Buona serata ai miei lettori!
Il primo deviatoio della stazione di Caprazzino è finalmente completo di tutti gli attacchi. Il lavoro sulla seconda metà del deviatoio -quindi, rotaia esterna del ramo deviato ed ago del corretto tracciato-è stato abbastanza rapido una volta che la procedura è stata collaudata. Unico neo, questo weekend non avevo sotto mano il flussante perché era rimasto in facoltà per lavoro... Pazienza, mi sono arrangiato con un poco di alcool etilico, sicuramente ben lungi dall'essere ottimo, ma tutto sommato meno peggio di quanto pensassi.
La parte che più mi ha dato da fare è stata quella del cuore dove ho dovuto fare un po' di taglia e cuci. Al centro del cuore -e della foto qui sopra- infatti sarebbe risultato molto scomodo e di sicuro intralcio per la circolazione l'uso degli attacchi semplici, quindi ho preferito utilizzare gli attacchi speciali, sacrificando una coppia di caviglie. Per mascherare al meglio il "trucco" ho fatto sì che il taglio dell'attacco finisse sotto la rotaia.
In pratica, come potete vedere qui sopra, ho preso un attacco semplice ed ho separato la parte con bullone dalla parte senza bullone utilizzando un tronchese la cui lama da un lato è perfettamente verticale. In questo modo il taglio è esattamente a filo dell'attacco dal lato che voglio asportare quindi il taglio risulta sotto il piede della rotaia per circa mezzo millimetro, ma al contempo resta abbastanza piastra da poter effettuare una saldatura robusta. Dopo di che si è trattato di avere abbastanza pazienza per riuscire ad allineare le due metà facendole scivolare sotto alle zampe di lepre e tenerle in posizione mentre si applica lo stagno.
Altra parte di fondamentale importanza per una circolazione senza problemi è il posizionamento delle controrotaie. In questo caso, oltre a controllare le misure con le dime e con il calibro è stato assolutamente necessario fare svariate prove di circolazione con i mezzi a mia disposizione, carteggiando man mano gli attacchi sulle rotaie esterne ed il piede della contro rotaia fino a trovare il giusto compromesso tra funzionalità e realismo. In questo caso mi sono inizialmente limitato a due soli attacchi, correggendone via via la posizione fino ad ottenere una marcia senza incertezze. Qui sotto potete osservare il risultato finale.
Nel frattempo ho fatto anche un altro paio di esperimenti: prima di tutto ho verificato la possibilità di incollare gli attacchi alle traversine invece di saldarli. Ho utilizzato la Pattex 100% REPAIR GEL, una colla in gel trasparente dichiarata valida anche per metalli: sebbene la resa estetica non sia il top (sicuramente posso fare molto di meglio cercando di spatolarla in modo omogeneo), la tenacità è ottima ed è possibile rimuoverla semplicemente facendo uso di un cutter affilato.
Avevo pensato di utilizzare un collante simile per fissare le rotaie agli attacchi -la saldatura è particolarmente inefficace qui- ma penso che opterò per una soluzione meno invasiva a base di colla ciano-acrilica. Altro piccolo esperimento ha riguardato il materiale con cui realizzare i tiranti degli aghi. In giro ho visto molte soluzioni, ma quella che mi ha convito maggiormente -come robustezza e come capacità di riprodurre la realtà- è quella del doppio tirante, che potete vedere qui sotto.
Il lavoro va sicuramente molto raffinato nelle forme, in quanto vorrebbe riprodurre questa situazione (fonte Wikimedia).
Oltre a dipingere di rosso i tirani, dopo aver rimosso la patina verde, dovrò nascondere le saldature dentro la cassa di manovra del deviatoio. Ho provato vari materiali per i tiranti, come potete vedere qui sotto.
Il più robusto, in alto, è il filo in acciaio armonico da 0.6mm di diametro. Regge benissimo gli sforzi di trazione e compressione per la movimentazione degli aghi, ma non sono riuscito a saldarlo alle rotaie ed al rame nemmeno dopo abbondante carteggiatura. Subito sotto, è un filo in rame da 0.5mm di diametro; è esattamente l'opposto del primo: si salda benissimo, ma altrettanto bene si piega. Stesso risultato per il filo del doppino telefonico, il terzo dall'alto: forse è solo un poco meno duttile. Infine l'ultimo in basso è un filo metallico, diametro 0.7mm, smaltato esternamente, utilizzato dai fiorai per sostenere i fiori nelle composizioni: è un ottimo compromesso perché si salda bene ed altrettanto bene resiste agli sforzi.
