un bel freno al lavoro: in tutto questo tempo purtroppo sono riuscito a produrre ed installare solo un altro deviatoio, che potete vedere qui sotto nella sua posizione definitiva.

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Unica difficoltà questa volta è stata la vicinanza con la giunzione dei tasselli/moduli. Normalmente prima delle punte degli aghi prevedo sempre un paio di traverse, utili sia per dare robustezza alla struttura, sia per tenere sotto controllo lo scartamento ed il parallelismo tra le rotaie. Avendo già posizionato le traverse della giunzione, avrei dovuto optare per una sola traversa prima degli aghi: per non indebolire la struttura del deviatoio, ho scelto di mantenere più lunghe del necessario le rotaie prima degli aghi. Al termine del lavoro sul deviatoio ho sagomato entrambe le rotaie con la levigatrice a disco poi ho saldato tutto l'insieme alle traverse già installate.

E questo purtroppo è tutto quanto per ora. Ci vediamo sabato 11 a Verona con chi verrà al Model Expo Italy!

martedì 7 febbraio 2017

Deviatoi in CAP 2.0 (2)

Buona serata ai miei lettori!

Complice anche una bella influenza che mi ha costretto a casa alcuni giorni della settimana scorsa, sono riuscito a terminare il lavoro sul nuovo deviatoio in CAP ed a portare avanti il lavoro sulla radice destra della stazione di Caprazzino.

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Dopo aver sfilato le rotaie usate per posizionare gli attacchi sulle traverse, ho iniziato il lavoro sul cuore, utilizzando come al solito le mie dime. Questa volta, per diffondere meglio lo stagno tra le due metà che compongono il cuore, ho fatto uso di una saldatore a gas, con grande soddisfazione. E' stato necessario fare un poco di attenzione per non carbonizzare la base della dima, ma il rame delle basette in FR4 ha decisamente aiutato a disperdere il calore in eccesso. Per quanto riguarda le controrotaie del cuore, le ho realizzate separatamente come al solito, avendo cura di saldarle in posizione utilizzando due attacchi normali alle estremità. Unica accortezza, necessaria per evitare sobbalzi, è quella di posizionare la parte dell'attacco senza la riproduzione del bullone d'attacco dal lato interno della rotaia, ovvero quella percorsa dal bordino, come potete vedere dalla foto qui sotto.

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Per riuscirci in tutti i punti e mantenere un buon ancoraggio delle rotaie alle traverse, ho usato un semplice trucco. La zona del cuore è composta da 6 traverse: per la prima da sinistra ho tagliato due attacchi normali ed ho usato solo la parte senza bullone. Per la seconda traversa, altri due attacchi tagliati: la parte senza bullone blocca il cuore, mentre la parte con bullone blocca la controrotaia. Per mantenere allineate le rotaie ho rimosso con il dremel la riproduzione dei bulloni di attacco della piastra. Terza traversa: due attacci normali interi, posizionati lungo la controrotaia, con la parte senza bulloni dal lato della punta del cuore. Quarta e quinta traversa, due attacchi speciali ciascuna, tagliati a misura. Sesta ed ultima traversa, due attacchi normali senza alcuna lavorazione.

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Qui sopra potete vedere i due lati del deviatoio finito, a meno del tirante degli aghi. Sono piuttosto soddisfatto, anche prima della colorazione. Per evitare cavallotti, questa volta ho provveduto a saldare in alcuni punti le rotaie agli attacchi: risulta utile anche per irrobustire la struttura. Per i restanti attacchi al solito ho usato la colla 21.

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Per quanto riguarda i tiranti degli aghi, ho cercato di perfezionare il sistema a quattro tiranti. Non mi piaceva infatti che vicino al punto di ancoraggio vi fosse uno scavallamento: oltre ad esseere antiestetico, andava a cozzare contro la riproduzione della cassa di manorva. Per risolvere questo problema ho utilizzato una barretta di FR4 ramato da entrambi i lati: due dei tiranti li ho saldati sopra, gli altri due invece li ho saldati sotto, avendo cura di sagomare in modo opportuno i fili in rame per far sì che tutti e quattro si trovino allo stesso livello. Il risultato pare soddisfacente.

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Qui sopra oinfine potete vedere l'attuale stato dei lavori alla radice destra: ancora pochi centimetri di rotaia separano il deviatoio in cap dal doppio inglese!

A presto!

martedì 31 gennaio 2017

Deviatoi in CAP 2.0 (1)

Buona serata ai miei lettori!

