Buona serata ai miei lettori!
Durante il tempo libero di questo weekend mi sono dato da fare per completare l'installazione dei servomotori del modulo 1. Uno in particolare mi ha dato un bel po' da fare: quello del deviatoio 1B, il deviatoio della comunicazione semplice tra il primo ed il secondo binario più prossimo al bordo del tassello. Come potete vedere nell'immagine qui sotto, il foro di comando è troppo vicino ai listelli di irrigidimento per permettere l'installazione del servo motore lungo l'asse del deviatoio come ho fatto con gli altri deviatoi di questo tassello.
Per questo motivo ho optato per un'installazione laterale, modificando la forma del tirante. Per ridurre il movimento del tirante alla sola direzione necessaria per la movimentazione degli aghi ho ricavato due staffe dal profilo ad L che ho utilizzato per fissare i servomotori. Per consentirmi di inserire le staffe anche dopo aver piegato il tirante e non ostacolarne il movimento una volta installato, ho ridotto la parte verticale del profilo a circa 4mm.
Ho poi praticato al centro di ciascuna staffa un foro da 1mm di diametro, inserito il tirante ed innestato la testa a croce. La forma ad S della parte terminale del tirante mi è servita per evitare che il tirante esca dalla sua sede. Infine ho fissato le staffe al compensato con la 21, praticato alcuni fori da 0.7mm nel profilato il plastica ed inserito in essi dei chiodini per irrobustire il fissaggio.
Terminata l'installazione dei servo ho sistemato nella loro posizione definitiva i cavetti dei segnali di controllo. Poiché ho intenzione di installare i relè per la polarizzazione dei cuori in prossimità del cuore, così da ridurre il più possibile la lunghezza dei cavetti che portano il segnale DCC, è stato necessario attraversare con i cavi di controllo i listelli di irrigidimento. Per questo motivo, con il Dremel su cui ho montato la testa ad angolo, ho praticato 3 fori da 4mm di diametro a circa 7mm dal piano di compensato. Poi con una pinzetta ho delicatamente rimosso dal connettore in plastica i contatti dei segnali di controllo, ho fatto passare i fili ed ho rimontato il connettore. Da ultimo ho bloccato i fili con colla a caldo ed un paio di passacavi realizzati con i pezzi del profilo ad L.
Da ultimo ho preparato la sede per la morsettiera con un tassello lungo circa 3cm ricavato dal un listello da 15x15mm. Quella che vedete nella foto qui sopra è la versione vecchia, non modulare. Poiché per la parte destra del tassello mi servono solo due connettori da 6 poli, mentre me ne servono 4 per la parte sinistra, ho preparato una nuova versione della stessa che posso tagliare in 2 o 3 parti a seconda delle necessità. Considerati i tempi del mio fornitore, passeranno almeno 3-4 settimane prima di poterli installare: aspetterò. Nel frattempo mi occuperò dei restanti tasselli.
A presto!
mercoledì 11 ottobre 2017
mercoledì 4 ottobre 2017
Elettrificazione e movimentazione (3)
Buona serata ai miei lettori!
La trasferta milanese del weekend per Novegro e la visita papale a Bologna hanno occupato gran parte del tempo libero della settimana appena trascorsa: per fortuna è venuto in aiuto San Petronio con la sua brava giornata di festa che mi ha permesso di andare avanti con i lavori sul plastico. In particolare oggi mi sono occupato della installazione dei servo motori dei deviatoi del modulo 1.
Avendo constatato la fragilità delle staffette in legno usate fino ad ora -nel fabbricarle alcune si sono spezzate in corrispondenza del punto di giunzione- ho deciso di acquistare un profilato ad L in plastica di dimensioni 15x15mm. Come avevo già fatto in precedenza, ho ritagliato delle fettine da 9mm di larghezza ed ho proceduto a preparare i fori di fissaggio.
Il primo, a circa 3mm di distanza dal bordo, mi serve per fissare il servo motore. Per praticità ho realizzato la dima che vedete nella parte alta della foto. La staffa in platica si inserisce nella parte centrale e si blocca con una staffa in legno. Poi, con una punta da 2mm a 5000 giri/min, ho forato la plastica utilizzando il foro guida nel blocchetto di legno. La staffa destra e quella sinistra sono asimmetriche, quindi è necessario prestare attenzione per non sprecare materiale.
Il secondo, a circa 5mm di distanza dal bordo, mi serve per fissare la staffa al piano di compensato. Per permettere una operazione il più possibile ripetibile ho utilizzato l'altro lato della dima. Nuovamente, messo il posizione il pezzo, l'ho bloccato con la staffa di legno, infine, con una punta da 3.5mm a 5000 giri/min, ho forato la platica. In entrambi i casi, la presenza della staffa di legno ed il basso numero di giri mi ha permette di ottenere un risultato abbastanza regolare, senza fondere la plastica.
A questo punto ho montato gli attacchi elastici del servo motore, ricordandomi di inserire il rivetto di ottone per non danneggiare la gomma, e con le vitine incluse nella confezione ho fissato gli attacchi alle staffe. Infine ho controllato che il tutto fosse nella posizione corretta rispetto alla dima di montaggio che mi sono realizzato con un cartoncino rigido. Su di esso, ho riportato, oltre alle posizioni dei fori di fissaggio anche quelle del punto di inserimento dell'asta di controllo nel compensato. Poiché è possibile montare il servo in due posizioni, ho riportato entrambe.
Ora sono pronto a preparare la testa del servo. Per questa installazione ho scelto la testa a croce più piccola tra quelle fornite: ho dovuto rimuovere una delle punte con il tronchese altrimenti avrebbe toccato il piano. Ho poi lavorato il tutto con un dischetto abrasivo per smussare il punto di taglio. La parte tagliata mi è servita per verificare la corretta piegatura dell'asta di comando.
Per essa ho utilizzato uno spezzone di filo in acciaio armonico da 0.8mm di diametro lungo circa 40mm. Ho notato che è particolarmente rischioso rimodellare le pieghe una volta fatte: per questo, una volta trovata la forma adatta, ne ho conservata una copia come dima. La parte superiore va fissata nel braccio della testa a croce opposto a quello tagliato. Per facilitare l'inserimento ho arrotondato entrambe le estremità con il dischetto abrasivo.
A questo punto ho montato la testa a croce, l'ho bloccata con la vitina annessa, ho montato l'asta di comando ed ho nuovamente verificato che il tutto rispettasse la dima. Se ho fatto tutto a dovere, gli spigoli ed i fori delle staffe devono coincidere con gli spigoli ed i fori della dima, mentre l'asta di comando deve toccare senza sforzare il bordo esterno in corrispondenza della tacca scelta. Qualche decimo di millimetro di gioco può essere utile per sistemare eventuali imprecisioni.
Circa il fissaggio, ho realizzato l'ennesima dima. Ho assottigliato un pezzetto di compensato da 4mm portandolo a 3.5mm; su di essa ho poi montato una staffa di plastica, una rondella spessa 1mm di diametro esterno 10mm e diametro interno 4mm ed una vite autofilettante 3x12mm. Purtroppo di più piccole non ne ho trovate, quindi sono costretto a tagliarle di misura con il dischetto abrasivo: lo spessore complessivo della dima mi permette di non arrivare mai a debordare dal piano del plastico.
Una volta pronte le viti, pratico i fori in base alla dima, li preparo invitando senza sforzare una vite autofilettante non tagliata, infine monto nella posizione definitiva il servocomando. Grazie alla testa svasata dell'asta di comando sono riuscito ad inserire l'asta del servo nella piastrina a cui sono saldati i tiranti del deviatoio senza alcuno sforzo.