Il lavoro continua: a presto!
martedì 23 febbraio 2016
martedì 16 febbraio 2016
Deviatoi (6)
Buona serata ai miei lettori!
Il lavoro sul deviatoio sta proseguendo bene e finalmente inizia a dare qualche soddisfazione. Certo, il fatto che San Valentino cadesse nel weekend ha decisamente rallentato i lavori, ma la famiglia ha la precedenza. E poi, dopo tutto, questo è un lavoro di pazienza e precisione, quindi meglio affrontarlo con calma e senza fretta.
Differentemente dagli altri deviatoi sono partito dal cuore: dopo avere rimosso le rotaie da un binario con le traversine in cap ho rastremato le estremità con la levigatrice e la dima che vi ho mostrato un paio di settimane fa. Sempre facendo uso della dima ho saldato tra loro le due metà del cuore poi con delicatezza ho estratto il pezzo: confesso che temevo di romperlo o danneggiarlo, visto quanto sono sottili i profilati, invece tutto è filato liscio. Ho poi inserito i sei attacchi e provveduto a saldare il tutto alle traverse con abbondante flussante e poco stagno.
Successivamente ho tagliato e sagomato le rotaie esterne e gli aghi: i tratti curvi sono stati preventivamente piegati con la mia macchinetta artigianale per ridurre lo sforzo sulle saldature, mentre le zampe di lepre sono state ottenute direttamente dalle rotaie degli aghi così da mantenere la corretta curvatura.
Circa la sagomatura del contrago, non avendo preparato una dima, ho dovuto lavorare ad occhio: ho rimosso il piede e la parte sporgente del fungo interno del contrago per le prime tre traversine, mentre mi sono limitato ad assottigliare il piede per ulteriori tre (fino alla tacca blu), senza toccare il fungo. Una volta preparato il contrago ho iniziato il paziente lavoro di posizionamento e saldatura degli attacchi Weinert, come potete vedere dalla foto qui sopra. Gli attacchi normali devono essere infilati uno alla volta, mentre gli attacchi speciali possono essere inseriti lateralmente.
Avendo voluto ricalcare il piano di posa di un deviatoio semplice fotografato in stazione a Cesena tempo fa ho considerato un numero di attacchi speciali pari ad 11. Per essere sicuro che le traversine fossero tutte allineate verticalmente fra loro ho usato una lastra metallica come contrappeso, mentre sono ricorso alla mia fidata dima a tre punti per controllare lo scartamento in corrispondenza del cuore. Qui sotto potete vedere il risultato dopo la saldatura: non sono del tutto soddisfatto, ma sono curioso di vedere il risultato finale dopo verniciatura ed invecchiamento.
Per quanto riguarda il posizionamento e la saldatura dei restanti attacchi fino alle contro-rotaie, la soluzione più conveniente che ho trovato è quella di lavorare in parallelo su un piccolo numero di pezzi: dopo averli preparati carteggiandoli a dovere per rimuovere l'ossido, li ho inseriti in un unico blocco uno dopo l'altro e li ho poi posizionati facendoli scorrere in corrispondenza delle rispettive traverse a partire dal più vicino all'ultima saldatura. In questo modo ho dovuto sollevare la rotaia dalle traverse una volta soltanto e ho potuto sfruttare l'elasticità del binario per bloccare gli attacchi in posizione.
Un trattamento simile l'ho riservato per le caviglie delle contro-rotaie, tranne per il fatto che ho dovuto eliminare i due bulloni di fissaggio più interni per avvicinare il più possibile la contro rotaia alla rotaia. Ho ottenuto un risultato soddisfacente facendo uso di un tronchesino sottile ma affilato e carta vetrata P320.
Circa l'ago, ho proceduto in modo molto simile alla rotaia esterna del corretto tracciato: ho preparato tutti gli attacchi, li ho infilati in blocco e li ho posizionati in corrispondenza delle traverse. A differenza del corretto tracciato, per facilitare la saldatura, ho saldato prima gli attacchi alle estremità e poi ho proceduto via via verso il centro controllando che la punta dell'ago a riposo non si allontanasse mai dal contrago.
