Buona serata ai miei lettori!
Il lavoro sul doppio inglese procede bene, ma sta richiedendo più tempo del previsto. A differenza dei deviatoi semplici ho dovuto intervenire molte volte per sagomare gli attacchi, sia in corrispondenza dei due cuori, sia in corrispondenza degli aghi interni. Come potete vedere dalla foto qui sotto, oltre alla solita zona delle controrotaie del cuore, dove ho dovuto rimuovere la parte interna dell'attacco per fare posto alla controrotaia stessa, ho dovuto intervenire anche sulle tre coppie di attacchi speciali più vicini al cuore. In questa zona infatti gli attacchi così come rimossi dalla piastrina risultano troppo lunghi ed andrebbero a toccarsi, generando un corto circuito.
In totale per per questo doppio inglese ho impiegato 86 attacchi normali e 66 attacchi speciali, circa una volta e mezzo il numero impiegato di un deviatoio semplice. Solo il taglio e la carteggiatura di tutti gli attacchi mi ha richiesto quasi 3 ore: il risultato però mi soddisfa.
Terminata la saldatura degli attacchi mi sono dedicato alla preparazione dei cuori, entrambi rettilinei ed a 12°. Per l'unico inglese di Caprazzino ho deciso di ispirarmi ad un analogo deviatoio -ora rimosso- presente fino a Maggio nella stazione di Cesena. A giudicare dalla fotografia qui sotto, il deviatoio in questione ha un cuore monoblocco, e la distribuzione del metallo tra la punta del cuore e le giunzioni tende a degradare uniformemente piuttosto che a terminare bruscamente. Per rispettare le norme NEM e la lunghezza delle controrotaie di Weinert, che andranno installate ai lati del cuore, ho allungato di una traversa le zampe di lepre.
Ho quindi iniziato la lavorazione del primo set di rotaie ed aghi; ciascun set è costituito da 5 pezzi: una rotaia lunga esterna, rettilinea alle estremità e curva al centro, due brevi rotaie rettilinee che costituiscono il prolungamento delle zampe di lepre, e due coppie di aghi flessibili, uno costituito da due tratti rettilinei, l'altro da un unico tratto curvo. Come potete vedere dalla foto qui sotto, ho come sempre riportato con un pennarello le porzioni di rotaia su cui dovrò intervenire: in particolare questa volta dovrò lavorare su entrambe le facce degli aghi, asportando una sezione lunga 4mm anche dalla parte interna dell'ago, al fine di facilitarne il movimento da parte dei tiranti.
Per realizzare la rotaia più lunga che, come ho detto, è curva solo al centro, ho seguito questa strada: ho prima azzerato la curvatura sul mio surrogato di "track roller", poi ho inserito la rotaia fino a raggiungere l'inizio del tratto curvo. A questo punto ho iniziato pian piano ad incrementare la curvatura, avendo cura di percorrere solo il tratto centrale della rotaia. Dopo qualche passaggio sono riuscito a far corrispondere la curvatura del pezzo con quella del progetto.
Prevedo almeno un altro weekend per terminare il lavoro di sagomatura e posa delle rotaie: queste vacanze di Natale saranno sicuramente di aiuto.
A presto!
martedì 20 dicembre 2016
martedì 6 dicembre 2016
Doppio inglese (3)
Buona serata ai miei lettori!
Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC. Non vedo l'ora di metterla in funzione e mandare in pensione il vecchio ed ingombrante PC. Ci vorrà però un bel po' di lavoro prima di vedere una loco muoversi, ma vi terrò aggiornati!
Il post di questa settimana potrebbe tranquillamente chiamarsi "Traversine 2.0": infatti, dopo molto pen(s)are, sono riuscito a trovare un modo leggermente più veloce, ma decisamente più versatile e meno faticoso per realizzare le traversine. In giro in rete e sui forum si trovano spesso realizzazioni di traverse in PCB lavorate dal pieno con frese a controllo numerico (CNC).
Sebbene mi farebbe molto piacere possederne una -ne ho assemblata una per il mio lavoro in facoltà, ma è un po' fuori budget...- ne sono decisamente sprovvisto e quindi fino ad ora mi sono arrangiato con la carta vetrata. Il sistema ha funzionato decisamente bene ma ha sempre sofferto di un grosso svantaggio: non posso incidere le traverse in diagonale come nella foto qui sopra. Mentre ho potuto osservare che in un deviatoio semplice questa non è tutto sommato una grave perdita, per il deviatoio inglese invece le cose sono decisamente diverse.
Come potete vedere da questa foto scattata al termine del lavoro sulle traverse, le zone da sagomare al centro del deviatoio sono un po' più complesse, complice l'aumento del numero di profilati che compongono questo apparato. La soluzione al mio problema -come talvolta capita- si è presentata da sola quando ho scheggiato una dei dischetti da taglio del Dremel, ottenendo come risultato qualcosa di simile ad un noto marchio di prodotti elettronici.
A parte questo "sbecco" il dischetto è rimasto perfettamente intatto e continua a fare il suo dovere. In più, come era prevedibile, ha acquistato una proprietà decisamente desiderabile: una volta messo in rotazione a 5000 giri/minuto la corona esterna appare semitrasparente, un po' come l'otturatore di una macchina da presa. L'effetto risulta particolarmente pronunciato in presenza di contrasti elevati, per questo nella foto qui sotto si riesce a vedere il riflesso della pinzetta che continua per un paio di millimetri e si sovrappone al dischetto.