Il risultato finale mi soddisfa: le viti risultano invisibili dalla parte superiore e gli aghi dei deviatoi flettono senza sforzo. I due fori che vedete in basso a destra tra le traverse in legno sono quelli dei sensori IR per la rilevazione puntuale del passaggio dei rotabili. Al momento ho solo effettuato la predisposizione, senza installare i sensori: devo infatti ancora calibrarne la posizione verticale in modo da camuffarli al meglio.
Infine ecco l'acquisto fatto a Novegro in posizione. Essendo rimasto piacevolmente colpito dalla riproduzione delle bullonature, ho ripulito il negoziante: purtroppo quelli che aveva non sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze, ma non tutto il male viene per nuocere. Avrò modo di differenziare i binari delle varie epoche con terminali costruititi in modi differenti.
A presto!
La trasferta milanese del weekend per Novegro e la visita papale a Bologna hanno occupato gran parte del tempo libero della settimana appena trascorsa: per fortuna è venuto in aiuto San Petronio con la sua brava giornata di festa che mi ha permesso di andare avanti con i lavori sul plastico. In particolare oggi mi sono occupato della installazione dei servo motori dei deviatoi del modulo 1.
Avendo constatato la fragilità delle staffette in legno usate fino ad ora -nel fabbricarle alcune si sono spezzate in corrispondenza del punto di giunzione- ho deciso di acquistare un profilato ad L in plastica di dimensioni 15x15mm. Come avevo già fatto in precedenza, ho ritagliato delle fettine da 9mm di larghezza ed ho proceduto a preparare i fori di fissaggio.
Il primo, a circa 3mm di distanza dal bordo, mi serve per fissare il servo motore. Per praticità ho realizzato la dima che vedete nella parte alta della foto. La staffa in platica si inserisce nella parte centrale e si blocca con una staffa in legno. Poi, con una punta da 2mm a 5000 giri/min, ho forato la plastica utilizzando il foro guida nel blocchetto di legno. La staffa destra e quella sinistra sono asimmetriche, quindi è necessario prestare attenzione per non sprecare materiale.
Il secondo, a circa 5mm di distanza dal bordo, mi serve per fissare la staffa al piano di compensato. Per permettere una operazione il più possibile ripetibile ho utilizzato l'altro lato della dima. Nuovamente, messo il posizione il pezzo, l'ho bloccato con la staffa di legno, infine, con una punta da 3.5mm a 5000 giri/min, ho forato la platica. In entrambi i casi, la presenza della staffa di legno ed il basso numero di giri mi ha permette di ottenere un risultato abbastanza regolare, senza fondere la plastica.
A questo punto ho montato gli attacchi elastici del servo motore, ricordandomi di inserire il rivetto di ottone per non danneggiare la gomma, e con le vitine incluse nella confezione ho fissato gli attacchi alle staffe. Infine ho controllato che il tutto fosse nella posizione corretta rispetto alla dima di montaggio che mi sono realizzato con un cartoncino rigido. Su di esso, ho riportato, oltre alle posizioni dei fori di fissaggio anche quelle del punto di inserimento dell'asta di controllo nel compensato. Poiché è possibile montare il servo in due posizioni, ho riportato entrambe.
Ora sono pronto a preparare la testa del servo. Per questa installazione ho scelto la testa a croce più piccola tra quelle fornite: ho dovuto rimuovere una delle punte con il tronchese altrimenti avrebbe toccato il piano. Ho poi lavorato il tutto con un dischetto abrasivo per smussare il punto di taglio. La parte tagliata mi è servita per verificare la corretta piegatura dell'asta di comando.
Per essa ho utilizzato uno spezzone di filo in acciaio armonico da 0.8mm di diametro lungo circa 40mm. Ho notato che è particolarmente rischioso rimodellare le pieghe una volta fatte: per questo, una volta trovata la forma adatta, ne ho conservata una copia come dima. La parte superiore va fissata nel braccio della testa a croce opposto a quello tagliato. Per facilitare l'inserimento ho arrotondato entrambe le estremità con il dischetto abrasivo.
A questo punto ho montato la testa a croce, l'ho bloccata con la vitina annessa, ho montato l'asta di comando ed ho nuovamente verificato che il tutto rispettasse la dima. Se ho fatto tutto a dovere, gli spigoli ed i fori delle staffe devono coincidere con gli spigoli ed i fori della dima, mentre l'asta di comando deve toccare senza sforzare il bordo esterno in corrispondenza della tacca scelta. Qualche decimo di millimetro di gioco può essere utile per sistemare eventuali imprecisioni.
Circa il fissaggio, ho realizzato l'ennesima dima. Ho assottigliato un pezzetto di compensato da 4mm portandolo a 3.5mm; su di essa ho poi montato una staffa di plastica, una rondella spessa 1mm di diametro esterno 10mm e diametro interno 4mm ed una vite autofilettante 3x12mm. Purtroppo di più piccole non ne ho trovate, quindi sono costretto a tagliarle di misura con il dischetto abrasivo: lo spessore complessivo della dima mi permette di non arrivare mai a debordare dal piano del plastico.
Una volta pronte le viti, pratico i fori in base alla dima, li preparo invitando senza sforzare una vite autofilettante non tagliata, infine monto nella posizione definitiva il servocomando. Grazie alla testa svasata dell'asta di comando sono riuscito ad inserire l'asta del servo nella piastrina a cui sono saldati i tiranti del deviatoio senza alcuno sforzo.
Il risultato finale mi soddisfa: le viti risultano invisibili dalla parte superiore e gli aghi dei deviatoi flettono senza sforzo. I due fori che vedete in basso a destra tra le traverse in legno sono quelli dei sensori IR per la rilevazione puntuale del passaggio dei rotabili. Al momento ho solo effettuato la predisposizione, senza installare i sensori: devo infatti ancora calibrarne la posizione verticale in modo da camuffarli al meglio.
Infine ecco l'acquisto fatto a Novegro in posizione. Essendo rimasto piacevolmente colpito dalla riproduzione delle bullonature, ho ripulito il negoziante: purtroppo quelli che aveva non sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze, ma non tutto il male viene per nuocere. Avrò modo di differenziare i binari delle varie epoche con terminali costruititi in modi differenti.
A presto!
martedì 26 settembre 2017
Finalmente completo!
Buona serata ai miei lettori!
Finalmente dopo tanto lavoro sono riuscito a terminare il piano binari della stazione di Caprazzino. Dopo aver sagomato oltre 700 traversine ed installato oltre 1900 attacchi (con le relative saldature e chiodini), anche l'ultimo deviatoio è terminato e l'ultimo centimetro di binario è installato. Dal primissimo tentativo (link) all'ultima realizzazione che potete vedere qui sotto è passato un bel poco di tempo e non nego che non vedevo l'ora di riporre dime e schemi costruttivi per dedicarmi al prossimo passo e veder finalmente circolare qualche treno sui binari di Caprazzino.
Non ho però potuto resistere, prima di iniziare seriamente con il cablaggio di tutti moduli, a fare qualche panoramica dell'impianto nudo, complice anche la bella giornata di sole di sabato. Percui eccovi in sequenza alcune immagini di come appare il piano binari di Caprazzino con tutti i binari ed i deviatoi al loro posto.
Panoramica dal lato Fermignano/Carpegna: in primissimo piano il binario della rimessa locomotive e sulla destra di tronchini del magazzino merci e del raccordo Saltarelli e Migiani.
Primo piano dei binari di stazione: dal fronte al muro il binari di sorpasso e di corsa della Ponte Messa-Fermignano, il binario di corsa dell'antenna per Carpegna, i due binari di scalo ed il raccordo Saltarelli.
La radice della stazione di Caprazzino in direzione di Ponte Messa con le due comunicazioni semplici tra i binari 1, 2 e 3 e la breve asta di manovra per la movimentazione delle merci.