Infine la zampa di lepre: tralasciando i tre attacchi centrali che inserirò per ultimi ricavandoli da altrettanti attacchi speciali, ho saldato in posizione gli attacchi delle estremità e bloccato la rotaia con un punto di saldatura, avendo prima cura di controllare che l'estremità della zampa di lepre e della contro-rotaia fossero ben allineate. Salderò per ultima la contro rotaia dopo aver effettuato un certo numero di prove di circolazione per essere sicuro di non causare ostacoli al rotolamento degli assali.
Per ultimo, prima di procedere alla lavorazione dell'altra metà del deviatoio, non ho resistito alla tentazione di effettuare una prima prova di circolazione. Per fare questo ho saldato temporaneamente tre attacchi -due alle estremità ed uno al centro- e posizionato la rotaia esterna del ramo deviato avendo sempre cura di controllare lo scartamento con la dima a tre punti.
Un rapido passaggio con un carro mi ha permesso di tirare un sospiro di sollievo nel constatare che la circolazione avviene senza incertezze anche in assenza delle contro rotaie. Spero proprio di riuscire a terminare il lavoro questo weekend, così da poter valutare appieno l'effetto finale e le proporzioni generali: per ora sono solo moderatamente soddisfatto.
A presto!
Il lavoro sul deviatoio sta proseguendo bene e finalmente inizia a dare qualche soddisfazione. Certo, il fatto che San Valentino cadesse nel weekend ha decisamente rallentato i lavori, ma la famiglia ha la precedenza. E poi, dopo tutto, questo è un lavoro di pazienza e precisione, quindi meglio affrontarlo con calma e senza fretta.
Differentemente dagli altri deviatoi sono partito dal cuore: dopo avere rimosso le rotaie da un binario con le traversine in cap ho rastremato le estremità con la levigatrice e la dima che vi ho mostrato un paio di settimane fa. Sempre facendo uso della dima ho saldato tra loro le due metà del cuore poi con delicatezza ho estratto il pezzo: confesso che temevo di romperlo o danneggiarlo, visto quanto sono sottili i profilati, invece tutto è filato liscio. Ho poi inserito i sei attacchi e provveduto a saldare il tutto alle traverse con abbondante flussante e poco stagno.
Successivamente ho tagliato e sagomato le rotaie esterne e gli aghi: i tratti curvi sono stati preventivamente piegati con la mia macchinetta artigianale per ridurre lo sforzo sulle saldature, mentre le zampe di lepre sono state ottenute direttamente dalle rotaie degli aghi così da mantenere la corretta curvatura.
Circa la sagomatura del contrago, non avendo preparato una dima, ho dovuto lavorare ad occhio: ho rimosso il piede e la parte sporgente del fungo interno del contrago per le prime tre traversine, mentre mi sono limitato ad assottigliare il piede per ulteriori tre (fino alla tacca blu), senza toccare il fungo. Una volta preparato il contrago ho iniziato il paziente lavoro di posizionamento e saldatura degli attacchi Weinert, come potete vedere dalla foto qui sopra. Gli attacchi normali devono essere infilati uno alla volta, mentre gli attacchi speciali possono essere inseriti lateralmente.
Avendo voluto ricalcare il piano di posa di un deviatoio semplice fotografato in stazione a Cesena tempo fa ho considerato un numero di attacchi speciali pari ad 11. Per essere sicuro che le traversine fossero tutte allineate verticalmente fra loro ho usato una lastra metallica come contrappeso, mentre sono ricorso alla mia fidata dima a tre punti per controllare lo scartamento in corrispondenza del cuore. Qui sotto potete vedere il risultato dopo la saldatura: non sono del tutto soddisfatto, ma sono curioso di vedere il risultato finale dopo verniciatura ed invecchiamento.
Per quanto riguarda il posizionamento e la saldatura dei restanti attacchi fino alle contro-rotaie, la soluzione più conveniente che ho trovato è quella di lavorare in parallelo su un piccolo numero di pezzi: dopo averli preparati carteggiandoli a dovere per rimuovere l'ossido, li ho inseriti in un unico blocco uno dopo l'altro e li ho poi posizionati facendoli scorrere in corrispondenza delle rispettive traverse a partire dal più vicino all'ultima saldatura. In questo modo ho dovuto sollevare la rotaia dalle traverse una volta soltanto e ho potuto sfruttare l'elasticità del binario per bloccare gli attacchi in posizione.