In queste settimane mi sono dato da fare per compleatare il lavoro sul terzo binario, ora finalmente dotato di tutte le rotaie e le giunzioni e non soltanto dei deviatoi. Nella foto qui sotto potete vedere una vista di infilata dal lato della radice destra, quella lato Urbino/Frontino, dove sono ben visibili le tre diverse traversinature: quella in CAP a sinistra, quella in legno al centro, e la vecchia RA36 a destra. Avendone la possibilità, ho preferito evitare totalmente giunzioni onde evitare poco realistiche cuspidi nei tratti in curva, ovvero praticamente ovunque.

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Ho anche iniziato il lavoro sul deviatoio in CAP in curva che vedere sostituito dalla sua sagoma in carta. A differenza dei deviatoi realizzati finora, dove ho impiegato gli attacchi in rame, per tutti i deviatoi del primo e del secondo binario ho deciso di utilizzare gli attacchi in microfusione di ottone, sempre di Weinert, che avevo già utilizzato in passato per la realizzazione del deviatoio di prova. Devo ammettere che dopo essere uscito dall'avventura della realizzazione del doppio inglese, tornare a lavorare su un deviatoio semplice pare veramente una passeggiata!

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Qui sopra potete vedere la traversinatura del nuovo deviatoio, prima e dopo il taglio delle piazzole per gli attacchi. Come per il doppio inglese, ho optato per il taglio al Dremel invece che con il vecchio sistema a carta vetrata. Devo dire che anche in questo caso la maggiore precisione e flessibilità mi ha convinto che questa sia la strada giusta. Non ho ancora sperimentato invece l'incisione chimica del rame, ma mi riprometto di farlo presto dopo i preziosi suggerimenti ricevuti sul forum della Duegi.

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Differentemente rispetto alla precedente realizzazione di deviatoio in CAP questa volta ho deciso di prestagnare tutte le piazzole, un po' come si fa per i circuiti stampati a montaggio superficiale. Il vantaggio che ho osservato sta nel fatto che la saldatura tra attacco e piazzola è decisamente più rapida che non aggiungendo lo stagno solo in un secondo momento. Altra modifica rispetto al procedimento solito, questa volta ho posizionato gli attacchi prima di procedere alla sagomatura delle rotaie. Ho optato per questa soluzione perché mi sono accorto che nella zona in cui il contrago viene sagomato per ospitare l'ago c'è il rischio che si venga a creare una zona con raggio diverso rispetto al resto del deviatoio, una sorta di cuspide che trovo antiestetica e che con gli attacchi in rame ho dovuto correggere a mano un poco alla volta.

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Qui sopra potete vedere una vista ravvicinata degli attacchi in prossimità del punto di giunzione elastica del telaio degli aghi. Per semplicità di esecuzione ho saldato per primi gli attacchi normali, avendo cura di lasciare libera di muoversi la rotaia per poterla rimuovere in un secondo tempo per effettuare la sagomatura. Ho poi provveduto a saldare in posizione gli attacchi speciali, aiutandomi con un coltellino da modellismo per sollevare la rotaia dalle traverse quel tanto che basta da infilare l'attacco, come potete vedere nella foto qui sotto, che inquadra la zona delle controrotaie del cuore.

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Dovrò ritornare presto su questa zona per inserire gli attacchi per rotaia e contro rotaia.

A presto!

martedì 6 settembre 2016

Giunzioni

Buona serata ai miei lettori e ben ritrovati!

L'estate, normalmente periodo di pausa dal modellismo a causa dei vari impegni vacanzieri, quest'anno, grazie al fatto che mia moglie ha finalmente trovato il nuovo lavoro, si è trasformata in un periodo molto proficuo per il lavoro sul plastico. Avere a disposizione quattro settimane per poter lavorare ininterrottamente o quasi al plastico, di questi tempi è merce più unica che rara, quindi ne ho approfittato il più possibile per portare avanti il lavoro.

Nelle prossime settimane vi farò vedere alcuni dei lavoretti svolti durante il periodo estivo. Questa settimana desidero mostrarvi dei alcuni tipi di giunzioni che si trovano sulla parte esposta del plastico di Caprazzino.