Infine, ecco come appare Caprazzino con un poco di popolazione. Siamo nel settembre del 1975: mentre una solitaria ALn 668 disbriga un servizio passeggeri decisamente leggero, probabilmente in un orario di morta, la D.342 3001 negli ultimissimi anni del suo servizio attivo manovra sul binario 3 una breve colonna di carri Gbhs provenienti da Carpegna, carichi di prosciutti. Sul binario del piano caricatore una sogliola ha appena posizionato due carri a sponde e si appresta ad accodare i restanti Gbhs al merci per Ravenna via Ponte Messa/Rimini.
Terminata la sessione fotografica, è ora di mettersi al lavoro sulla parte elettrica. Ho iniziato il lavoro dal lato sinistro: rimosso il pannello con i binari ho subito sistemato qualche lieve imperfezione nella giunzione tra i moduli poi, sfruttando le dimensioni contenute ho iniziato a installare i cavetti di rame per portare sotto il piano della stazione i contatti verso le rotaie.
Dopo avere riportato a matita su entrambe le facce l'ingombro dei listelli che costituiscono l'armatura scatolare dei moduli, ho provveduto a realizzare tutti i fori necessari, di diametro diverso in funzione dell'uso. Ho scelto 1mm per i contatti in rame delle alimentazione, 2.5mm per i servocomandi, ed una combinazione di 3mm e 4mm per i sensori IR per i punti di arresto. Ho anche riportato a matita il nome di ogni deviatoio, binario e contatto per non impazzire in seguito. Vista la presenza di un listello centrale -dovuto alla configurazione del mobile sottostante- saranno necessari almeno due connettori per portare tutti i contatti verso i relativi moduli del sistema di controllo.
Per collegare ciascuno dei moduli del piano di stazione di Caprazzino con la parte inferiore del plastico dove saranno ospitati i circuiti di controllo, utilizzerò i classici connettori RJ12 usatissimi anche per tutti i vari dispositivi Loconet. Ho progetto e fatto realizzare una basetta che ospita ciascuna 3 connettori: li fisso con un paio di viti ciascuno e realizzo un cavetto piatto a 6 poli di circa 5 cm di lunghezza. Il cavo piatto l'ho trovato a pochi euro in un dei tanti negozi di distribuzione di materiale elettrico/elettronico. Ciascuna basetta riporta anche per ogni connettore l'ordine corretto dei cavi, così da evitare errori di connessione. Essendo alti esattamente 15mm rientrano perfettamente sotto il piano del modulo superiore senza sporgere.
Per ora è tutto: questo weekend a Novegro sarò alla ricerca di kit per la costruzione dei paraurti. Senza quelli non posso iniziare a posizionare adeguatamente i sensori IR che delimitano il punto di arresto per le manovre.
A presto!
Finalmente dopo tanto lavoro sono riuscito a terminare il piano binari della stazione di Caprazzino. Dopo aver sagomato oltre 700 traversine ed installato oltre 1900 attacchi (con le relative saldature e chiodini), anche l'ultimo deviatoio è terminato e l'ultimo centimetro di binario è installato. Dal primissimo tentativo (link) all'ultima realizzazione che potete vedere qui sotto è passato un bel poco di tempo e non nego che non vedevo l'ora di riporre dime e schemi costruttivi per dedicarmi al prossimo passo e veder finalmente circolare qualche treno sui binari di Caprazzino.
Non ho però potuto resistere, prima di iniziare seriamente con il cablaggio di tutti moduli, a fare qualche panoramica dell'impianto nudo, complice anche la bella giornata di sole di sabato. Percui eccovi in sequenza alcune immagini di come appare il piano binari di Caprazzino con tutti i binari ed i deviatoi al loro posto.
Panoramica dal lato Fermignano/Carpegna: in primissimo piano il binario della rimessa locomotive e sulla destra di tronchini del magazzino merci e del raccordo Saltarelli e Migiani.
Primo piano dei binari di stazione: dal fronte al muro il binari di sorpasso e di corsa della Ponte Messa-Fermignano, il binario di corsa dell'antenna per Carpegna, i due binari di scalo ed il raccordo Saltarelli.
La radice della stazione di Caprazzino in direzione di Ponte Messa con le due comunicazioni semplici tra i binari 1, 2 e 3 e la breve asta di manovra per la movimentazione delle merci.
Infine, ecco come appare Caprazzino con un poco di popolazione. Siamo nel settembre del 1975: mentre una solitaria ALn 668 disbriga un servizio passeggeri decisamente leggero, probabilmente in un orario di morta, la D.342 3001 negli ultimissimi anni del suo servizio attivo manovra sul binario 3 una breve colonna di carri Gbhs provenienti da Carpegna, carichi di prosciutti. Sul binario del piano caricatore una sogliola ha appena posizionato due carri a sponde e si appresta ad accodare i restanti Gbhs al merci per Ravenna via Ponte Messa/Rimini.
Terminata la sessione fotografica, è ora di mettersi al lavoro sulla parte elettrica. Ho iniziato il lavoro dal lato sinistro: rimosso il pannello con i binari ho subito sistemato qualche lieve imperfezione nella giunzione tra i moduli poi, sfruttando le dimensioni contenute ho iniziato a installare i cavetti di rame per portare sotto il piano della stazione i contatti verso le rotaie.
Dopo avere riportato a matita su entrambe le facce l'ingombro dei listelli che costituiscono l'armatura scatolare dei moduli, ho provveduto a realizzare tutti i fori necessari, di diametro diverso in funzione dell'uso. Ho scelto 1mm per i contatti in rame delle alimentazione, 2.5mm per i servocomandi, ed una combinazione di 3mm e 4mm per i sensori IR per i punti di arresto. Ho anche riportato a matita il nome di ogni deviatoio, binario e contatto per non impazzire in seguito. Vista la presenza di un listello centrale -dovuto alla configurazione del mobile sottostante- saranno necessari almeno due connettori per portare tutti i contatti verso i relativi moduli del sistema di controllo.
Per collegare ciascuno dei moduli del piano di stazione di Caprazzino con la parte inferiore del plastico dove saranno ospitati i circuiti di controllo, utilizzerò i classici connettori RJ12 usatissimi anche per tutti i vari dispositivi Loconet. Ho progetto e fatto realizzare una basetta che ospita ciascuna 3 connettori: li fisso con un paio di viti ciascuno e realizzo un cavetto piatto a 6 poli di circa 5 cm di lunghezza. Il cavo piatto l'ho trovato a pochi euro in un dei tanti negozi di distribuzione di materiale elettrico/elettronico. Ciascuna basetta riporta anche per ogni connettore l'ordine corretto dei cavi, così da evitare errori di connessione. Essendo alti esattamente 15mm rientrano perfettamente sotto il piano del modulo superiore senza sporgere.
Per ora è tutto: questo weekend a Novegro sarò alla ricerca di kit per la costruzione dei paraurti. Senza quelli non posso iniziare a posizionare adeguatamente i sensori IR che delimitano il punto di arresto per le manovre.
A presto!
martedì 2 maggio 2017
Nuovi arrivi!
Buona serata ai miei lettori!
Devo proprio dire che quest'anno non ci si può lamentare del periodo Pasquale: tre weekend lunghi uno attaccato all'altro sono stati ottimi per i lavori in casa ed al plastico. Devo ammettere che sto prendendo questa fase con una certa calma, ma onestamente nessuno mi corre dietro: in questo modo ho tutto il tempo necessario per fare le cose con la dovuta precisione e la giusta meditazione per non rischiare di avere delusioni o ripensamenti in futuro.
Come potete vedere dalla foto qui sopra il lavoro sul piano binari è quasi terminato: ho terminato di posare la comunicazione semplice sinistra tra il primo ed il secondo binario, realizzata con i soliti deviatoi medi da 12 gradi in CAP, così come di posare tutto il binario flessibile. Restano ora da terminare le due estermità sinistre di questi binari, con la comunicazione semplice destra ed i relativi tronchini, e la parte del deposito locomotive. Proprio per questo sono già in fase di realizzazione altri due deviatoi, uno dritto in CAP ed uno curvo con traverse in legno, che potete vedere qui sotto.