Un trattamento simile l'ho riservato per le caviglie delle contro-rotaie, tranne per il fatto che ho dovuto eliminare i due bulloni di fissaggio più interni per avvicinare il più possibile la contro rotaia alla rotaia. Ho ottenuto un risultato soddisfacente facendo uso di un tronchesino sottile ma affilato e carta vetrata P320.
Circa l'ago, ho proceduto in modo molto simile alla rotaia esterna del corretto tracciato: ho preparato tutti gli attacchi, li ho infilati in blocco e li ho posizionati in corrispondenza delle traverse. A differenza del corretto tracciato, per facilitare la saldatura, ho saldato prima gli attacchi alle estremità e poi ho proceduto via via verso il centro controllando che la punta dell'ago a riposo non si allontanasse mai dal contrago.
Infine la zampa di lepre: tralasciando i tre attacchi centrali che inserirò per ultimi ricavandoli da altrettanti attacchi speciali, ho saldato in posizione gli attacchi delle estremità e bloccato la rotaia con un punto di saldatura, avendo prima cura di controllare che l'estremità della zampa di lepre e della contro-rotaia fossero ben allineate. Salderò per ultima la contro rotaia dopo aver effettuato un certo numero di prove di circolazione per essere sicuro di non causare ostacoli al rotolamento degli assali.
Per ultimo, prima di procedere alla lavorazione dell'altra metà del deviatoio, non ho resistito alla tentazione di effettuare una prima prova di circolazione. Per fare questo ho saldato temporaneamente tre attacchi -due alle estremità ed uno al centro- e posizionato la rotaia esterna del ramo deviato avendo sempre cura di controllare lo scartamento con la dima a tre punti.
Un rapido passaggio con un carro mi ha permesso di tirare un sospiro di sollievo nel constatare che la circolazione avviene senza incertezze anche in assenza delle contro rotaie. Spero proprio di riuscire a terminare il lavoro questo weekend, così da poter valutare appieno l'effetto finale e le proporzioni generali: per ora sono solo moderatamente soddisfatto.
A presto!
martedì 9 febbraio 2016
Deviatoi (5)
Buona serata ai miei lettori!
Il lavoro sui deviatoi continua, purtroppo molto lentamente dato che la lavorazione sulle traversine mi ha richiesto molto più tempo del previsto. Il perché è presto detto: la carta vetrata che utilizzo per rimuovere il rame si degrada troppo rapidamente.
Come potete vedere dall'immagine qui sopra, la parte a contatto con il rame perde rapidamente la sua "vetratura" (in basso a destra), dopodiché si consuma anche il materiale di supporto (in basso a sinistra) e quindi il cursore risulta inutilizzabile. Vanno quindi rimossi i residui di carta ed incollato nuovo materiale abrasivo. A seconda della carta utilizzata questa operazione va ripetuta con una certa frequenza; la carta che ha dato i risultati peggiori è la carta P320: con questo materiale non sono riuscito a lavorare nemmeno una traversina intera. La seconda peggiore è la tela 150: ha fatto si e no una traversina e mezza. La migliore al momento è la carta P180: sono riuscito agevolmente a fare 3-4 traversine.
Il risultato finale della preparazione delle traversine lo potete vedere qui sopra. Per velocizzare le operazioni ho lavorato con due cursori: mentre il numero uno è in fase di incollaggio, con il numero due lavoro le traversine. Quando il due è consumato, asporto la carta, incollo la nuova e riprendo il lavoro con il numero uno. Dopo 5-6 ore di lavoro, il risultato è abbastanza soddisfacente, ma contando che dovrò fare altri 16 deviatoi, devo assolutamente trovare il modo di ridurre il tempo per questa lavorazione.
A presto!
Il lavoro sui deviatoi continua, purtroppo molto lentamente dato che la lavorazione sulle traversine mi ha richiesto molto più tempo del previsto. Il perché è presto detto: la carta vetrata che utilizzo per rimuovere il rame si degrada troppo rapidamente.
Come potete vedere dall'immagine qui sopra, la parte a contatto con il rame perde rapidamente la sua "vetratura" (in basso a destra), dopodiché si consuma anche il materiale di supporto (in basso a sinistra) e quindi il cursore risulta inutilizzabile. Vanno quindi rimossi i residui di carta ed incollato nuovo materiale abrasivo. A seconda della carta utilizzata questa operazione va ripetuta con una certa frequenza; la carta che ha dato i risultati peggiori è la carta P320: con questo materiale non sono riuscito a lavorare nemmeno una traversina intera. La seconda peggiore è la tela 150: ha fatto si e no una traversina e mezza. La migliore al momento è la carta P180: sono riuscito agevolmente a fare 3-4 traversine.