Questo effetto è decisamente desiderabile per lavorare le traversine. Infatti lo spessore di rame che riveste le traverse è circa 1/30 di millimetro (34.3µm per gli amici) quindi bisogna essere abbastanza delicati per non incidere troppo a fondo il materiale della traversa. Ora, con la parte semitrasparente, sono riuscito a vedere perfettamente bene il punto esatto in cui il dischetto abrade il rame, così sono riuscito a controllare bene la lavorazione ed asportare circa metà dello spessore del rame, come potete vedere qui sotto.
La foto in realtà riassume tutte le fasi della nuova lavorazione. Come sempre inizio riportando la posizione degli attacchi con un pennarello da lucidi; poi aiutandomi con il righello ho esteso il punto riportato a tutta la larghezza della traversa, così da avere una guida per i tagli. A questo punto ho inciso tutto lo spessore del rame con il Dremel così da avere una zona di guardia per le successive operazioni. Terminata questa fase ho iniziato a rimuovere le parti di rame dal centro della traversa: ho proceduto rimuovendo prima un sottile strato di rame, come potete vedere al centro della foto, poi ho terminando il lavoro con una seconda passata, in modo da mettere a nudo il materiale sottostante. Certo, il lavoro non è così preciso e regolare come quello ottenuto con una macchina a controllo numerico, ma sono ugualmente soddisfatto, anche considerando che non ho mai visto due traverse di legno -come dovranno apparire al termine dei lavori- uguali fra loro. Quindi ben venga qualche lieve imperfezione.
A presto!
Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC. Non vedo l'ora di metterla in funzione e mandare in pensione il vecchio ed ingombrante PC. Ci vorrà però un bel po' di lavoro prima di vedere una loco muoversi, ma vi terrò aggiornati!
Il post di questa settimana potrebbe tranquillamente chiamarsi "Traversine 2.0": infatti, dopo molto pen(s)are, sono riuscito a trovare un modo leggermente più veloce, ma decisamente più versatile e meno faticoso per realizzare le traversine. In giro in rete e sui forum si trovano spesso realizzazioni di traverse in PCB lavorate dal pieno con frese a controllo numerico (CNC).
Immagine tratta dal sito http://vikaschander.com/trackwork/
Sebbene mi farebbe molto piacere possederne una -ne ho assemblata una per il mio lavoro in facoltà, ma è un po' fuori budget...- ne sono decisamente sprovvisto e quindi fino ad ora mi sono arrangiato con la carta vetrata. Il sistema ha funzionato decisamente bene ma ha sempre sofferto di un grosso svantaggio: non posso incidere le traverse in diagonale come nella foto qui sopra. Mentre ho potuto osservare che in un deviatoio semplice questa non è tutto sommato una grave perdita, per il deviatoio inglese invece le cose sono decisamente diverse.
Come potete vedere da questa foto scattata al termine del lavoro sulle traverse, le zone da sagomare al centro del deviatoio sono un po' più complesse, complice l'aumento del numero di profilati che compongono questo apparato. La soluzione al mio problema -come talvolta capita- si è presentata da sola quando ho scheggiato una dei dischetti da taglio del Dremel, ottenendo come risultato qualcosa di simile ad un noto marchio di prodotti elettronici.
A parte questo "sbecco" il dischetto è rimasto perfettamente intatto e continua a fare il suo dovere. In più, come era prevedibile, ha acquistato una proprietà decisamente desiderabile: una volta messo in rotazione a 5000 giri/minuto la corona esterna appare semitrasparente, un po' come l'otturatore di una macchina da presa. L'effetto risulta particolarmente pronunciato in presenza di contrasti elevati, per questo nella foto qui sotto si riesce a vedere il riflesso della pinzetta che continua per un paio di millimetri e si sovrappone al dischetto.
Questo effetto è decisamente desiderabile per lavorare le traversine. Infatti lo spessore di rame che riveste le traverse è circa 1/30 di millimetro (34.3µm per gli amici) quindi bisogna essere abbastanza delicati per non incidere troppo a fondo il materiale della traversa. Ora, con la parte semitrasparente, sono riuscito a vedere perfettamente bene il punto esatto in cui il dischetto abrade il rame, così sono riuscito a controllare bene la lavorazione ed asportare circa metà dello spessore del rame, come potete vedere qui sotto.
La foto in realtà riassume tutte le fasi della nuova lavorazione. Come sempre inizio riportando la posizione degli attacchi con un pennarello da lucidi; poi aiutandomi con il righello ho esteso il punto riportato a tutta la larghezza della traversa, così da avere una guida per i tagli. A questo punto ho inciso tutto lo spessore del rame con il Dremel così da avere una zona di guardia per le successive operazioni. Terminata questa fase ho iniziato a rimuovere le parti di rame dal centro della traversa: ho proceduto rimuovendo prima un sottile strato di rame, come potete vedere al centro della foto, poi ho terminando il lavoro con una seconda passata, in modo da mettere a nudo il materiale sottostante. Certo, il lavoro non è così preciso e regolare come quello ottenuto con una macchina a controllo numerico, ma sono ugualmente soddisfatto, anche considerando che non ho mai visto due traverse di legno -come dovranno apparire al termine dei lavori- uguali fra loro. Quindi ben venga qualche lieve imperfezione.
A presto!
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