A proposito di deposito locomotive! I primi giorni dello scorso novembre avevo prenotato la nuova girevole di AKA models: venerdì scorso è arrivata. Pur avendolo spaccettata la sera stessa -ero troppo impaziente di godermi l'acquisto!-, ho dovuto attendere la mattina successiva per l'installazione sul plastico. Il modello che ho acquistato mi è stato fornito già montato, digitalizzato e programmato. E' in perfetta scala 1:87, anche per quanto riguarda la profondità della tina. Le righiere a lato del ponte, le leve ed i chiavistelli sono veramente molto fini. In poche parole, già alla prima vista, sono rimasto decisamente soddisfatto della mia scelta.
Il posizionamento sul plastico è stato semplicissimo: una volta praticato un foro di diametro 180mm con il Dremel la tina si è inserita perfettamente, senza incertezze e senza forzature. La piattaforma è fornita con due uscite ed un ingresso, ma è possibile spostarli su un totale di nove posizioni. Dopo aver valutato come meglio inserirla nel modulo d'angolo, ho cambiato la configurazione degli accessi, avvicinando l'ingresso al pozzetto ed allontanando fra loro le due uscite: penso infatti di far proseguire il binario diametralmente opposto all'ingresso fino al bordo del modulo e di sfruttare l'ulteriore uscita per un tronchino su cui depositare un carro E carico di carbone, o una draisina per l'ispezione della linea.
Devo ancora decidere se realizzare il binario di accesso con le traverse in legno o con le traverse in CAP; il dubbio mi è venuto guardando le foto aeree aggiornate della stazione di Piazza al Serchio sulla Lucca-Aulla (link): a quanto pare è stata completamente riarmata con binari con traverse in cemento mantenendo inalterata la girevole da 15mt. Sono stati coinvolti oltre ai binari di corsa anche il binario della rimessa e quelli afferenti alla girevole, come potete vedere nella foto qui sotto.
Per Caprazzino avevo ipotizzato una situazione simile, ma non avevo considerato le traverse in CAP per il binario della rimessa. D'altra parte, Bologna Roveri mostra una soluzione più particolare: sono stati conservati i deviatoi con le traverse in legno anche sui binari di corsa, mentre il resto del piano binari è stato convertito in CAP.
In conclusione non poteva certo mancare una foto della 940 con vomere in bella mostra sulla nuova girevole. L'accoppiata mi soddisfa un sacco e mi pare che la posizione della piattaforma sia in armonia con il resto dell'impianto della stazione di Caprazzino.
A presto!
Devo proprio dire che quest'anno non ci si può lamentare del periodo Pasquale: tre weekend lunghi uno attaccato all'altro sono stati ottimi per i lavori in casa ed al plastico. Devo ammettere che sto prendendo questa fase con una certa calma, ma onestamente nessuno mi corre dietro: in questo modo ho tutto il tempo necessario per fare le cose con la dovuta precisione e la giusta meditazione per non rischiare di avere delusioni o ripensamenti in futuro.
Come potete vedere dalla foto qui sopra il lavoro sul piano binari è quasi terminato: ho terminato di posare la comunicazione semplice sinistra tra il primo ed il secondo binario, realizzata con i soliti deviatoi medi da 12 gradi in CAP, così come di posare tutto il binario flessibile. Restano ora da terminare le due estermità sinistre di questi binari, con la comunicazione semplice destra ed i relativi tronchini, e la parte del deposito locomotive. Proprio per questo sono già in fase di realizzazione altri due deviatoi, uno dritto in CAP ed uno curvo con traverse in legno, che potete vedere qui sotto.
A proposito di deposito locomotive! I primi giorni dello scorso novembre avevo prenotato la nuova girevole di AKA models: venerdì scorso è arrivata. Pur avendolo spaccettata la sera stessa -ero troppo impaziente di godermi l'acquisto!-, ho dovuto attendere la mattina successiva per l'installazione sul plastico. Il modello che ho acquistato mi è stato fornito già montato, digitalizzato e programmato. E' in perfetta scala 1:87, anche per quanto riguarda la profondità della tina. Le righiere a lato del ponte, le leve ed i chiavistelli sono veramente molto fini. In poche parole, già alla prima vista, sono rimasto decisamente soddisfatto della mia scelta.
Il posizionamento sul plastico è stato semplicissimo: una volta praticato un foro di diametro 180mm con il Dremel la tina si è inserita perfettamente, senza incertezze e senza forzature. La piattaforma è fornita con due uscite ed un ingresso, ma è possibile spostarli su un totale di nove posizioni. Dopo aver valutato come meglio inserirla nel modulo d'angolo, ho cambiato la configurazione degli accessi, avvicinando l'ingresso al pozzetto ed allontanando fra loro le due uscite: penso infatti di far proseguire il binario diametralmente opposto all'ingresso fino al bordo del modulo e di sfruttare l'ulteriore uscita per un tronchino su cui depositare un carro E carico di carbone, o una draisina per l'ispezione della linea.
Devo ancora decidere se realizzare il binario di accesso con le traverse in legno o con le traverse in CAP; il dubbio mi è venuto guardando le foto aeree aggiornate della stazione di Piazza al Serchio sulla Lucca-Aulla (link): a quanto pare è stata completamente riarmata con binari con traverse in cemento mantenendo inalterata la girevole da 15mt. Sono stati coinvolti oltre ai binari di corsa anche il binario della rimessa e quelli afferenti alla girevole, come potete vedere nella foto qui sotto.
Per Caprazzino avevo ipotizzato una situazione simile, ma non avevo considerato le traverse in CAP per il binario della rimessa. D'altra parte, Bologna Roveri mostra una soluzione più particolare: sono stati conservati i deviatoi con le traverse in legno anche sui binari di corsa, mentre il resto del piano binari è stato convertito in CAP.
In conclusione non poteva certo mancare una foto della 940 con vomere in bella mostra sulla nuova girevole. L'accoppiata mi soddisfa un sacco e mi pare che la posizione della piattaforma sia in armonia con il resto dell'impianto della stazione di Caprazzino.
A presto!
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martedì 4 aprile 2017
Deviatoi in CAP 2.0 (4)
Buona serata ai miei lettori!
Con pazienza l'ennesimo deviatoio in CAP sta vedendo la luce. Il metodo è il solito, per ora: Dremel, mascherina e tanta pazienza. Però grazie ai consigli degli amici del forum di TuttoTreno Modellismo per il prossimo deviatoio vorrei provare l'incisione chimica del rame: dovrebbe essere decisamente più rapida. Altro suggerimento arrivato proprio oggi è quello di usare la pasta saldante che si usa per saldare i componenti elettronici a montaggio superficiale (SMD) al posto del solito filo di stagno: costa di meno e contiene già la giusta quantità di flussante. Inoltre gli attacchi di Weinert hanno più o meno le stesse dimensioni di un SMD. Vedremo se gli esperimenti avranno successo!
Qui sopra potete vedere lo stato di avanzamento dei lavori. Terminato questo deviatoio siamo a -4 dal termine, Tutti deviatoi semplici, quindi nulla di nuovo. Per questo è giusto sperimentare qualche nuova tecnica.
Per quanto riguarda invece la nuova centrale DCC, ho aggiornato profondamente la parte di generazione del segnale DCC e di ricezione dei messaggi dalla Raspberry: ora la velocità di risposta della loco di test è decisamente migliorata. Ho fatto anche qualche prova con una 668 digital sound per testare le funzioni: funzionato tutto al primo colpo e senza incertezza.
A presto!