Il risultato finale della preparazione delle traversine lo potete vedere qui sopra. Per velocizzare le operazioni ho lavorato con due cursori: mentre il numero uno è in fase di incollaggio, con il numero due lavoro le traversine. Quando il due è consumato, asporto la carta, incollo la nuova e riprendo il lavoro con il numero uno. Dopo 5-6 ore di lavoro, il risultato è abbastanza soddisfacente, ma contando che dovrò fare altri 16 deviatoi, devo assolutamente trovare il modo di ridurre il tempo per questa lavorazione.
A presto!
martedì 2 febbraio 2016
Deviatoi (4)
Buona serata ai miei lettori!
Il pacchetto è arrivato! Puntualissimo e molto bene imballato. Le microfusioni della Weinert dono veramente molto belle e sono proprio soddisfatto dell'acquisto. Nella foto qui sotto, a sinistra potete vedere gli attacchi normali, a destra in basso quelli speciali, mentre a destra in alto le controrotaie.
Prima però di iniziare il montaggio ho dovuto realizzare altri due strumenti da aggiungere alla solita collezione di dime et similia per la produzione dei deviatoi: una dima in due metà per i nuovi cuori, ciascuna con angolo di 5.8°, ed una dima per la produzione delle traversine.
La prima dima la conoscete già, ne ho parlato qui (link); il metodo costruttivo è sempre lo stesso, soltanto ho dovuto adattare le dimensioni ai profilati di binario codice 75, alti 2mm contro i 2.5mm del codice 100. In particolare ho sfruttato alcuni resti di basetta ramata per la produzione dei circuiti stampati (PCB) spessa 1mm per fare da guida, al posto della vecchia basetta da 1.6mm. Ho anche aumentato il numero di viti da 2 a 3 per meglio irrobustire la struttura ed evitare deformazioni durante la levigatura.
L'altra dima è anch'essa composta da due parti e mi serve per asportare il rame in eccesso sulle traversine. Questa necessità nasce da una duplice motivazione: innanzitutto estetica, volendo evitare che il rame facesse capolino da sotto lo strato di vernice che dovrò applicare per dare l'aspetto del cemento armato precompresso. In secondo luogo funzionale: infatti non solo è necessario separare elettricamente certe parti del deviatoio, ma ridurre la superficie ramata mi permette di gestire meglio il calore applicato durante la saldatura. Potete intravvedere un esempio della prima traversina finita in alto a destra nell'immagine qui sopra.
Il funzionamento è semplice: dopo avere riportato sulla traversina i limiti delle aree da conservare, la inserisco nella guida centrale realizza con due strisce di PCB spesse 1mm. Poi con un blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata asporto il rame in eccesso per abrasione meccanica.
La traversina è realizzata con PCB da 2mm di spessore, quindi sporge dalla guida, ma si trova esattamente a livello con i due elementi che costituiscono la slitta. Su questi scorre il blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata, la cui larghezza coincide con lo spazio che separa la slitta dalle guide in legno. Poiché dunque legno, guida e traversina sono tutti allo stesso livello, lo spessore asportato coincide solo con lo spessore della carta vetrata. In questo modo riesco ad asportare il rame in modo uniforme e controllato, senza usare acidi o macchine a controllo numerico. Il tutto è ovviamente anche massimamente economico. Il risultato finale lo potete vedere qui sotto.
Ho già fatto anche un paio di prove di saldatura tra gli attacchi e le traversine così realizzate: dopo essermi documentato (ottimo questo link di Riccardo Olivero) ed avere fatto qualche esperimento, sono finalmente abbastanza soddisfatto. Il risultato migliore l'ho ottenuto dopo aver carteggiato leggermente le superfici di rame ed ottone con una carta vetrata con grana fine P 320 ed aver steso un leggero strato di flussante in penna (Chemtronics CW8400) che uso spesso per la saldatura dei componenti elettronici. Poi, grazie al consiglio di Enzo Carbone, ho utilizzato una minima quantità di stagno in filo da 0.2mm di diametro per saldare i pezzi fra loro.
Il risultato finale è quasi perfettamente planare e molto robusto: non sono riuscito a staccarlo nemmeno tirando con una pinzetta, il che mi fa ben sperare nella robustezza dell'insieme. A questo punto ho tagliato tutte le traversine ed ho riportato su ciascuna i limiti della zona su cui andrò a saldare gli attacchi utilizzando due di questi ultimi ed il piano di posa realizzato con Templot come guida, come potete vedere qui sotto.