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Qui sopra potete vedere le quattro traversine che realizzano la giunzione tra due tratti di flessibile con traverse in CAP. Come per i deviatoi, la realizzazione di queste traverse parte dalle solite stecche di vetronite da circa 3mm di larghezza, che poi riduco a 2.75mm con il fido Dremel corredato dalla "alzatina" che ho già mostrato qui [link]. Dopodiché sono passato alla fase di carteggiatura per rimuovere il rame da tutte le parti non necessarie, infine una leggera passa di flussante e di stagno per fissare gli attacchi che serviranno a bloccare le rotaie. Nella foto qui sopra gli attacchi sono ancora in posizione provvisoria, dal momento che non sono ancora perfettamente allineati.

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Questo è il risultato dopo la posa dei flessibili: sicuramente ho abbondato un po' troppo con lo stagno su uno degli attacchi, percui dovrò fare qualche piccola correzione, ma già ora la circolabilità dei rotabili è più che soddisfacente. Per quanto il colore della traversa sia già "abbastanza" simile a quello della traversa in CAP, una bella passata di aerografo prima della posa del pietrisco è quanto mai necessaria per uniformare il colore di tutte le traverse.

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Altro luogo dove ho trovato molto utile l'uso delle traverse in vetronite è in corrispondenza dei punti di giunzione tra i diversi moduli. La possibilità di saldare la rotaia in questi punti consente di regolare con precisione la posizione delle rotaie anche una volta posate le traversine ed evitare fastidiosi scalini che possono causare deragliamenti. In questo ed altri casi simili ho ritenuto opportuno tagliare la rotaia seguendo il profilo del modulo, piuttosto che ortogonalmente alla rotaia: in questo modo i tasselli che compongono la parte superiore del plastico si possono inserire più facilmente. Per un taglio pulito ho usato una sega sottile e molto flessibile [link] comprata in fiera a Bologna: è una via di mezzo tra un traforo ed una sega tradizionale e per tagliare la vetronite funziona molto bene.

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Con un poco di pazienza ho ottenuto il risultato che potete vedere qui sopra. Non si tratta della stessa giunzione, ma questa, che si trova in bella vista alla radice destra della stazione di Caprazzino, mi soddisfa particolarmente perché il punto di congiunzione tra i diversi profilati è ben celato. Una colorazione opaca ad aerografo ed il debito invecchiamento dopo la posa del pietrisco faranno il resto per mascherare questo punto.

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Infine l'ultimo tipo di giunzione è quello tra profilati di diverso codice: potete vederne un esempio tra un codice 100 GT ed un codice 75 PECO nell'angolo in basso a sinistra della foto qui sopra. So bene che si possono trovare in commercio scarpette realizzate appositamente, ma è veramente facile realizzarle in casa, soprattutto per punti nascosti del tracciato come quello raffigurato.

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Per realizzarle ho iniziato saldando alcuni spessori in rame ricavati dai testimoni degli attacchi acquistati in Germania: ciascuno spessore mi serve per colmare la differenza in altezza tra i due diversi profili. Nel mio caso ho impiegato due spessori da 0.3mm per ciascun profilato. E' stato necessario carteggiare sia la superficie del piede della rotaia, sia il rame per ottenere una buona adesione; un velo di flussante inoltre ha aiutato a ridurre ed uniformare lo spessore dello stagno.

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Verificata la corrispondenza in altezza dei due profilati, sono passato a modificare le scarpette. Partendo da scarpette tradizionali, ho dapprima eliminato le svasature alle due imboccature poi, con il dremel ed un dischetto da taglio sottile, ho praticato un'incisione sulle giunzioni per separare le due metà delle linguette superiori, così da poter lavorare solo su una parte senza alterare l'altra parte.

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Infine, con paio di pinzette ho adattato le giunzioni al profilo codice 75, avendo cura di allineare la faccia interna dei funghi delle rotaie, onde evitare saltellamenti indesiderati. Ho poi saldato il tutto, come potete vedere qui sopra, per garantire una buona continuità elettrica ed evitare lo scorrimento. La saldatura dal lato del codice 100 l'ho effettuata durante l'incollaggio, quando ancora mi era possibile sfruttare un po' di gioco sulla posizione delle traverse. Infine, per garantire l'assenza di cuspidi, ho provveduto ad incollare sotto la giunzione una traversa in vetronite, così da poter bloccare in posizione le due rotaie.

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Qui sopra potete vedere lo stato attuale dei lavori sulla rampa elicoidale che porta dalla stazione nascosta alla radice della stazione di Caprazzino. Una semplice prova di scorrevolezza con una centoporte a carrelli di recente fattura ed una MDVE di fattura decisamente precedente ha dato i risultati che speravo: la carrozza riesce a percorrere per gravità tutta la rampa senza fermarsi né saltellare.

A presto!