Con pazienza l'ennesimo deviatoio in CAP sta vedendo la luce. Il metodo è il solito, per ora: Dremel, mascherina e tanta pazienza. Però grazie ai consigli degli amici del forum di TuttoTreno Modellismo per il prossimo deviatoio vorrei provare l'incisione chimica del rame: dovrebbe essere decisamente più rapida. Altro suggerimento arrivato proprio oggi è quello di usare la pasta saldante che si usa per saldare i componenti elettronici a montaggio superficiale (SMD) al posto del solito filo di stagno: costa di meno e contiene già la giusta quantità di flussante. Inoltre gli attacchi di Weinert hanno più o meno le stesse dimensioni di un SMD. Vedremo se gli esperimenti avranno successo!
Qui sopra potete vedere lo stato di avanzamento dei lavori. Terminato questo deviatoio siamo a -4 dal termine, Tutti deviatoi semplici, quindi nulla di nuovo. Per questo è giusto sperimentare qualche nuova tecnica.
Per quanto riguarda invece la nuova centrale DCC, ho aggiornato profondamente la parte di generazione del segnale DCC e di ricezione dei messaggi dalla Raspberry: ora la velocità di risposta della loco di test è decisamente migliorata. Ho fatto anche qualche prova con una 668 digital sound per testare le funzioni: funzionato tutto al primo colpo e senza incertezza.
A presto!
martedì 21 marzo 2017
La nuova centrale di controllo (3)
Buona serata ai miei lettori!
Settimana intensa, quella appena trascorsa, ma non scevra di soddisfazioni! La mia centrale di controllo ha lentamente preso vita e posso finalmente farvi vedere qualcosa che si muove.
Devo ammettere che la documentazione su come realizzare la comunicazione non è proprio abbondante, sia dal punto di vista dei produttori di centrali (eccezion fatta per Lenz [link] ed una vecchia versione di Sprog [link]), sia dal punto di vista dei programmi di controllo. Capisco molto bene il punto di vista dei produttori commerciali e ritengo siano da elogiare i due che ho indicato per aver rilasciato al pubblico una descrizione -seppur forse incompleta- del protocollo di comunicazione. In giro ovviamente si trovano anche altri dettagli, ma preferisco non avere noie in seguito.
Al contrario proprio non capisco per quale motivo chi sviluppa software di controllo open-source (in questo momento, realmente aperto resta solo JMRI) non abbia previsto un meccanismo, non dico facile, ma almeno umano, per estendere la libreria di centrali di controllo. Pertanto ho dovuto arrangiarmi...
Qui sopra il sistema di pre-test: in pratica ho fatto in modo di trasferire al PC tutti i comandi che JMRI e Rocrail inviano tramite la porta seriale di uscita sulla Raspberry. Sarebbe stato un gioco da ragazzi se avessi avuto un convertitore USB-seriale adatto al voltaggio della Raspberry. Purtroppo non ce l'ho, quindi dovuto adottare una soluzione più complessa, riciclando la schedina che tempo fa avevo usato per il misuratore di velocità. In primo piano la scheda di programmazione e debug, subito dietro sulla destra quella di conversione, dietro ancora la Raspberry. Grazie ai dati letti in questo modo, ai sorgenti di uno dei due programmi di controllo di cui sopra ed alla documentazione ufficiale trovata in rete, sono riuscito a capire come scambiare i comandi.
A questo punto ho potuto finalmente programmare in modo adeguato la mia schedina e vedere accendersi i fanali della mia fida 245, che da sempre uso come muletto per queste prove, come potete intravvedere dalla foto qui sopra. Per dimostrarvi che non solo le luci funzionano, ma anche il motore fa il suo dovere, eccovi un piccolo video.
Non sono ancora granché soddisfatto della velocità di reazione e manca del tutto la parte di programmazione e lettura delle variabili di configurazione, quindi c'è ancora del lavoro da fare ma...
eppur si muove!
A presto!
Settimana intensa, quella appena trascorsa, ma non scevra di soddisfazioni! La mia centrale di controllo ha lentamente preso vita e posso finalmente farvi vedere qualcosa che si muove.
Devo ammettere che la documentazione su come realizzare la comunicazione non è proprio abbondante, sia dal punto di vista dei produttori di centrali (eccezion fatta per Lenz [link] ed una vecchia versione di Sprog [link]), sia dal punto di vista dei programmi di controllo. Capisco molto bene il punto di vista dei produttori commerciali e ritengo siano da elogiare i due che ho indicato per aver rilasciato al pubblico una descrizione -seppur forse incompleta- del protocollo di comunicazione. In giro ovviamente si trovano anche altri dettagli, ma preferisco non avere noie in seguito.
Al contrario proprio non capisco per quale motivo chi sviluppa software di controllo open-source (in questo momento, realmente aperto resta solo JMRI) non abbia previsto un meccanismo, non dico facile, ma almeno umano, per estendere la libreria di centrali di controllo. Pertanto ho dovuto arrangiarmi...
Qui sopra il sistema di pre-test: in pratica ho fatto in modo di trasferire al PC tutti i comandi che JMRI e Rocrail inviano tramite la porta seriale di uscita sulla Raspberry. Sarebbe stato un gioco da ragazzi se avessi avuto un convertitore USB-seriale adatto al voltaggio della Raspberry. Purtroppo non ce l'ho, quindi dovuto adottare una soluzione più complessa, riciclando la schedina che tempo fa avevo usato per il misuratore di velocità. In primo piano la scheda di programmazione e debug, subito dietro sulla destra quella di conversione, dietro ancora la Raspberry. Grazie ai dati letti in questo modo, ai sorgenti di uno dei due programmi di controllo di cui sopra ed alla documentazione ufficiale trovata in rete, sono riuscito a capire come scambiare i comandi.
A questo punto ho potuto finalmente programmare in modo adeguato la mia schedina e vedere accendersi i fanali della mia fida 245, che da sempre uso come muletto per queste prove, come potete intravvedere dalla foto qui sopra. Per dimostrarvi che non solo le luci funzionano, ma anche il motore fa il suo dovere, eccovi un piccolo video.
Non sono ancora granché soddisfatto della velocità di reazione e manca del tutto la parte di programmazione e lettura delle variabili di configurazione, quindi c'è ancora del lavoro da fare ma...
eppur si muove!
A presto!
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martedì 14 marzo 2017
La nuova centrale di controllo (2)
Buona serata ai miei lettori!
I test della nuova centrale di controllo proseguono bene: il circuito di generazione del segnale DCC comincia ad avere una programmazione più solida ed inizia a trasmettere i primi pacchetti sensati. Quanto al sistema di controllo, non c'è che dire: sono molto soddisfatto dell'acquisto.
Prima di tutto per le dimensioni: in fin dei conti ho sostituito l'intero cassone con quello che vi posa sopra. Raspberry è così compatta che posso installarla permanentemente dentro al plastico, così qualora lo debba trasportare da qualche parte il tutto sarà autocontenuto. In secondo luogo configurare il sistema è stato veramente facile: le guide presentate sul sito di JMRI (link) e su quello di RocRail (link) sono abbastanza puntuali ed entrambi i sistemi hanno funzionato fin dal primo istante. Come al solito, oltre ai due programmi di controllo, ho installato anche VNC come sistema di visualizzazione da remoto; o meglio, ho solo abilitato VNC, perché questo programma è già preinstallato in Raspbian Jessie, il sistema operativo che ho installato su Raspberry.
Qui sopra potete vedere i primi passi della configurazione di JMRI: essendo abituato a Rocrail il tutto mi risulta un poco alieno, ma alcune cose mi sono piaciute fin da subito. Una su tutte: non appena ho connesso i LocoIO al bus Loconet il sistema ha subito riconosciuto autonomamente tutti i sensori collegati, che sono risultati immediatamente funzionanti.