Al momento sto ancora carteggiando le traversine: le prime 8 da destra e l'ultima a sinistra sono complete, ne mancano solo altre 22...
A presto!
Il pacchetto è arrivato! Puntualissimo e molto bene imballato. Le microfusioni della Weinert dono veramente molto belle e sono proprio soddisfatto dell'acquisto. Nella foto qui sotto, a sinistra potete vedere gli attacchi normali, a destra in basso quelli speciali, mentre a destra in alto le controrotaie.
Prima però di iniziare il montaggio ho dovuto realizzare altri due strumenti da aggiungere alla solita collezione di dime et similia per la produzione dei deviatoi: una dima in due metà per i nuovi cuori, ciascuna con angolo di 5.8°, ed una dima per la produzione delle traversine.
La prima dima la conoscete già, ne ho parlato qui (link); il metodo costruttivo è sempre lo stesso, soltanto ho dovuto adattare le dimensioni ai profilati di binario codice 75, alti 2mm contro i 2.5mm del codice 100. In particolare ho sfruttato alcuni resti di basetta ramata per la produzione dei circuiti stampati (PCB) spessa 1mm per fare da guida, al posto della vecchia basetta da 1.6mm. Ho anche aumentato il numero di viti da 2 a 3 per meglio irrobustire la struttura ed evitare deformazioni durante la levigatura.
L'altra dima è anch'essa composta da due parti e mi serve per asportare il rame in eccesso sulle traversine. Questa necessità nasce da una duplice motivazione: innanzitutto estetica, volendo evitare che il rame facesse capolino da sotto lo strato di vernice che dovrò applicare per dare l'aspetto del cemento armato precompresso. In secondo luogo funzionale: infatti non solo è necessario separare elettricamente certe parti del deviatoio, ma ridurre la superficie ramata mi permette di gestire meglio il calore applicato durante la saldatura. Potete intravvedere un esempio della prima traversina finita in alto a destra nell'immagine qui sopra.
Il funzionamento è semplice: dopo avere riportato sulla traversina i limiti delle aree da conservare, la inserisco nella guida centrale realizza con due strisce di PCB spesse 1mm. Poi con un blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata asporto il rame in eccesso per abrasione meccanica.
La traversina è realizzata con PCB da 2mm di spessore, quindi sporge dalla guida, ma si trova esattamente a livello con i due elementi che costituiscono la slitta. Su questi scorre il blocchetto di legno su cui ho incollato della carta vetrata, la cui larghezza coincide con lo spazio che separa la slitta dalle guide in legno. Poiché dunque legno, guida e traversina sono tutti allo stesso livello, lo spessore asportato coincide solo con lo spessore della carta vetrata. In questo modo riesco ad asportare il rame in modo uniforme e controllato, senza usare acidi o macchine a controllo numerico. Il tutto è ovviamente anche massimamente economico. Il risultato finale lo potete vedere qui sotto.
Ho già fatto anche un paio di prove di saldatura tra gli attacchi e le traversine così realizzate: dopo essermi documentato (ottimo questo link di Riccardo Olivero) ed avere fatto qualche esperimento, sono finalmente abbastanza soddisfatto. Il risultato migliore l'ho ottenuto dopo aver carteggiato leggermente le superfici di rame ed ottone con una carta vetrata con grana fine P 320 ed aver steso un leggero strato di flussante in penna (Chemtronics CW8400) che uso spesso per la saldatura dei componenti elettronici. Poi, grazie al consiglio di Enzo Carbone, ho utilizzato una minima quantità di stagno in filo da 0.2mm di diametro per saldare i pezzi fra loro.
Il risultato finale è quasi perfettamente planare e molto robusto: non sono riuscito a staccarlo nemmeno tirando con una pinzetta, il che mi fa ben sperare nella robustezza dell'insieme. A questo punto ho tagliato tutte le traversine ed ho riportato su ciascuna i limiti della zona su cui andrò a saldare gli attacchi utilizzando due di questi ultimi ed il piano di posa realizzato con Templot come guida, come potete vedere qui sotto.
Al momento sto ancora carteggiando le traversine: le prime 8 da destra e l'ultima a sinistra sono complete, ne mancano solo altre 22...
A presto!
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