Qui sopra invece le prime impostazioni di Rocrail: ho dovuto faticare parecchio di più per configurarlo, soprattutto perché non riuscivo a convincerlo a connettersi al LocoBuffer via porta USB. Alla fine, scovata la giusta configurazione anche questo sistema si è messo a funzionare a dovere.
Il prossimo passo sarà connettere entrambi i programmi alla scheda di generazione del segnale DCC per vedere finalmente muoversi qualcosa. Non vedo l'ora!
A presto!
I test della nuova centrale di controllo proseguono bene: il circuito di generazione del segnale DCC comincia ad avere una programmazione più solida ed inizia a trasmettere i primi pacchetti sensati. Quanto al sistema di controllo, non c'è che dire: sono molto soddisfatto dell'acquisto.
Prima di tutto per le dimensioni: in fin dei conti ho sostituito l'intero cassone con quello che vi posa sopra. Raspberry è così compatta che posso installarla permanentemente dentro al plastico, così qualora lo debba trasportare da qualche parte il tutto sarà autocontenuto. In secondo luogo configurare il sistema è stato veramente facile: le guide presentate sul sito di JMRI (link) e su quello di RocRail (link) sono abbastanza puntuali ed entrambi i sistemi hanno funzionato fin dal primo istante. Come al solito, oltre ai due programmi di controllo, ho installato anche VNC come sistema di visualizzazione da remoto; o meglio, ho solo abilitato VNC, perché questo programma è già preinstallato in Raspbian Jessie, il sistema operativo che ho installato su Raspberry.
Qui sopra potete vedere i primi passi della configurazione di JMRI: essendo abituato a Rocrail il tutto mi risulta un poco alieno, ma alcune cose mi sono piaciute fin da subito. Una su tutte: non appena ho connesso i LocoIO al bus Loconet il sistema ha subito riconosciuto autonomamente tutti i sensori collegati, che sono risultati immediatamente funzionanti.
Qui sopra invece le prime impostazioni di Rocrail: ho dovuto faticare parecchio di più per configurarlo, soprattutto perché non riuscivo a convincerlo a connettersi al LocoBuffer via porta USB. Alla fine, scovata la giusta configurazione anche questo sistema si è messo a funzionare a dovere.
Il prossimo passo sarà connettere entrambi i programmi alla scheda di generazione del segnale DCC per vedere finalmente muoversi qualcosa. Non vedo l'ora!
A presto!
martedì 7 marzo 2017
Deviatoi in CAP 2.0 (3)
Buona serata ai miei lettori!
La famosa influenza che un mese fa mi aveva dato una mano a portare avanti i lavori sul plastico mi ha perseguitato fino a fine mese, ripresentandosi puntualmente ogni weekend, con grande "gioia" del sottoscritto. Questa volta però invece che aiutare ha messo un bel freno al lavoro: in tutto questo tempo purtroppo sono riuscito a produrre ed installare solo un altro deviatoio, che potete vedere qui sotto nella sua posizione definitiva.
Unica difficoltà questa volta è stata la vicinanza con la giunzione dei tasselli/moduli. Normalmente prima delle punte degli aghi prevedo sempre un paio di traverse, utili sia per dare robustezza alla struttura, sia per tenere sotto controllo lo scartamento ed il parallelismo tra le rotaie. Avendo già posizionato le traverse della giunzione, avrei dovuto optare per una sola traversa prima degli aghi: per non indebolire la struttura del deviatoio, ho scelto di mantenere più lunghe del necessario le rotaie prima degli aghi. Al termine del lavoro sul deviatoio ho sagomato entrambe le rotaie con la levigatrice a disco poi ho saldato tutto l'insieme alle traverse già installate.
E questo purtroppo è tutto quanto per ora. Ci vediamo sabato 11 a Verona con chi verrà al Model Expo Italy!
La famosa influenza che un mese fa mi aveva dato una mano a portare avanti i lavori sul plastico mi ha perseguitato fino a fine mese, ripresentandosi puntualmente ogni weekend, con grande "gioia" del sottoscritto. Questa volta però invece che aiutare ha messo un bel freno al lavoro: in tutto questo tempo purtroppo sono riuscito a produrre ed installare solo un altro deviatoio, che potete vedere qui sotto nella sua posizione definitiva.
Unica difficoltà questa volta è stata la vicinanza con la giunzione dei tasselli/moduli. Normalmente prima delle punte degli aghi prevedo sempre un paio di traverse, utili sia per dare robustezza alla struttura, sia per tenere sotto controllo lo scartamento ed il parallelismo tra le rotaie. Avendo già posizionato le traverse della giunzione, avrei dovuto optare per una sola traversa prima degli aghi: per non indebolire la struttura del deviatoio, ho scelto di mantenere più lunghe del necessario le rotaie prima degli aghi. Al termine del lavoro sul deviatoio ho sagomato entrambe le rotaie con la levigatrice a disco poi ho saldato tutto l'insieme alle traverse già installate.
E questo purtroppo è tutto quanto per ora. Ci vediamo sabato 11 a Verona con chi verrà al Model Expo Italy!
martedì 7 febbraio 2017
Deviatoi in CAP 2.0 (2)
Buona serata ai miei lettori!
Complice anche una bella influenza che mi ha costretto a casa alcuni giorni della settimana scorsa, sono riuscito a terminare il lavoro sul nuovo deviatoio in CAP ed a portare avanti il lavoro sulla radice destra della stazione di Caprazzino.
Dopo aver sfilato le rotaie usate per posizionare gli attacchi sulle traverse, ho iniziato il lavoro sul cuore, utilizzando come al solito le mie dime. Questa volta, per diffondere meglio lo stagno tra le due metà che compongono il cuore, ho fatto uso di una saldatore a gas, con grande soddisfazione. E' stato necessario fare un poco di attenzione per non carbonizzare la base della dima, ma il rame delle basette in FR4 ha decisamente aiutato a disperdere il calore in eccesso. Per quanto riguarda le controrotaie del cuore, le ho realizzate separatamente come al solito, avendo cura di saldarle in posizione utilizzando due attacchi normali alle estremità. Unica accortezza, necessaria per evitare sobbalzi, è quella di posizionare la parte dell'attacco senza la riproduzione del bullone d'attacco dal lato interno della rotaia, ovvero quella percorsa dal bordino, come potete vedere dalla foto qui sotto.
Per riuscirci in tutti i punti e mantenere un buon ancoraggio delle rotaie alle traverse, ho usato un semplice trucco. La zona del cuore è composta da 6 traverse: per la prima da sinistra ho tagliato due attacchi normali ed ho usato solo la parte senza bullone. Per la seconda traversa, altri due attacchi tagliati: la parte senza bullone blocca il cuore, mentre la parte con bullone blocca la controrotaia. Per mantenere allineate le rotaie ho rimosso con il dremel la riproduzione dei bulloni di attacco della piastra. Terza traversa: due attacci normali interi, posizionati lungo la controrotaia, con la parte senza bulloni dal lato della punta del cuore. Quarta e quinta traversa, due attacchi speciali ciascuna, tagliati a misura. Sesta ed ultima traversa, due attacchi normali senza alcuna lavorazione.
Qui sopra potete vedere i due lati del deviatoio finito, a meno del tirante degli aghi. Sono piuttosto soddisfatto, anche prima della colorazione. Per evitare cavallotti, questa volta ho provveduto a saldare in alcuni punti le rotaie agli attacchi: risulta utile anche per irrobustire la struttura. Per i restanti attacchi al solito ho usato la colla 21.
Per quanto riguarda i tiranti degli aghi, ho cercato di perfezionare il sistema a quattro tiranti. Non mi piaceva infatti che vicino al punto di ancoraggio vi fosse uno scavallamento: oltre ad esseere antiestetico, andava a cozzare contro la riproduzione della cassa di manorva. Per risolvere questo problema ho utilizzato una barretta di FR4 ramato da entrambi i lati: due dei tiranti li ho saldati sopra, gli altri due invece li ho saldati sotto, avendo cura di sagomare in modo opportuno i fili in rame per far sì che tutti e quattro si trovino allo stesso livello. Il risultato pare soddisfacente.
Qui sopra oinfine potete vedere l'attuale stato dei lavori alla radice destra: ancora pochi centimetri di rotaia separano il deviatoio in cap dal doppio inglese!
A presto!
Complice anche una bella influenza che mi ha costretto a casa alcuni giorni della settimana scorsa, sono riuscito a terminare il lavoro sul nuovo deviatoio in CAP ed a portare avanti il lavoro sulla radice destra della stazione di Caprazzino.
Dopo aver sfilato le rotaie usate per posizionare gli attacchi sulle traverse, ho iniziato il lavoro sul cuore, utilizzando come al solito le mie dime. Questa volta, per diffondere meglio lo stagno tra le due metà che compongono il cuore, ho fatto uso di una saldatore a gas, con grande soddisfazione. E' stato necessario fare un poco di attenzione per non carbonizzare la base della dima, ma il rame delle basette in FR4 ha decisamente aiutato a disperdere il calore in eccesso. Per quanto riguarda le controrotaie del cuore, le ho realizzate separatamente come al solito, avendo cura di saldarle in posizione utilizzando due attacchi normali alle estremità. Unica accortezza, necessaria per evitare sobbalzi, è quella di posizionare la parte dell'attacco senza la riproduzione del bullone d'attacco dal lato interno della rotaia, ovvero quella percorsa dal bordino, come potete vedere dalla foto qui sotto.
Per riuscirci in tutti i punti e mantenere un buon ancoraggio delle rotaie alle traverse, ho usato un semplice trucco. La zona del cuore è composta da 6 traverse: per la prima da sinistra ho tagliato due attacchi normali ed ho usato solo la parte senza bullone. Per la seconda traversa, altri due attacchi tagliati: la parte senza bullone blocca il cuore, mentre la parte con bullone blocca la controrotaia. Per mantenere allineate le rotaie ho rimosso con il dremel la riproduzione dei bulloni di attacco della piastra. Terza traversa: due attacci normali interi, posizionati lungo la controrotaia, con la parte senza bulloni dal lato della punta del cuore. Quarta e quinta traversa, due attacchi speciali ciascuna, tagliati a misura. Sesta ed ultima traversa, due attacchi normali senza alcuna lavorazione.
Qui sopra potete vedere i due lati del deviatoio finito, a meno del tirante degli aghi. Sono piuttosto soddisfatto, anche prima della colorazione. Per evitare cavallotti, questa volta ho provveduto a saldare in alcuni punti le rotaie agli attacchi: risulta utile anche per irrobustire la struttura. Per i restanti attacchi al solito ho usato la colla 21.
Per quanto riguarda i tiranti degli aghi, ho cercato di perfezionare il sistema a quattro tiranti. Non mi piaceva infatti che vicino al punto di ancoraggio vi fosse uno scavallamento: oltre ad esseere antiestetico, andava a cozzare contro la riproduzione della cassa di manorva. Per risolvere questo problema ho utilizzato una barretta di FR4 ramato da entrambi i lati: due dei tiranti li ho saldati sopra, gli altri due invece li ho saldati sotto, avendo cura di sagomare in modo opportuno i fili in rame per far sì che tutti e quattro si trovino allo stesso livello. Il risultato pare soddisfacente.
Qui sopra oinfine potete vedere l'attuale stato dei lavori alla radice destra: ancora pochi centimetri di rotaia separano il deviatoio in cap dal doppio inglese!
A presto!
martedì 31 gennaio 2017
Deviatoi in CAP 2.0 (1)
Buona serata ai miei lettori!
In queste settimane mi sono dato da fare per compleatare il lavoro sul terzo binario, ora finalmente dotato di tutte le rotaie e le giunzioni e non soltanto dei deviatoi. Nella foto qui sotto potete vedere una vista di infilata dal lato della radice destra, quella lato Urbino/Frontino, dove sono ben visibili le tre diverse traversinature: quella in CAP a sinistra, quella in legno al centro, e la vecchia RA36 a destra. Avendone la possibilità, ho preferito evitare totalmente giunzioni onde evitare poco realistiche cuspidi nei tratti in curva, ovvero praticamente ovunque.
Ho anche iniziato il lavoro sul deviatoio in CAP in curva che vedere sostituito dalla sua sagoma in carta. A differenza dei deviatoi realizzati finora, dove ho impiegato gli attacchi in rame, per tutti i deviatoi del primo e del secondo binario ho deciso di utilizzare gli attacchi in microfusione di ottone, sempre di Weinert, che avevo già utilizzato in passato per la realizzazione del deviatoio di prova. Devo ammettere che dopo essere uscito dall'avventura della realizzazione del doppio inglese, tornare a lavorare su un deviatoio semplice pare veramente una passeggiata!
Qui sopra potete vedere la traversinatura del nuovo deviatoio, prima e dopo il taglio delle piazzole per gli attacchi. Come per il doppio inglese, ho optato per il taglio al Dremel invece che con il vecchio sistema a carta vetrata. Devo dire che anche in questo caso la maggiore precisione e flessibilità mi ha convinto che questa sia la strada giusta. Non ho ancora sperimentato invece l'incisione chimica del rame, ma mi riprometto di farlo presto dopo i preziosi suggerimenti ricevuti sul forum della Duegi.
Differentemente rispetto alla precedente realizzazione di deviatoio in CAP questa volta ho deciso di prestagnare tutte le piazzole, un po' come si fa per i circuiti stampati a montaggio superficiale. Il vantaggio che ho osservato sta nel fatto che la saldatura tra attacco e piazzola è decisamente più rapida che non aggiungendo lo stagno solo in un secondo momento. Altra modifica rispetto al procedimento solito, questa volta ho posizionato gli attacchi prima di procedere alla sagomatura delle rotaie. Ho optato per questa soluzione perché mi sono accorto che nella zona in cui il contrago viene sagomato per ospitare l'ago c'è il rischio che si venga a creare una zona con raggio diverso rispetto al resto del deviatoio, una sorta di cuspide che trovo antiestetica e che con gli attacchi in rame ho dovuto correggere a mano un poco alla volta.
Qui sopra potete vedere una vista ravvicinata degli attacchi in prossimità del punto di giunzione elastica del telaio degli aghi. Per semplicità di esecuzione ho saldato per primi gli attacchi normali, avendo cura di lasciare libera di muoversi la rotaia per poterla rimuovere in un secondo tempo per effettuare la sagomatura. Ho poi provveduto a saldare in posizione gli attacchi speciali, aiutandomi con un coltellino da modellismo per sollevare la rotaia dalle traverse quel tanto che basta da infilare l'attacco, come potete vedere nella foto qui sotto, che inquadra la zona delle controrotaie del cuore.
Dovrò ritornare presto su questa zona per inserire gli attacchi per rotaia e contro rotaia.
A presto!
In queste settimane mi sono dato da fare per compleatare il lavoro sul terzo binario, ora finalmente dotato di tutte le rotaie e le giunzioni e non soltanto dei deviatoi. Nella foto qui sotto potete vedere una vista di infilata dal lato della radice destra, quella lato Urbino/Frontino, dove sono ben visibili le tre diverse traversinature: quella in CAP a sinistra, quella in legno al centro, e la vecchia RA36 a destra. Avendone la possibilità, ho preferito evitare totalmente giunzioni onde evitare poco realistiche cuspidi nei tratti in curva, ovvero praticamente ovunque.
Ho anche iniziato il lavoro sul deviatoio in CAP in curva che vedere sostituito dalla sua sagoma in carta. A differenza dei deviatoi realizzati finora, dove ho impiegato gli attacchi in rame, per tutti i deviatoi del primo e del secondo binario ho deciso di utilizzare gli attacchi in microfusione di ottone, sempre di Weinert, che avevo già utilizzato in passato per la realizzazione del deviatoio di prova. Devo ammettere che dopo essere uscito dall'avventura della realizzazione del doppio inglese, tornare a lavorare su un deviatoio semplice pare veramente una passeggiata!
Qui sopra potete vedere la traversinatura del nuovo deviatoio, prima e dopo il taglio delle piazzole per gli attacchi. Come per il doppio inglese, ho optato per il taglio al Dremel invece che con il vecchio sistema a carta vetrata. Devo dire che anche in questo caso la maggiore precisione e flessibilità mi ha convinto che questa sia la strada giusta. Non ho ancora sperimentato invece l'incisione chimica del rame, ma mi riprometto di farlo presto dopo i preziosi suggerimenti ricevuti sul forum della Duegi.
Differentemente rispetto alla precedente realizzazione di deviatoio in CAP questa volta ho deciso di prestagnare tutte le piazzole, un po' come si fa per i circuiti stampati a montaggio superficiale. Il vantaggio che ho osservato sta nel fatto che la saldatura tra attacco e piazzola è decisamente più rapida che non aggiungendo lo stagno solo in un secondo momento. Altra modifica rispetto al procedimento solito, questa volta ho posizionato gli attacchi prima di procedere alla sagomatura delle rotaie. Ho optato per questa soluzione perché mi sono accorto che nella zona in cui il contrago viene sagomato per ospitare l'ago c'è il rischio che si venga a creare una zona con raggio diverso rispetto al resto del deviatoio, una sorta di cuspide che trovo antiestetica e che con gli attacchi in rame ho dovuto correggere a mano un poco alla volta.
Qui sopra potete vedere una vista ravvicinata degli attacchi in prossimità del punto di giunzione elastica del telaio degli aghi. Per semplicità di esecuzione ho saldato per primi gli attacchi normali, avendo cura di lasciare libera di muoversi la rotaia per poterla rimuovere in un secondo tempo per effettuare la sagomatura. Ho poi provveduto a saldare in posizione gli attacchi speciali, aiutandomi con un coltellino da modellismo per sollevare la rotaia dalle traverse quel tanto che basta da infilare l'attacco, come potete vedere nella foto qui sotto, che inquadra la zona delle controrotaie del cuore.
Dovrò ritornare presto su questa zona per inserire gli attacchi per rotaia e contro rotaia.
A presto!
martedì 10 gennaio 2017
La nuova centrale di controllo (1)
Buona serata ai miei lettori!
Come vi ho raccontato la settimana scorsa, il secondo obiettivo di queste vacanze natalizie, ormai giunte ben oltre il loro termine, era il montaggio della mia nuova centrale di controllo DCC. Il tentativo è quello di eliminare completamente il vecchio, ingombrante e rumoroso PC che utilizzavo per farvi girare RocRail per sostituirlo con qualcosa di decisamente più compatto. Vista la diffusione ormai raggiunta e considerato il fatto che due dei più importanti software di controllo gratuiti -RocRail e JMRI- entrambi la supportano, ho optato per una economicissima Raspberry Pi 3b (link).
Già da sola questa schedina fa ottime cose: una CPU ARMv8 quad-core 64-bit da 1.2GHz asservita da 1GB di RAM (accoppiata decisamente più performante di quella del vecchio PC), rete cablata e wireless, bluetooth, e tutta una serie di porte decisamente utili, tra cui 4 USB per tastiera e mouse -e magari un monitor touch in futuro per realizzare il pannello di controllo. Il tutto in poco più di 8x5 cm: meno di un cellulare...
Ovviamente non può fare tutto da sola: per questo ho realizzato una scheda figlia -un hat in gergo- battezzata per l'occasione rBooster per generare il segnale DCC, per il tracciato ed il bus loconet, e contemporaneamente derivare l'alimentazione stabilizzata della Raspberry senza dover ricorrere ad un secondo alimentatore. Il grosso chip che vedere sul fondo è lo stesso chip che ho utilizzato per la vecchia interfaccia DCC: può gestire fino a 55W, decisamente sufficienti per un impianto piccolo come Caprazzino.
La soluzione non brilla certo per originalità, dal momento che esiste già una alternativa commerciale (link), ma non vedo perché non dovrei tentare di costruire da solo la mia versione del sistema di controllo secondo i miei desideri. D'altra parte esistono anche persone che si costruiscono da se i rotabili...
Nelle prossime settimane, oltre a lavorare sui restanti deviatoi del piano di stazione di Caprazzino, proseguirò con la programmazione dei due strati -rBoster e Raspberry-. Nel frattempo vi mostro il primo vagito del booster che al momento altro non fa se non inviare sulle rotaie il segnale di idle del DCC. Le tempistiche sono decisamente soddisfacenti ed in linea con le specifiche NMRA -le norme modellistiche americane che dettagliano il funzionamento del DCC.
Al momento non mi sono posto scadenze per il completamento di rBooster, ma spero di vederlo in funzione entro l'estate, in tempo per i primi giri di ruota in stazione a Caprazzino.
A presto!
Come vi ho raccontato la settimana scorsa, il secondo obiettivo di queste vacanze natalizie, ormai giunte ben oltre il loro termine, era il montaggio della mia nuova centrale di controllo DCC. Il tentativo è quello di eliminare completamente il vecchio, ingombrante e rumoroso PC che utilizzavo per farvi girare RocRail per sostituirlo con qualcosa di decisamente più compatto. Vista la diffusione ormai raggiunta e considerato il fatto che due dei più importanti software di controllo gratuiti -RocRail e JMRI- entrambi la supportano, ho optato per una economicissima Raspberry Pi 3b (link).
Già da sola questa schedina fa ottime cose: una CPU ARMv8 quad-core 64-bit da 1.2GHz asservita da 1GB di RAM (accoppiata decisamente più performante di quella del vecchio PC), rete cablata e wireless, bluetooth, e tutta una serie di porte decisamente utili, tra cui 4 USB per tastiera e mouse -e magari un monitor touch in futuro per realizzare il pannello di controllo. Il tutto in poco più di 8x5 cm: meno di un cellulare...
Ovviamente non può fare tutto da sola: per questo ho realizzato una scheda figlia -un hat in gergo- battezzata per l'occasione rBooster per generare il segnale DCC, per il tracciato ed il bus loconet, e contemporaneamente derivare l'alimentazione stabilizzata della Raspberry senza dover ricorrere ad un secondo alimentatore. Il grosso chip che vedere sul fondo è lo stesso chip che ho utilizzato per la vecchia interfaccia DCC: può gestire fino a 55W, decisamente sufficienti per un impianto piccolo come Caprazzino.
La soluzione non brilla certo per originalità, dal momento che esiste già una alternativa commerciale (link), ma non vedo perché non dovrei tentare di costruire da solo la mia versione del sistema di controllo secondo i miei desideri. D'altra parte esistono anche persone che si costruiscono da se i rotabili...
Nelle prossime settimane, oltre a lavorare sui restanti deviatoi del piano di stazione di Caprazzino, proseguirò con la programmazione dei due strati -rBoster e Raspberry-. Nel frattempo vi mostro il primo vagito del booster che al momento altro non fa se non inviare sulle rotaie il segnale di idle del DCC. Le tempistiche sono decisamente soddisfacenti ed in linea con le specifiche NMRA -le norme modellistiche americane che dettagliano il funzionamento del DCC.
Al momento non mi sono posto scadenze per il completamento di rBooster, ma spero di vederlo in funzione entro l'estate, in tempo per i primi giri di ruota in stazione a Caprazzino.
A presto!
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